@ - La comunità islamica di Marzabotto, con il sostegno dell'Arcidiocesi di Bologna, ha concluso il Ramadan di fronte alla parrocchia.
Ma facciamo un passo indietro. Nei giorni scorsi avevamo scritto del caso che ha coinvolto il piccolo comune dell'Appenino tosco-emiliano, in provincia di Bologna. Qui è successo che l'associazione culturale musulmana e la comunità araba, con l'autorizzazione del sindaco (che ha concesso l'occupazione di suolo pubblico) e la benedizione del vescovo di Bologna, hanno organizzato nella piazza Martiri delle Fosse Ardeatine, antistante la Chiesa di San Giuseppe e San Carlo, l'iftar di fine Ramadan (il pasto serale che interrompe il digiuno), invitando tutta la cittadinanza. (GUARDA IL VIDEO)
Ed è scoppiata la polemica, non per l'evento in sé – che è un esempio di integrazione –, ma per la scelta della location, che fa pensare un po' a una provocazione, a una sorta sfida. C'è chi, infatti, si chiede: perché gli anni scorsi l'iftar si è festeggiato nel parco Bottonelli e quest'anno si fa sul sagrato? Perché il parco è occupato dal Festival del turismo responsabile. Va bene, e allora perché proprio sul sagrato e non in un'altra fetta di paese? La domanda è lecita e a farsela è stato anche don Gianluca Busi, parroco di Marzabotto, che proprio onde evitare controversie, aveva suggerito di portare il tutto nello spiazzo di fronte al municipio. In questo modo, i dissidi si sarebbero ridotti al lumicino e nessun cattolico e anche nessun musulmano avrebbero avuto da ridire e da risentirsi.
Comunque, il volantino che pubblicizza la festa recita "Appunta-mento sabato 1 giugno, ore 20". E noi, allora, dopo averne scritto, ci siamo andati di persona per capire meglio come sono (andate) le cose. E appena arrivati in piazza, mentre fervevano i preparativi – con le tavolate e le sedie in fase di sistemazione – abbiamo visto due persone discutere pacatamente. Andiamo verso di loro, li lasciamo finire e poi li avviciniamo. Uno è Morris Battistini, capogruppo del centrodestra in consiglio comunale, l'altro è Mustapha Benkouhail, presidente dell'associazione islamica locale.
Ramadan a Marzabotto: la polemica
"Chiunque ha il diritto di manifestare il proprio culto, ma questa, fin da subito, ci è sembrata una provocazione bella e buona. In tutti questi anni la comunità islamica ha festeggiato la conclusione del Ramadan lontana dai simboli cristiani, quest'anno, invece, hanno scelto di farlo davanti alla casa di Dio…", ci racconta Battistini. Mentre Benkouhail precisa: "Non lo abbiamo fatto per sfida, non è e non sarà mai nostra intenzione. Lo abbiamo fatto semplicemente in spirito di amicizia e fratellanza ed è stata decisa questa piazza perché il parco del paese era già occupato da un'altra manifestazione".
Camminando un po' per le vie scambiamo qualche parola sulla questione con i passanti: non tutti si dicono d'accordo con l'iftar sul sagrato, ma chi è contrario preferisce non sbottonarsi, perché l'argomento è scomodo e perché "sai, è un paesino…". Qualcun altro, poi, precisa: "All'inizio, non essendo stati informati bene sulla cosa, siamo rimasti un po' così…poi ci hanno spiegato bene il tutto e banchetteremo insieme".
"L'arroganza con cui certe persone e la comunità musulmana pensa di poter agire sul nostro territorio è palese", protesta ancora Battistini, che se la prende anche con l'arcivescovo Matteo Maria Zuppi: "Non ci stupisce che sia solidale a questo tipo di manifestazioni, ma siamo stupiti dalle dinamiche del tutto: don Gianluca, infatti, non ne sapeva nulla, perché nessuno di dovere gli ha comunicato per tempo la cosa; ci siamo ritrovati per le mani la locandina e siamo cascati dal pero. Insomma, nessuno ha agito con la parrocchia per creare, da subito, unione, in questa festa di fine Ramadan".
Di opposto avviso Valentina Cuppi, neo sindaco di Marzabotto eletto con il 71% dei voti per una lista civica di centrosinistra: "È una bellissima iniziativa e lo si vede dalla piazza, che è piena della nostra gente, indipendentemente dalla religione, dalla cultura e dalla provenienza: questo è l'emblema di come siamo qui a Marzabotto. E la scelta di celebrare l'iftar proprio qui, nella piazza della Chiesa, centro della nostra cittadina, è un valore aggiunto. È un bellissimo messaggio con il quale vogliamo dire di aprirsi, incontrarsi e parlarsi, per rompere i muri".
Al primo cittadino, infine, fa eco Omar Amchiaa, membro della comunità musulmana: "Non è un dispetto, perché Marzabotto, da sempre, è paese di integrazione e di dialogo interreligioso: vogliamo che i diversi credi comunichino, in modo da creare una società pacifica, che si ami l'uno con l'altro, al di là delle religioni, perché non c’è alcuna differenza tra un cristiano, un musulmano o un ebreo. E il fatto che partecipino il parroco e altre personalità cristiane cattoliche locali è per noi motivo di orgoglio, così come il pieno sostegno del vescovo, che ha benedetto questo evento. Non capisco perché qualcuno strumentalizza tutto questo per fomentare l'odio e per guadagnare qualche voto…".
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