@ - Un boom di partenze dalla Libia, un'ondata che è difficile spiegare solo con il bel tempo o con l'avvicinarsi dell'estate. Per certo, il numero di partenze permette di comprendere cosa stia accadendo sulle coste del paese nordafricano: il punto è che neppure nei giorni della guerra civile, quelli dell'attacco di Haftar a Tripoli controllata da Al Serraj, le agenzie davano conto di così tanti avvistamenti, salvataggi e naufragi.
L'ultima catastrofe è stata segnalata poco fa: settanta migranti morti, 16 salvati in un naufragio al largo di Sfax, in Tunisia. Ad ora sono stati recuperati soltanto tre posti. La notizia, lanciata da Alarm phone è stata ufficialmente confermata dal portavoce del ministero della Difesa tunisino, Mohamed Zekri. L'imbarcazione era partita da Zwara sulle coste libiche ed è poi affondata. A dare soccorso ai migranti un peschereccio tunisino che li ha presi a bordo per poi trasferirli su una motovedetta della Guardia costiera tunisina nel frattempo giunta. I superstiti hanno detto di essere partiti in 75. Dunque i dispersi sono una sessantina.
Ed è sempre consultando la pagina Twitter di Alarm Phone, organizzazione che raccoglie le segnalazioni telefoniche di immigrati in pericolo di vita in mare, che si comprende come l'ondata di partenze sia assolutamente anomala: negli ultimi giorni le segnalazioni si sono impennate. Un allarme il 29 aprile, da quell'episodio il successivo soltanto l'8 maggio. Ma da due giorni fa è stata un'escalation, che ha compreso l'intervento della Marina militare italiana invocato dal ministro Elisabetta Trenta e che ha portato allo scontro con Matteo Salvini.
L'evidenza è che nelle ultime ore ci sia un forte incremento di natanti salvati dalla Libia: in mattinata la Guardia costiera di Tripoli ha soccorso 213 immigrati in due operazioni. Poche ore dopo un altro gommoe in difficoltà segnalato da Alarm Phone: 100 persone a largo delle coste libiche. Quindi l'ultima notizia, quella tragica, almeno 70 migranti morti affogati. Cosa sta succedendo?
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