Alla manifestazione organizzata dal Partito Popolare, Ciudadanos e Vox hanno partecipato anche sigle di destra estrema come la Falange e Espana 2000. Al corteo anche Manuel Valls e il premio Nobel Varga Llosa. Martedì il processo ai leader indipendentisti catalani.
MADRID - Decine di migliaia di persone sono scese in strada domenica a Madrid contro il governo socialista di Pedro Sanchez per chiedere elezioni anticipate e opporsi a qualsiasi concessione nei confronti dei partiti indipendentisti catalani.
Secondo gli organizzatori alla manifestazione hanno partecipato circa 200 mila persone, per la questura invece erano 45 mila. Si tratta comunque della più grande manifestazione di protesta contro il governo socialista da quando è entrato in carica, otto mesi fa.
A sfilare contro Sanchez c'erano i partiti di opposizione di centro-destra, il Partido Popular e Ciudadanos, ma anche le formazioni di estrema destra come Vox - che in Andalusia è alleata con il PP e Ciudadanos - e altre come Falange e España 2000 e collettivi ultrà come Hogar Social Madrid. In piazza sono scesi anche l'ex premier francese, Manuel Valls, candidato a sindaco di Barcellona con il sostegno di Ciudadanos e il premio Nobel peruviano Mario Vargas Llosa.
La proposta del governo, martedì scorso, di nominare un relatore nei colloqui tra i partiti politici per affrontare la crisi catalana ha galvanizzato l'opposizione, che lo ha ritenuto un tradimento e una resa alle pressioni dei separatisti.
"Il tempo del governo di Sanchez è finito", ha detto il leader del partito popolare Pablo Casado ai giornalisti prima della manifestazione. Alcuni striscioni recitavano: "Sanchez, bugiardo" e "la Spagna non è negoziabile e non può essere venduta".
La settimana decisiva per Sanchez
Sanchez, che ha sostituito un governo conservatore lo scorso giugno con un voto di fiducia, detiene solo un quarto dei seggi in parlamento e fa affidamento sul sostegno del partito anti-austerità Podemos, sui nazionalisti catalani e su altri piccoli partiti.
Rit - Il vice primo ministro Carmen Calvo ha detto che i colloqui sono in procinto di fallire perché i gruppi indipendentisti catalani hanno respinto il quadro proposto dal governo: vogliono un referendum sull'indipendenza che Madrid non accetterà.
Martedì prossimo inizierà il processo a 12 leader indipendentisti catalani che rischiano fino a 25 anni di carcere con l'accusa di ribellione e uso improprio di fondi pubblici per il loro ruolo in un fallito tentativo di secessione dalla Spagna. E mercoledì il governo affronterà un voto chiave sulla proposta di bilancio per il 2019, che senza il sostegno dei partiti catalani potrebbe non passare. Se la legge di bilancio fosse bocciata, Sanchez potrebbe indire elezioni anticipate rispetto alla data prevista, il 2020.
I sondaggi per ora danno la maggioranza dei seggi in Parlamento a una eventuale alleanza tra il Partito popolare, il centrodestra di Ciudadanos e l'estrema destra di Vox.
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