@ - L'ex presidente avrebbe tentato di ottenere informazioni riservate sul caso Bettencourt, in cambio della raccomandazione a un magistrato.
Qualche militante aveva invocato il suo ritorno per salvare la destra francese, caduta a picco nel voto delle europee. Nicolas Sarkozy rischia di essere affaccendato in ben altre cose nei prossimi mesi. Entro fine anno l’ex presidente dovrà affrontare il suo primo processo da quando ha lasciato la politica. Una prima assoluta nella storia della Quinta Repubblica. Molti ricordano quando Jacques Chirac, ormai vecchio e malato, fu chiamato nel 2011 alla sbarra per accuse di impieghi fittizi risalenti al suo mandato come sindaco di Parigi, poi condannato a due anni con la condizionale per appropriazione indebita di fondi pubblici.
Questa volta l’accusa per l’ex inquilino dell’Eliseo è più grave: il rinvio a giudizio è motivato dalla corruzione di un alto magistrato. Tutto risale al 2014, quando ormai da due anni Sarkò non era più capo di Stato ma il suo nome veniva citato in diverse inchieste giudiziarie, tanto che all’epoca qualcuno parlò di “berlusconizzazione” della politica francese. Una delle accuse da cui l’ex campione della destra si doveva difendere era quella di aver raggirato la donna più ricca di Francia, Liliane Bettencourt, ottenendo soldi per la sua campagna elettorale del 2007.
Alla fine l’inchiesta del tribunale di Bordeaux era stata archiviata ma in un altro procedimento, quello su presunti fondi versati da Muhammar Gheddafi, Sarkozy era stato sottoposto a intercettazioni. Ed è così che gli investigatori hanno scoperto una serie di conversazioni con il suo avvocato Thierry Herzog per ottenere informazioni riservate da un alto magistrato alla Corte di Cassazione, Gilbert Azibert, proprio sull’inchiesta Bettencourt.
In un’intercettazione Herzog, che definisce più volte i magistrati come “i bastardi di Bordeaux”, si rallegra con il suo assistito per il “lavoro” svolto dal fedelissimo “amico Gilbert”. In un altro colloquio, Sarkozy si dice pronto ad aiutare la talpa di alto rango a ottenere un posto a Monte Carlo. L’ex presidente e il suo legale comunicavano con cellulari acquistati con false identità. Sarkozy usava lo pseudonimo di Paul Bismuth, amico d’infanzia di Herzog. L’ex presidente ha tentato fino all’ultimo di contestare la validità delle intercettazioni. L’ultimo ricorso è stato respinto. E così è arrivata la certezza di vedere Sarkò sul banco degli imputati. Herzog e Azibert sono rinviati a giudizio per violazione del segreto professionale.
Per Sarkozy non è l’unico processo in vista. Qualche settimana fa, la Corte costituzionale ha autorizzato il rinvio a giudizio per finanziamento illegale di campagna elettorale nell’ambito dell’inchiesta Bygmalion, nome della società al centro di un giro di false fatturazioni. L’inchiesta sui presunti fondi neri di Gheddafi, in cui l’ex presidente è indagato, non è conclusa. "La politica non è più parte della mia routine quotidiana", aveva risposto qualche giorno fa a chi gli chiedeva di tornare in politica. Avvocato di formazione, Sarkozy dovrà occuparsi di difendere se stesso.
Nessun commento:
Posta un commento