mercoledì 9 gennaio 2019

Una “scuola” per educatori nella città digitale

Da PARCEL project - Otto Uffici Cei coinvolti in una proposta formativa online lanciata insieme all’Università Cattolica e rivolta a parrocchie, genitori, insegnanti.
Si chiama Mooc e il nome è già tutto un programma. L’acronimo infatti sta per «Massive Online Open Course» e indica un corso in modalità e-learning, aperto a tutti, totalmente gratuito. Oltre a essere dunque accessibile a chiunque sia interessato, questo è anche il primo in «Educazione digitale» promosso dalla Conferenza episcopale italiana insieme all’Università Cattolica di Milano.

Si tratta di «una proposta concreta e aperta alla comunità tutta, per abitare lo spazio digitale con informazioni chiare e puntuali», spiega don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, sottolineando che «per essere una Chiesa viva e vitale dobbiamo saper stare accanto alla comunità ovunque, in spazi reali o virtuali». In questo orizzonte si colloca «il percorso formativo che mette a disposizione di operatori della comunicazione, insegnanti, animatori ma anche famiglie contributi video e testi per aiutare a comprendere meglio le regole della community, per un agire pastorale in rete attento e responsabile», rileva Maffeis.

Per iscriversi non servono requisiti particolari: basta registrarsi sulla piattaforma «Open Education» dell’Università Cattolica a questo link: https://openeducation.blackboard.com/mooc-catalog/courseDetails/view?course_id=_2535_1

Il corso, che inizierà lunedì 28 gennaio (dal 21 partirà una fase previa di conoscenza della piattaforma e di socializzazione) e si snoderà fino al 4 marzo con una settimana di recupero dall’11 marzo, «è frutto della sinergia tra l’Università Cattolica, con il Centro di ricerca sull’educazione ai media all’informazione e alla tecnologia (Cremit), e la Cei – precisa il sottosegretario Cei – attraverso una progettualità condivisa tra otto uffici della Segreteria generale».

Oltre all’Ufficio per le comunicazioni sociali, infatti, sono stati coinvolti quello Catechistico, per l’Insegna- mento della religione cattolica, per la Famiglia, per l’Educazione, la scuola e l’università, per la Pastorale delle vocazioni, il Servizio informatico e quello per la Pastorale giovanile.

Il Mooc, precisa Pier Cesare Rivoltella, docente alla Cattolica di Milano e direttore del Cremit, si soffermerà sulle questioni che hanno a che fare con il mondo dell’informazione e della comunicazione, come «la post-verità, le fake news, la costruzione della notizia, la falsificazione e l’inganno», sui temi legati «alla sensibilità della prevenzione, con focus sull’odio online e sul cyberbullismo», e su quelli dedicati alle tecnologie in chiave pastorale.

In allegato, una presentazione e la locandina del progetto.
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