mercoledì 20 febbraio 2019

Dazi, ripartono le trattative Usa-Cina. Borse europee in calo

@ - La delegazione asiatica arriva a Washington per i primi colloqui. Questa mattina Tokyo ha guadagnato lo 0,1%. Piazza Affari peggiora dopo la produzione industriale in picchiata, sale lo spread.

MILANO - Borse europee incerte in attesa dell'avvio di un nuovo round di trattative tra Usa e Cina sul tema del commercio: da oggi una delegazione ufficiale cinese sarà a Washington "per discutere delle relazioni commerciali tra i due Paesi". La Casa Bianca ha spiegato che i negoziati ad alto livello inizieranno il 21 febbraio ma che saranno preceduti da incontri preparatori da parte dei vice. La delegazione Usa sarà guidata dal ministro del Tesoro Steven Mnuchin e dal rappresentante al Commercio Robert Lighthizer. "Questi incontri - spiega l'amministrazione americana - rientrano nell'ambito dell'accordo raggiunto dal presidente Donald Trump e dal presidente Xi Jinping a Buenos Aires il primo dicembre del 2018 sull'impegno a negoziare per 90 giorni" per scongiurare l'entrata in vigore il prossimo primo marzo di altri pesanti dazi Usa. "Le parti - conclude la Casa Bianca - discuteranno anche l'impegno cinese ad acquistare una sostanziosa quantità di beni e servizi dagli Usa".

I mercati Ue chiudono deboli. Milano recupera leggermente dopo esser arrivata al -1% a seguito del dato molto negativo arrivato dall'industria, in forte calo a dicembre su fatturato e ordinativi: il Ftse Mib cede alla fine mezzo punto percentuale. Spunti positivi da Snam, che ha chiuso l'esercizio 2018 con utili sopra le stime e alzato le prospettive per il nuovo anno. Ancora acquisti su Telecom in serie positiva da quando Cassa depositi e prestiti ha annunciato l'intenzione di aumentare la sua quota nel capitale del gruppo di tlc (attualmente è quasi al 5%). Giovedì, inoltre, all'esame del cda di Tim ci saranno i conti 2018 e le linee guida del nuovo piano industriale 2019-2021. Deboli le altre: Francoforte riesce a strappare un guadagno dello 0,09%, Parigi lima lo 0,15% e Londra lo 0,56%. Wall Street, che ieri è rimasta chiusa per festività, tratta contrastata: alla chiusura dei mercati europei il Dow Jones perde lo 0,1%, il Nasdaq aggiunge lo 0,15% mentre lo S&P500 è invariato.

Questa mattina, la Borsa di Tokyo ha chiuso poco variata, mentre si ripresentano le preoccupazioni di un inasprimento delle tensioni tra Cina e Usa, dopo le accuse del fondatore della Huawei su quelle che definisce 'motivazioni politiche di Washington' contro l'azienda tecnologica cinese. Il Nikkei si assesta a quota 21.302,65 (+0,10%). Sul mercato dei cambi lo yen si mantiene stabile a un valore di 110,60 sul dollaro, e sulla moneta unica poco sopra 125. Guardinga Shanghai, che ha segnato alla fine un rialzo dello 0,05%.

Lo spread tra il Btp e il Bund ha vissuto una fiammata dopo i dati negativi sull'industria italiana: dopo aver visto quota 275, il differenziale di rendimento ha chiuso a 267 punti base con un rendimento del 2,78% (dopo esser arrivato al 2,84%). Secondo i dati di Bankitalia, a dicembre si sono registrate vendite per 10 miliardi di titoli italiani da parte degli investitori esteri, ma il dato è 'sporcato' dagli "elevati rimbrsi netti da parte del Tesoro". In Gran Bretagna la disoccupazione nei tre mesi a fine dicembre è rimasta ferma al 4%, mentre in Germania l'indice di fiducia degli investitori tedeschi calcolato dall'istituto Zew è migliorato a febbraio salendo a -13,4 da -15 di gennaio. Il dato è migliore delle stime degli analisti che avevano previsto una risalita a -13,6. Negli Stati Uniti si registra un nuovo scatto dell'indice Nahb (National Association of Home Builder), relativo alla fiducia dei costruttori edili: a febbraio si è attestato a 62 punti, in rialzo rispetto ai 58 punti del mese precedente. Il consensus era fermo a 59. In Giappone, sia l'indice manifatturiero che quello dei servizi hanno testato a gennaio i minimi degli ultimi anni. In particolare, l'indice dei servizi si è attestato a +22 a febbraio, rispetto ai +31 di gennaio, al valore più basso dal dicembre del 2016. L'indice manifatturiero è sceso a 13 punti a febbraio, rispetto ai +18 di gennaio, al minimo dall'ottobre del 2016.

L'euro chiude in rialzo sul dollaro sopra quota 1,13. La moneta unica passa di mano a 1,1335 dollari, dopo aver aperto stabile a quota 1,1305. Euro/yen in rialzo a 125,38 yen e biglietto verde in ribasso sullo yen a 110,61.

Il petrolio, infine, è poco mosso: al termine della giornata Ue, il Wti segna un rialzo dello 0,15% a 55,6 dollari al barile e il Brent cede lo 0,75% a 66 dollari. L'oro torna in rialzo con il metallo spot che sale dello 0,8% a 1.338 dollari l'oncia.

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