@ - L’Anti-Vaticano di Trisulti, sponsorizzato da Steve Bannon e dal cardinale Raymond Burke, proseguirà la sua marcia. Sbaglia chi pensa che la procedura di revoca della concessione ministeriale dell’abbazia di Trisulti al “Dignitatis Humanae Institute” è destinata a fermare i progetti dell’ala sovranista-ecclesiale. I tempi della burocrazia sono lenti. Mentre avanza l’operazione geopolitica che mira a contrastare la strategia riformista evangelico-sociale di Francesco e al tempo stesso a scardinare l’Unione europea. Il viaggio di Salvini a Washington, il suo allineamento con Trump – geopoliticamente su posizioni totalmente opposte a quelle di Francesco – lo conferma.
Sulla pagina web del “Dignitatis Humanae Institute” campeggia ancora al posto d’onore l’annuncio che la storica abbazia è stata finalmente “concessa formalmente” al DHI. La data è del 20 febbraio 2019. Nessuna traccia di una decisione ministeriale di segno opposto. Benjamin Harnwell, direttore dell’Istituto, conferma tranquillamente: “I nostri corsi cominceranno in autunno a Roma o a Trisulti”. L’opzione di una cancellazione non viene presa in considerazione. “L’Istituto nutre piena fiducia che sarà in grado di continuare a operare a Trisulti”.
Quale che sia l’esito del procedimento di revoca, l’operazione ha acquisito importanza ancora maggiore in seguito alla vittoria elettorale di Salvini, segnata da un cospicuo apporto di voto cattolico tradizionalista. Sotto il mantra della difesa del patrimonio culturale e religioso giudeo-cristiano i corsi dell’Istituto si struttureranno in quattro filoni: filosofia, teologia, storia ed economia. Harnwell spiega che sono già arrivate mille mail di interessati e saranno selezionati circa 30-50 allievi. Si tratterà sia di studenti che di persone inserite nell’attività professionale. I criteri della scelta? “I partecipanti ai corsi saranno selezionati tra coloro, che sapranno mettere in pratica al meglio ciò che si insegna qui”. In altre parole, i soggetti più funzionali al progetto sovranista-tradizionalista.
Nella cappella dell’ala dell’abbazia riservata agli studenti si possono vedere immagini di Ratzinger e del Gesù Misericordioso della mistica polacca suor Faustina Kowalska, proclamata santa da Giovanni Paolo II. Francesco è assente.
Il vero santo è Steve Bannon. “Un genio – racconta Harnwell – che coglie in anticipo di anni i nuovi fenomeni. Un genio che ha compreso che il paradigma destra/sinistra della Rivoluzione francese è ormai superato. Il nuovo paradigma vede da un lato la persona che si affida alle proprie forze, non chiedendo assistenza allo Stato, e dall’altro le élites che fanno il gioco a proprio favore”. L’Uomo Comune contro le lobby finanziarie, i sindacalisti, i gruppi di pressione ideologici. “Trump ha fatto appello alla gente negletta e ignorata – chiosa Harnwell – esattamente come Salvini in Italia”.
Sul piano ecclesiale si tratta di far rivivere i valori religiosi dell’Occidente giudaico-cristiano. Perché avere cacciato la religione dalla vita pubblica non porta a niente. La vita interamente secolarizzata non basta. Anzi lascia spazio all’angoscia esistenziale.
“Trisulti non sarà un Vaticano-ombra”, tiene a sottolineare Harnwell. “Io sono cattolico, Bannon è cattolico, siamo ispirati dal magistero cattolico. Poi nell’Istituto vi sono anche protestanti ed ebrei”. L’attacco alla strategia di impegno sociale di Bergoglio avviene in maniera sottile. Rovesciando a proprio favore un principio cardine del concilio Vaticano II: l’autonomia dei laici nelle questioni temporali. “Toccai ai fedeli laici rinnovare la sfera temporale, non agli ecclesiastici”, sottolinea Harnwell. Sui temi opinabili ogni cattolico ha una visione differente dall’altro – e resta un buon cristiano.
Se le risorse finanziarie sono limitate, bisogna scegliere. Ed è il governo che deve decidere. Se si spendono i soldi per aiutare un milione di subsahariani non si possono impiegare per la gente anziana del proprio paese. Allora chi decide, Montecitorio o la Chiesa? Impostata così la questione, è chiara la traiettoria dell’offensiva ideologica alla Chiesa di Francesco, che già Salvini delineava nei suoi comizi e interventi prima e dopo le elezioni europee. Non a caso il leader della Lega si è presentato – e continuerà a farlo quando gli sarà utile – come difensore delle radici cristianedell’Europa.
Harnwell pianta i paletti, che segnano la divisione del fronte clerico-tradizionalista-sovranista dall’area riformista del cattolicesimo. La Chiesa cattolica, viene rimarcato, non ha uno speciale carisma sui temi dell’attualità politica. Spetta alla coscienza del singolo fare le scelte. In questi termini, tutto l’insegnamento di Francesco viene esautorato.
L’atteggiamento da prendere sui migranti rappresenta un perfetto spartiacque. “Il Papa dice di accogliere ognuno, rifiutarli sarebbe non cristiano. Io sono fortemente in disaccordo: farlo è irresponsabile. Eppure siamo buoni cattolici tutti e due. Io non dico che lui sta sbagliando e lui non può dire che sbaglio io e che lui è nel giusto”. Aggiunge Harnwell: “Io e Bannon abbiamo sull’immigrazione idee diverse dal Papa, ma la domenica andiamo a messa e preghiamo per lui”. In ogni caso, e qui viene arditamente ripreso un concetto che Benedetto XVI espresse al momento della sua abdicazione: “E’ Cristo il capo della Chiesa, non papa Francesco”.
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