giovedì 6 dicembre 2018

La svolta di Macron: placare i gilet gialli con la patrimoniale

Il presidente: «Niente aumento dei carburanti per il 2019». Il movimento annuncia scioperi e nuovi cortei da sabato.

Troppo a lungo ha sottovalutato la protesta dei gilet gialli. Ma ora il governo francese è pronto ad aperture sempre più ampie e inaspettate nei confronti degli «arrabbiati» di Francia. Ieri sera l’Eliseo ha annunciato che l’aumento del prezzo dei carburanti, già congelato per sei mesi il giorno prima, non sarà applicato per tutto il 2019. Il premier Edouard Philippe ha inoltre confermato l’avvio di un dibattito nazionale su questa e altre questioni fiscali. E ha aggiunto: «Non abbiamo paura di estenderlo anche alla patrimoniale», in parte eliminata da Emmanuel Macron, una delle prime misure prese nell’estate del 2017, subito dopo la sua elezione.

«Il leader dei ricchi»
È l’Isf, l’Impot sur la fortune. Macron l’ha limitata solo al patrimonio immobiliare (sopra 1,3 milioni), ma l’ha annullata sugli investimenti finanziari. Da allora per una parte della popolazione lui è solo il «presidente dei ricchi», mentre Macron ha sempre ribattuto che quella misura riportasse in circolo nuovi capitali da investire. Negli ultimi giorni i gilet gialli, durante le manifestazioni, chiedono sistematicamente il ripristino dell’Isf. La sua parziale eliminazione, fra l’altro, ha privato di circa tre miliardi di euro di imposte la Francia nel 2018.
E si prevedeva che, se l’aumento annunciato dei prezzi dei carburanti fosse stato applicato per tutto il 2019, questa misura (già inglobata nella finanziaria dell’anno prossimo) avrebbe portato 3,2 miliardi di nuove tasse. Insomma, il ritorno della patrimoniale potrebbe compensare il mancato caro benzina, senza dover alleggerire la spesa pubblica.

Rotto un tabù
Ieri mattina Benjamin Griveaux, portavoce del governo, ha ricordato che l’abbandono dell’Isf, applicato dal primo gennaio scorso, deve essere oggetto di una valutazione entro la fine del 2019. «Se giudicheremo che qualcosa non funziona - ha detto -, cambieremo la regola». Quanto a Marlène Schiappa, ministra delle Pari opportunità, si è detta favorevole a un ritorno all’Isf al 100%. Ieri sera, però, il sito di «Le Monde» ha riportato dichiarazioni che Macron avrebbe fatto al consiglio dei ministri, tenuto nel pomeriggio: per lui non sarebbe possibile un ripristino della patrimoniale che «uccide la prosperità e fa fuggire gli imprenditori». L’impressione, comunque, è che un dibattito sia iniziato. E che un tabù sia stato rotto. Il problema è che si potrebbe aprire la porta ad altre rivendicazioni: per sabato i gilet gialli, insoddisfatti delle concessioni, hanno indetto una nuova manifestazione a Parigi, ma anche i maggiori sindacati dei camionisti prevedono uno sciopero a oltranza dalle 22 di domenica, mentre da lunedì scenderanno in piazza gli agricoltori.

Intanto, secondo un sondaggio di ieri di Eliabe il 63% dei francesi appoggia le proteste dei gilet gialli (sei punti percentuali in meno di una settimana prima).Mentre la popolarità di Macron e di Philippe tracolla: come indicato da un’inchiesta Ifop, il primo è al 23% di consensi (sei punti in meno che inizio novembre) e Philippe al 26%, addirittura con una perdita di dieci punti.

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