lunedì 17 giugno 2019

Nucleare Iran, l’annuncio: “Tra 10 giorni superiamo limiti delle riserve di uranio”. Le soglie stabilite dall’accordo del 2015

@ - Teheran lancia un nuovo ultimatum: entro il 27 giugno violerà il Piano d’azione globale congiunto. Nel maggio 2018 gli Usa si sono ritirati dall'intesa e da allora la Repubblica Islamica chiede ai Paesi rimasti di soddisfare le sue richieste in ambito petrolifero e bancario per bilanciare gli effetti delle sanzioni di Trump.

L‘Iran ha annunciato che entro dieci giorni supererà i limiti consentiti delle riserve di uranio a basso arricchimento, violando così l’accordo sul nucleare del 2015. Nel maggio dello scorso anno gli Stati Uniti si sono ritirati dall’intesa (Jcpoa) e da allora la Repubblica Islamica chiede ai Paesi rimasti (Francia, Germania, Regno Unito, Russia e Cina) di soddisfare le sue richieste in ambito petrolifero e bancario, bilanciando in questo modo gli effetti delle sanzioni ripristinate dall’amministrazione Trump. Gli europei “o non vogliono fare qualcosa o non sono capaci di farla”, ha affermato il portavoce dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica, Behrouz Kamalvandi. La provocazione arriva a pochi giorni dalle nuove tensioni con gli Stati Uniti che hanno accusato Teheran di essere responsabile degli incidenti alle petroliere.

Lo stesso portavoce ha dichiarato che entro il 27 giugno l’Iran sforerà i limiti imposto dall’accordo. “Abbiamo quadruplicato il ritmo di arricchimento – ha detto Kamalvandi durante una visita della stampa al reattore ad acqua pesante di Arak trasmessa in diretta dalla tv di Stato- e accelerato ancora la produzione, quindi in 10 giorni supereremo il limite consentito di 300 chili“. “Ma c’è ancora tempo, se i Paesi europei agiscono”, ha aggiunto.

Sforare la soglia imposta dall’intesa per Kamalvandi è un “bisogno della nazione”. Secondo la sua spiegazione, l’Iran necessita di uranio arricchito al 5% per la sua centrale nuclearedi Bushehr, porto nel sud del Paese sul Golfo Persico, e fino al 20% per un reattore a Teheran a scopi di ricerca scientifica. Stando alle prescrizioni dell’accordo sul nucleare del 2015, invece, Teheran può produrre solo uranio a basso arricchimento, cioè entro il limite del 3,67%, e le sue riserve non devono superare la soglia di 202,8 chilogrammi. Finora, la Repubblica islamica ha rispettato questi limiti e gli altri obblighi del Piano d’azione globale congiunto (Jcpoa). “Abbiamo aspettato un anno, era la nostra ‘pazienza strategica‘”, ha detto Kamalvandi.

Lo strappo di Teheran ha in realtà il duplice scopo di chiedere che sia garantito il dividendo economico dell’intesa accettato quattro anni fa in cambio della riduzione del suo programma nucleare e di mettersi al riparo dagli effetti delle sanzioni americane. Nei giorni scorsi il portavoce della diplomazia iraniana, Abbas Mousavi, ha accusato: “Nonostante i tanti discorsi e le dichiarazioni politiche, gli europei non hanno sinora rispettato i loro impegni nel quadro del Jcpoa e quelli annunciati dopo il ritiro illegale degli Stati Uniti dall’intesa”.

Dopo l’ultimatum lanciato del presidente iraniano Hassan Rohani ai restanti partner dell’intesa lo scorso 8 maggio – a un anno dal ritiro unilaterale degli Stati Uniti – Teheran aveva già riferito di aver quadruplicato la sua produzione di uranio a basso arricchimento (non oltre il 3,67%) utilizzato come combustibile per i reattori nucleari. Un aumento delle riserve di uranio e acqua pesante era stato certificato anche dall’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) di fine maggio, che però confermava la loro permanenza entro le soglie fissate dal Piano d’azione globale congiunto (Jcpoa), cioè 202,8 kg di uranio e 130 tonnellate di acqua pesante.

Intanto le tensioni con Washington proseguono e l’amministrazione Trump sta valutando l’invio di ulteriori truppein Medio oriente in seguito all’attacco alle petroliere. Il 13 giugno scorso nel Golfo di Oman, nel Mare Arabico, due navi sono andate in fiamme. Il segretario di stato Usa Mike Pompeo aveva accusato proprio l’Iran per l’attacco: “Sono loro i responsabili, per colpire gli alleati degli Stati Uniti. Gli spudorati attacchi nel Golfo di Oman fanno parte di una campagna dell’Iran per aumentare le tensioni e creare sempre più instabilità nella regione”.

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