ilGiornale - Nasce un G3 riservato a Germania, Francia e Spagna. Porte chiuse a Roma e Londra.
Prove di riassetto europeo. O forse qualcosa di più. L'uscita imminente e definitiva di Londra dall'Unione e il ruolo di guastafeste anti-tutti scelto dal governo gialloverde per l'Italia stanno spingendo gli altri pesi massimi dell'Ue a cercare nuovi equilibri escludendo il Regno Unito e il nostro Paese.
E così - lo racconta con la dovuta enfasi il quotidiano spagnolo El Paìs - l'ormai storico asse strategico franco-tedesco si allarga a un terzo partner, ben lieto di conquistarsi spazi che significheranno peso internazionale e vantaggi concreti: quegli stessi a cui l'Italia di Conte, Salvini e Di Maio volentieri rinuncia inseguendo il sogno insensato di un'Europa rifondata sul sovranismo. Nasce insomma un nuovo ristretto club di frequentatori della stanza dei bottoni di Bruxelles, un G3 come lo definisce con soddisfazione El Paìs i cui membri saranno la Germania di Angela Merkel, la Francia di Emmanuel Macron e la Spagna del giovane premier socialista Pedro Sanchez.
Madrid, in fondo, non fa che ufficializzare così un ruolo di terza forza che di fatto ricopriva anche in passato, dal momento che sui temi fondamentali aveva quasi sempre concordato con Francia e Germania a livello europeo. Già nello scorso novembre il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas si era recato a Madrid in visita al collega spagnolo Josep Borrell, poi la settimana scorsa i rappresentanti dei tre Paesi si sono incontrati nell'ambasciata tedesca nella capitale spagnola per sintetizzare in pochi punti i temi del futuro dialogo privilegiato tra Parigi, Berlino e Madrid. Obiettivo dell'intesa è quello di trasformare questo G3 nella cabina di guida di un'Europa che ha bisogno di ritrovare consenso comune sulle questioni fondamentali. Passaggio chiave sarà l'estensione alla Spagna del trattato di Aquisgrana, che partendo dall'accordo franco-tedesco mira alla costituzione di un nuovo nocciolo duro europeo, una versione riveduta e corretta di quella «Kerneuropa» cui punta la Germania per rilanciare «alla tedesca» il grande progetto dell'Unione. A questo G3, quindi, è prevedibile che si uniranno prossimamente altri Paesi che condividono l'obiettivo di un rafforzamento dei legami interstatali per avvicinare l'obiettivo degli Stati Uniti d'Europa.
I punti identificati dai diplomatici francesi, tedeschi e spagnoli sono sei, ma fra questi spicca la questione delle migrazioni. E la cosa non può meravigliare se si considera che negli ultimi mesi, in conseguenza della politica dei porti chiusi adottata dal governo italiano, la rotta del traffico di esseri umani in partenza dal Nord Africa ha trovato nella Spagna il suo approdo principale. Madrid, superata da tempo una prima fase «idealistica» nella quale si era offerta come luogo di accoglienza dei migranti trasportati dalle navi delle Ong respinti dall'Italia e da Malta, lamenta ora che l'Europa consideri un piano di redistribuzione solo delle persone dirette in quei due Paesi, e pretende che i partner Ue si facciano carico anche di quelli che arrivano sulle sue coste. Sì dunque ad accordi temporanei, dice Sanchez a francesi e tedeschi, ma purchè «non ci si dimentichi del Mediterraneo occidentale», cioè appunto della Spagna.
Parigi, Berlino e Madrid intendono inoltre unire le forze per cercare di gestire di comune accordo i temi della riforma monetaria e del bilancio europeo. Ed è preoccupante pensare che noi italiani avremo su tali fondamentali questioni assai meno da dire dei nostri cugini mediterranei.
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