@ - La premier presenterà in parlamento la settimana prossima e all’inizio di giugno le ultime opzioni alternative per un accordo. Quindi indicherà la data delle proprie dimissioni. Per il suo posto potrebbe correre Boris Johnson.
La trattativa sulla Brexit fra Theresa May e Jeremy Corbyn è fallita. La premier presenterà in parlamento la settimana prossima e all’inizio di giugno le ultime opzioni alternative per un accordo. Quindi indicherà la data delle proprie dimissioni. Nel corso dell’estate i conservatori voteranno nelle primarie di partito per eleggere un nuovo leader, che diventerà automaticamente primo ministro e dovrà cercare di risolvere, se ancora non sarà stata trovata una soluzione, il rebus della Brexit. L’ex ministro degli Esteri Boris Johnson è il primo a candidarsi per l’incarico.
Sono gli sviluppi degli ultimi giorni sulla crisi che paralizza il Regno Unito dal referendum sull’Unione Europea del giugno 2016. Stamane Corbyn ha annunciato che il negoziato con Downing Street alla ricerca di un compromesso sulla Brexit è finito senza alcuna intesa. “Le discussioni sono andate avanti fin quando si è potuto” afferma il leader laburista, attribuendo il fallimento della trattativa alla debolezza politica di May. “Ogni volta che sI delineava un accordo, qualche membro del governo lo contraddiceva pubblicamente” ha detto Corbyn. Ma ha aggiunto che c’erano divergenze sostanziali insuperabili.
Un portavoce della premier conferma che la trattativa è chiusa e che le due parti restavano lontane sulla questione chiave: la permanenza della Gran Bretagna a tempo indeterminato nell’Unione doganale europea, sostenuta da Corbyn ma respinta da May, e la possibilità di un secondo referendum, a cui la leader conservatrice continua a opporsi in qualunque caso.
E adesso? Secondo le indiscrezioni, la settimana prossima si terranno alla Camera dei Comuni dei voti su altre possibili opzioni per superare lo stallo. In ogni caso Theresa May intende ripresentare in parlamento per la quarta volta almeno una parte dell’accordo da lei raggiunto con la Ue, quello sulle condizioni di uscita dall’Unione: un voto previsto per la settimana che comincia il 3 giugno, negli stessi giorni in cui sarà a Londra il presidente Trump.
Qualunque sia l’esito di quella votazione, segnerà di fatto l’addio per la premier, che nei giorni scorsi ha accettato di fissare subito dopo il calendario per le proprie dimissioni e per l’elezione di un successore. “May ends in June” titolano oggi i tabloid: un gioco di parole per dire che Theresa May finirà politicamente in giugno.
Su Boris Johnson, dato per favorito dai sondaggi per rimpiazzarla, si esprime subito la premier del governo autonomo scozzese Nicola Sturgeon: “È un ciarlatano. Se lui diventerà premier, molti in Scozia vorranno un referendum per la secessione dal Regno Unito, in modo da poter restare nella Ue”. A Londra, come a Edimburgo, si profila una lunga estate calda.
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