mercoledì 20 marzo 2019

Sbarcati a Lampedusa i 49 migranti. Nave sequestrata. Salvini: “Arrestateli tutti”

@ - La Mare Jonio attracca. Inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Oggi gli interrogatori.

È ormai scontro al calor bianco, tra Matteo Salvini e la Ong vicina all’estrema sinistra (capomissione è Luca Casarini, ex leader dei no global) che due giorni fa ha salvato 49 persone al largo della Libia. Nonostante le direttive del ministro e le intimazioni a fermarsi e non dirigere verso le acque italiane, la «Mare Jonio» in mattinata è arrivata al largo di Lampedusa, è stata ispezionata a lungo dalla Finanza, e alla fine ha fatto ingresso nel porto. I migranti sono sbarcati. La nave però è stata sequestrata dalla procura di Agrigento, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

È quel che voleva Salvini, conscio che non avrebbe potuto ripetere il braccio di ferro che s’era visto con la nave Diciotti. Alla vigilia del voto in Senato sulla sua autorizzazione a procedere, poi. È per questo che fin dal mattino si era profilata una soluzione onorevole per tutti: indagine-lampo della Finanza, denuncia alla procura di Agrigento, intervento della magistratura con sequestro della nave e rapida uscita di scena dell’Esecutivo. Va riletta con questi occhi una battuta che Salvini aveva detto a metà giornata: «Se non c’è sequestro del mezzo non sbarca nessuno». Intendeva dire che finché fosse stata sua responsabilità, non avrebbe mai dato l’ordine di farli scendere a terra. Ma se stavolta fosse intervenuta la magistratura...

Così è stato. «Mi risulta - diceva sornione Salvini nel pomeriggio - che l’autorità giudiziaria abbia tutte le informazioni necessarie, fornite dalle forze dell’ordine, e attendiamo che ci siano delle prese di posizione». In parallelo, la procura di Agrigento - proprio quella retta dal pm Luigi Patronaggio che quest’estate lo aveva iscritto a registro degli indagati per sequestro di persona - ha fatto dapprima sapere che stava «valutando il caso», poi è filtrata la notizia che era stato aperto un fascicolo, infine che la nave era stata sequestrata.

A quel punto è subentrato il magistrato, che ha dato ordine alla Finanza di scortare la nave in porto e di organizzare il trasferimento a terra di tutti quelli che erano a bordo. Oggi si terranno gli interrogatori dell’equipaggio.

Risolta la crisi umanitaria, resta nell’aria il fragore dello scontro. «Arrestateli tutti», era esploso Salvini durante uno dei tanti collegamenti in radio. Quando a sera è stato chiaro l’intervento della procura, è intervenuto di nuovo per tirarne le conclusioni politiche: «Sequestrata la nave dei centri sociali. Ottimo. Ora in Italia c’è un governo che difende i confini e fa rispettare le leggi, soprattutto ai trafficanti di uomini. Chi sbaglia paga».

La sinistra ha invece scelto una linea di sostanziale silenzio. Soltanto qualche timida richiesta al mattino da parte del Pd in chiave antisalviniana. Il neosegretario Zingaretti su tutti: «In assenza totale di politica estera e sull’immigrazione, stiamo assistendo all’ennesima tragica sceneggiata contro gli esseri umani da parte di chi si sente forte contro i deboli e non fa assolutamente nulla per gestire e governare».

Ben più veementi gli interventi di Sinistra italiana, sponsor della Mare Jonio. Vedi Nicola Fratoianni: «Salvini chiede di arrestare persone che si prodigano per salvare le vite di persone in carne e ossa che le sue politiche vorrebbero condannare all’inferno dei lager libici. Siamo di fronte ad un buffone pericoloso».

Se però dal Pd puntavano a divaricare una volta di più il M5S dalla Lega, il premier Giuseppe Conte ha fatto di tutto per smorzare i toni fin da subito: «Il concetto di accoglienza - ha detto in risposta a un intervento di Roberta Pinotti, al Senato - è diverso da quello degli sbarchi. Consentire sbarchi indiscriminati non vuol dire accoglienza. C’è una chiara linea politica sull’immigrazione che questo governo sottoscrive. E che il responsabile del governo sottoscrive per primo». Gli aveva fatto eco Luigi Di Maio: «Spero che il prima possibile facciano il sequestro. Se le navi delle Ong non rispettano le regole, bisogna fermarle perché mettono a rischio la vita dei migranti».

Per una volta, insomma, il governo sembra marciare compatto. E questa compattezza si vedrà, anche plasticamente, nella discussione al Senato di oggi, quando Conte e Di Maio siederanno accanto a Salvini sui banchi del governo per rimarcare che le decisioni sulla Diciotti furono condivise e non d’iniziativa del solo leghista.

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