mercoledì 28 novembre 2018

Scontro sulla Manovra, alla Ue non basta il 2,2%. Salvini: evitare la multa. Di Maio: il Reddito parte

BRUXELLES Per evitare la procedura per violazione della regole di riduzione del debito è sufficiente ridurre il deficit/pil nominale nel 2019 al 2,2% dal 2,4% previsto dal governo? «Non discuto questa o quella cifra, non si tratta di cercare una media ma di rispettare le regole, si possono rispettare con flessibilità, ma devono essere rispettate». La risposta del commissario agli affari economici, Pierre Moscovici, è di fatto una gelata sull'idea che basti ritoccare marginalmente al ribasso l'obiettivo di deficit per superare la crisi aperta con la Commissione. E intanto la strada che porta alla procedura contro l'Italia è già stata imboccata: domani si riunisce il comitato economico-finanziario, che rappresenta i ministeri del Tesoro degli Stati membri della Ue e prepara le riunioni dei ministri. A livello tecnico il consenso a valutazioni e conclusioni della Commissione è atteso essere confermato e finora nessun governo ha cambiato posizione nonostante l'avvio del dialogo dopo l'incontro Juncker-Conte e l'apparente disponibilità italiana a correggere qualcosa della legge di bilancio.
Lunedì si riunirà l'Eurogruppo e si sta già definendo la conclusione scritta della discussione. Prima di lunedì ci sarà la possibilità per il premier Conte e il ministro Tria di fare il punto con i vertici comunitari e gli altri leader e ministri a Buenos Aires a margine delle riunioni del G20. Le decisioni quindi devono essere prese rapidamente se davvero si vuole evitare la procedura. Non a caso il commissario francese ha detto ai giornalisti italiani che ormai lo inseguono da giorni: «Il dialogo non è qualcosa di formale ma di reale, abbiamo cominciato a lavorare (con l'Italia) e continueremo a farlo, cerchiamo insieme una soluzione, ma perché ciò avvenga è necessario che ci sia una evoluzione».

LA CARTA FLESSIBILITÀ
La flessibilità delle regole di bilancio non è in discussione neppure questa volta nonostante l'Italia ne abbia già beneficiato molto (30 miliardi in tre anni di maggiore spesa pubblica ammessa): «Sono sempre stato flessibile soprattutto con gli italiani e l'ho fatto perché l'Italia è un Paese che merita di essere accompagnato visti i problemi di competitività, di produttività, di crescita. Ma una cosa non si può fare: ignorare le regole».
La visione della Commissione è implicita nelle conclusioni negative sulla manovra italiana: quand'anche fosse ritenuto sufficiente un obiettivo di deficit/pil nominale al 2,2% (e stando alla dichiarazione di Moscovici non lo sarebbe), il punto di partenza per Bruxelles è una stima con l'attuale manovra al 2,9%. Inoltre le previsioni di crescita sono unanimemente considerate irrealistiche. E così anche se il target dovesse essere ridotto al 2,2%, il taglio sarebbe dello 0,7%, pari a 12,6 miliardi. In ogni caso per assicurare un taglio minimo del deficit strutturale, quello che conta ai fini della supervisione Ue, Bruxelles un mese e mezzo fa riteneva fosse necessario un target di deficit nominale a quota 1,6-1,7%. Si ritiene che ora possa arrivare al massimo poco sotto il 2% del pil.

LE RASSICURAZIONI
Ieri il vicepremier Matteo Salvini, in conferenza stampa alla Camera, ha assicurato che il governo «farà di tutto per evitare la procedura di infrazione, non godiamo a essere sanzionati». Niente «numerini» per ora: «Arriveranno alla fine. Stiamo rifacendo i conti su tutto». «L'Europa - ha aggiunto - chiede serietà e noi stiamo preparando una manovra seria». E poi, riferendosi ai mercati, ha ironizzato: «Io sorrido, perché se io sorrido lo spread scende e io allora sorrido». A fornire qualche dettaglio in più sulle intenzioni del governo è l'altro vicepremier Luigi Di Maio, che ieri ha incontrato il ministro delle finanze tedesco Scholz: «Reddito di cittadinanza, quota 100, la flat tax per le partite Iva e l'Ires agevolata per le imprese: i capisaldi della manovra rimangono tutti lì e i saldi della legge di bilancio restano invariati. Stiamo cercando semplicemente di migliorare la quota investimenti e questo aiuta molto la manovra». Insomma, Salvini apre, mentre Di Maio conferma i tempi per il reddito che deve scattare all'inizio del nuovo anno.

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