mercoledì 1 maggio 2019

WikiLeaks, Assange condannato a 50 settimane di detenzione

@ - E' accusato di aver violato i termini del rilascio su cauzione, quando nel giugno del 2012, anziché consegnarsi alle autorità inglesi per essere estradato in Svezia, si rifugiò nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra.

Julian Assange è stato condannato a cinquanta settimane di prigione, poco meno di un anno, per aver violato i termini del rilascio su cauzione, quando nel giugno del 2012, anziché consegnarsi alle autorità inglesi per essere estradato in Svezia, si rifugiò nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra per chiedere protezione. A emettere la sentenza è stata la Southwark Crown Court di Londra, dove stamani il fondatore di WikiLeaks è arrivato in aula per l'udienza. Il giudice Deborah Taylor ha anche ricordato che Scotland Yard ha speso sedici milioni di sterline per sorvegliare l'ambasciata. La condanna era ampiamente attesa e il giudice non ha tenuto in alcuna considerazione le motivazioni di Assange.

E' importante ricordare come è nato il caso: il 20 agosto 2010, appena quattro settimane dopo la pubblicazione dei documenti segreti sulla guerra in Afghanistan, Assange finisce sotto accusa per un caso di stupro in Svezia, dove si trovava per una conferenza su WikiLeaks. Cinque giorni dopo l'apertura dell'inchiesta, l'accusa venne derubricata in molestie sessuali dal procuratore capo di Stoccolma Eva Finné. Assange, interrogato il 30 agosto 2010 in merito alle accuse di molestie, ha pienamente collaborato con le indagini. Due giorni dopo, il 1° settembre 2010, un diverso magistrato svedese, Marianne Ny, ha riaperto l'inchiesta per stupro, chiusa pochi giorni prima da Finné.

Assange è rimasto in Svezia per cooperare con l'indagine di nuovo aperta, ma a settembre 2010 ha chiesto alla procuratrice Marianne Ny il permesso di lasciare il Paese. Il 27 settembre 2010, Assange ha lasciato la Svezia per volare a Berlino per incontrare alcuni giornalisti, tra cui chi scrive. Quel giorno stesso Marianne Ny ha emesso un mandato di arresto in absentia.
La motivazione di arrestarlo è sempre stata ricondotta dai magistrati svedesi alla difficoltà di interrogarlo, ma i documenti ottenuti dal nostro giornale tramite un'azione legale basata sul Freedom of Information Act rivelano che in più occasioni l'allora avvocato svedese di Julian Assange, Björn Hurtig, aveva proposto delle date per l'interrogatorio del suo cliente. «Nessuna delle date che abbiamo proposto in quell'occasione e in altre», scrive l'avvocato alla procuratrice Marianne Ny, «le andava bene: una volta non andavano bene perché le date proposte erano troppo in là nel tempo (giusto qualche settimana), un'altra perché uno dei suoi investigatori era malato. Strano che un interrogatorio non si possa tenere perché un investigatore è malato».

Dal 2010 in poi Assange ha chiesto in tutti i modi alla procuratrice svedese di essere interrogato senza essere estradato in Svezia per essere sentito in merito alle accuse di stupro, ma Marianne Ny ha sempre rifiutato di interrogarlo a Londra, dove si trovava, insistendo sempre sull'estradizione, a cui il fondatore di WikiLeaks si è opposto in ogni modo, convinto che l'estradizione in Svezia lo esponesse all'estradizione negli Usa.

Il 19 giugno 2012, dopo aver esaurito ogni opzione legale per opporsi all'estradizione in Svezia, Assange, invece di consegnarsi alle autorità inglesi, si è rifugiato nell'ambasciata dell'Ecuador, dove ha ottenuto asilo e dove è rimasto per sei anni e dieci mesi, recluso senza neppure l'ora d'aria, fino all'11 aprile scorso, quando è stato arrestato da Scotland Yard.

Oggi è stato condannato per questa scelta di non consegnarsi nel 2012. E questa condanna è solo l'inizio: domani, 2 maggio, a Londra si terrà la prima udienza per l'estradizione negli USA. Quello che Julian Assange ha sempre temuto - ovvero il rischio di essere estradato in America e incriminato per la pubblicazione dei documenti segreti del governo americano - si è rivelato vero: l'11 aprile scorso, il giorno stesso dell'arresto, le autorità inglesi hanno reso nota la richiesta di estradizione dagli Usa.

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