lunedì 17 dicembre 2018

“Senza Putin, senza Kirillˮ. Eletto il Primate della nuova Chiesa ortodossa ucraina

È il metropolita Epiphany, braccio destro dell’auto-proclamato “Patriarca” Filaret, a capo di una compagine ecclesiale che fino a pochi mesi fa era considerata un’entità scismatica da parte di tutte le Chiese canoniche dell’Ortodossia. Il ruolo del Presidente ucraino Poroshenko.


Il Primate della nuova Chiesa ortodossa ucraina autocefala, indipendente dal Patriarcato di Mosca, è il Metropolita Epiphany Dumenko, finora a capo della Metropolia di Pereyaslav e Bila Tserkva.Membro autorevole e candidato di bandiera sostenuto dai vescovi del cosiddetto “Patriarcato di Kiev”, compagine ecclesiale creata dall’anziano Metropolita Filaret e che fino a pochi mesi fa era considerata alla stregua di un’entità scismatica da parte di tutte le Chiese canoniche dell’Ortodossia. A eleggere il nuovo Primate è stato il “Concilio di Unificazione” indetto dal Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, e svoltosi a Kiev presso la cattedrale di Santa Sofia. L’annuncio dell’elezione è stato dato alla moltitudine di migliaia di ucraini assiepati davanti alla cattedrale dal ministro della Cultura ucraino: Dopo l’annuncio, il nuovo Primate è uscito dalla cattedrale insieme al Presidente ucraino Petro Poroshenko, al Presidente del Parlamento ucraino Andrij Parubij e al Metropolita Emmanuel di Francia, il rappresentante del Patriarcato di Costantinopoli. 

Il Presidente Poroshenko nel suo intervento, ha annunciato la creazione della «Chiesa ortodossa locale autocefala dell'Ucraina», rimarcando che la nuova la nuova Chiesa sarà «senza Putin, senza Kirill» (il Patriarca di Mosca, ndr) ma «con Dio e con l'Ucraina». Nel suo primo intervento rivolto alla moltitudine presente nella piazza, il nuovo Primate Epiphany ha ringraziato il Presidente Poroshenko per il suo contributo alla creazione della nuova compagine ecclesiale, e ha anche reso omaggio al Metropolita Filaret – proclamatosi “Patriarca di Kiev” nel 1995 – definendolo come «padre spirituale di tutti gli ucraini». 

Al Concilio di Unificazione erano presenti 192 rappresentanti delle realtà ecclesiali ortodossi presenti in Ucraina, compresi i più di 40 vescovi dell'auto-proclamato “Patriarcato di Kiev” e la dozzina di vescovi della cosiddetta Chiesa autocefala ucraina. Soltanto due dei novanta vescovi della Chiesa ortodossa ucraina legata al Patriarcato di Mosca hanno preso parte all’assise per la creazione della nuovo Chiesa ucraina indipendente dalla giurisdizione moscovita. 

Epiphany, 39 anni, è nato nella regione di Odessa, ha studiato all'Accademia Ecclesiastica di Kiev e la Facoltà di Filosofia di Atene È stato ordinato ieromonaco nel 2008, per poi diventare segretario del Patriarca Filaret, del quale è stato considerato finora una sorta di braccio destro. È stato consacrato vescovo nel 2009 ed è diventato metropolita nel 2013. 

Le reazione del Patriarcato di Mosca all’elezione di Epiphany non si sono fatte attendere. L’arciprete Nicolay Balashov, numero due del dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca ha definito il Concilio di Unificazione ucraino come un «raduno non canonico di individui, di cui alcuni hanno e molti non hanno nemmeno la legittima ordinazione episcopale, sotto la guida generale di un laico, il Capo dello Stato, e di uno straniero, che non capisce nulla della lingua locale, che hanno eletto un “gerarca” non canonico come “Primate” anche lui non canonico» aggiungendo che «per noi questo evento non significa assolutamente nulla». 

Il Metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, prima ancora della conclusione del Concilio di Unificazione ucraino ha fatto notare che nessuna altra Chiesa ortodossa ha inviato messaggi a quell’assise locale. Secondo Hilarion «il piano del Patriarca Bartolomeo di persuadere la Chiesa canonica in Ucraina a partecipare alla creazione di una nuova struttura è fallito» e l'episcopato legato al Patriarcato di Mosca, «ad eccezione di due traditori, ha manifestato unanimità, fermezza e coraggio. Il destino dello "pseudo-Concilio" di oggi è lo stesso di altri incontri simili che hanno avuto luogo nella storia. I suoi partecipanti saranno cancellati dalla memoria storica della Chiesa, saranno come "la pula che il vento disperde"». 

Il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, con un comunicato ufficiale, ha espresso «lode a Dio» e «grande gioia e soddisfazione» per «il positivo completamento del lavoro del Concilio di Unificazione, fondamento della nuova chiesa ortodossa autocefala dell'Ucraina», annunciando anche che il Patriarca ecumenico Bartolomeo «ha invitato Sua Beatitudine Epiphany a concelebrare la Divina Liturgia al Fanar nella grande festa di Teofania», per consegnargli in quella cornice solenne «il Tomos di fondazione della nuova sorella Chiesa autocefala».

Il 6 gennaio, a ricevere il Tomos di autocefalia dalle mani di Bartolomeo, accanto al neo-Primate Epiphany, ci sarà anche il Presidente ucraino Poroshenko. Lo ha annunciato lui stesso, nell’intervento rivolto alla folla festante davanti alla Cattedrale di Santa Sofia. La mattina di sabato 15 dicembre, Poroshenko aveva esortato con toni ispirati anche i partecipanti al Concilio di Unificazione. «Mi rivolgo direttamente a ognuno di voi» aveva detto, ricordando ai membri dell’assise «la colossale responsabilità che pesa su di voi in questo momento. Lo Stato» aveva aggiunto Poroshenko «ha fatto tutto quello che da parte sua poteva fare. Adesso il futuro dell’Ucraina, il futuro della nostra grande nazione della nostra libertà, del nostro Stato e della nostra indipendenza spirituale dipende da voi e soltanto da voi».

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