venerdì 16 novembre 2018

Brexit: cancellata la convocazione dei membri del governo - Gove non si dimette e divide i 'brexiteers'

Sembra essere martedì 20 il giorno X per l'avvio delle procedure di voto in casa Tory sulla mozione di sfiducia contro la leadership di Theresa May che i brexiteers ultrà del partito stanno promuovendo in polemica con l'intesa sul divorzio dall'Ue raggiunta dalla premier con Bruxelles. Nelle ultime ore si è aggiunta la firma di John Whittingdale, ex ministro della Cultura nel governo Cameron, il quale ha confermato d'aver inviato una lettera a sostegno della mozione al comitato 1922, l'organismo interno che sovrintende alle procedure per l'elezione del leader del Partito Conservatore. Il presidente del comitato, Graham Brady, ha tuttavia affermato di non essere ancora al corrente del raggiungimento del quorum necessario, a dispetto di indicazioni che lo danno già per superato. L'avvio dell'iter richiede la firma di almeno 48 deputati, numero che i ribelli sembrano comunque in grado di raggiungere. Tuttavia, poi, in caso di voto, occorrerebbe un minino di 158 per scalzare May dalla guida del partito, soglia considerata fuori portata salvo sorprese.

Il Chief Whip del Partito Conservatore britannico (capogruppo alla Camera dei Comuni e membro del governo) ha annullato la convocazione straordinaria annunciata in mattinata dell'ufficio di presidenza del gruppo che aveva fatto pensare a un imminente avvio della procedura sulla mozione di sfiducia contro la leadership Tory di Theresa May. La convocazione riguardava tutti i 'whip', cioè i soli componenti dell'ufficio di presidenza che nell'ordinamento britannico aiutano a coordinare i lavori parlamentari.

E niente dimissioni dal governo di Theresa May per il ministro dell'Ambiente, Michael Gove. Lo annunciano fonti a lui vicine smentendo indiscrezioni circolate al riguardo dopo il suo presunto rifiuto di sostituire Dominic Raab al dicastero per la Brexit. L'annuncio ferma l'emorragia di esponenti 'brexiteers' dall'esecutivo e delude i conservatori più ultrà nella corrente dei falchi. Mentre dalla presidenza del partito arriva un segnale di rassicurazione: May ha i numeri per "vincere" in caso di mozione di sfiducia alla sua leadership.

Gove, secondo indiscrezioni riportate da fonti mediatiche, non solo non intende dimettersi, ma pare abbia convinto altri quattro ministri 'brexiteers' di spicco superstiti a restare come lui nella compagine: il titolare del Commercio con l'Estero, Liam Fox, quello dei Trasporti, Chris Grayling, quella dello Sviluppo Internazionale, Penny Mordaunt, e quella dei Rapporti con il Parlamento, Andrea Leadsom. L'obiettivo concordato dal quintetto, stando a un notista politico del Sunday Times, sarebbe quello di cercare di mantenere un peso in grado di continuare a condizionare le scelte del governo e di Theresa May e, se possibile, a "migliorare" le intese negoziali con Bruxelles sulla Brexit. "Dimettersi e unirsi alla ribellione non aiuterebbe nessuno", pare abbia detto uno di loro.

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