domenica 7 aprile 2019

Scontri in Libia, a Tripoli scuole chiuse e assalto ai negozi. Sarraj a Haftar: "Traditore, reagiremo con fermezza"

@ - Le forze dell'uomo forte della Cirenaica ad una decina di chilometri dalla capitale. Lezioni sospese per garantire l'incolumità dei ragazzi. Iniziato l'accaparramento di generi di prima necessità. Preoccupazione della diplomazia internazionale. Imprenditori e lavoratori italiani valutano se andare via dal Paese.

Khalifa Haftar sfida gli appelli internazionali e continua la sua offensiva su Tripoli, si combatte ad una decina di chilometri dalla capitale. Nella città sotto assedio le scuole rimarranno chiuse per una settimana, a partire da oggi, a causa della crescente situazione di insicurezza. L'autoproclamato Libyan national army (Lna) guidato dall'uomo forte della Cirenaica va avanti, anche se ha dovuto rallentare la sua avanzata a causa dell'intervento delle forze leali all'autorità rivale, il Governo di unità nazionale (Gna) con sede a Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale e guidato dal premier Fayez al Sarraj, che gode dell'appoggio di diverse milizie fra cui quelle di Misurata. E i nervi sono tesi: lo stesso al Sarraj in un discorso in televisione ha accusato il suo rivale di "tradimento": "Abbiamo steso le nostre mani verso la pace - ha detto il premier - ma dopo l'aggressione da parte delle forze di Haftar e la sua dichiarazione di guerra contro le nostre città e la nostra capitale non troverà nient'altro che forza e fermezza". La battaglia, intanto, si è spostata anche nei cieli della Libia.

Sabato le forze pro Tripoli hanno condotto almeno un raid aereo contro una postazione dell'esercito di Haftar, una cinquantina di chilometri a sud di Tripoli, nella regione di Al-Aziziya, e i pro Haftar hanno promesso che risponderanno. La Forza di protezione di Tripoli, un'alleanza di milizie leali al Gna, ha confermato di avere compiuto raid aerei "intensi", dicendo che è avvenuto dall'aeroporto di Mitiga a Tripoli e da quello di Misurata. L'esercito di Haftar, tramite il portavoce Ahmad al-Mesmari, ha allora imposto una no-fly nell'ovest, annunciando che "la regione dell'ovest è ormai considerata zona militare ed è dunque vietato a ogni aereo militare sorvolarla, pena il fatto di essere un obiettivo legittimo".

Sul terreno, la Bbc riferisce di scontri in tre aree vicino alla periferia di Tripoli. Nella capitale i cittadini stanno cominciando a fare scorte di benzina e prodotti di prima necessità nei supermercati. L'inviato Onu per la Libia, Ghassan Salamé, ha annunciato tuttavia che si terrà ugualmente la Conferenza nazionale sulla Libia in programma dal 14 al 16 aprile a Ghadames, nel sudovest del Paese, sotto l'egida dell'Onu. "A meno che circostanze considerevoli non ce lo impediscano", ha precisato. La conferenza di Ghadames è mirata a stilare una roadmap per far uscire il Paese dal caos e dalla crisi politica ed economica in cui è piombato dopo la caduta del regime di Muammar Gheddafi del 2011. "Lascio la Libia con profonda inquietudine e con il cuore pesante, sperando che sia possibile evitare uno scontro sanguinoso a Tripoli e intorno", ha detto Guterres venerdì concludendo la sua visita in Libia, dopo avere incontrato Sarraj a Tripoli e Haftar a Bengasi.

Una situazione che solleva apprensione a livello internazionale: il premier Giuseppe Conte, in una telefonata con il segretario generale Onu Antonio Guterres, ha espresso la sua preoccupazione per gli ultimi sviluppi in Libia, preoccupazione fortemente condivisa da Guterres. "Stiamo seguendo ora per ora, con i nostri servizi", e va scongiurata "una risoluzione armata in un conflitto che va risolto, invece, con il dialogo", ha detto dal canto suo il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Da Dinard, in Francia, i ministri degli Esteri del G7hanno mostrato unità, esortando "tutte le parti coinvolte ad interrompere immediatamente ogni azione militare e ogni ulteriore movimento verso Tripoli e ribadendo che "non esiste una soluzione militare".

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