Etna sta scivolando nel Mar Ionio: rischio tsunami. Nuovo studio relaziona il movimento alla gravità, non principalmente all'ascesa del magma. Le ultime notizie.
L’Etna sta lentamente collassando su se stesso e scivolando verso il mare, con conseguente rischio tsunami. In attesa di notizie più certe in merito all'allarme, andiamo a vedere assieme l’ultima eruzione importante dello stesso vulcano catanese. Stando a quanto si legge sugli archivi, era il 14 dicembre del 1991, ben 27 anni fa, quando si registrò la più lunga eruzione del 20esimo secolo: il vulcano fu attivo per 473 giorni, chiudendo la sua attività solamente nel 1992. La lava che fuoriuscì dall’Etna andò a riversarsi sulla zona del Trifoglietto e verso il Salto della Giumenta, dirigendosi poi verso la Val Calanna. In quell’occasione, vista la gravità della situazione, intervennero anche la protezione civile e il genio dell’esercito, che eressero un argine che riuscì a respingere per circa due mesi la lava riversatasi fuori dal monte. Quella fu l’ultima volta che l’Etna eruttò in maniera importante ma senza provocare vittime. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
RISCHIO TSUNAMI?
L'Etna sta scivolando verso il mare, c'è il serio rischio che collassi su sé stesso e provochi uno Tsunami: questo l'allarme lanciato dai ricercatori. Morelia Urlaub, la principale autrice dello studio, ha analizzato: "Abbiamo notato che nel maggio 2017 le distanze tra i transponder su diversi lati della faglia erano chiaramente cambiati: il versante era scivolato di 4 centimetri verso il mare e si è abbassato di 1 centimetro in un periodo di otto giorni. Questo movimento può essere paragonato a un terremoto molto lento, un cosiddetto “evento di scivolamento lento". Il fianco sud-orientale dell’Etna si è spostato di una distanza simile durante lo stesso periodo di osservazione, sottolinea Green Report, con la Urlaub che ha continuato: "Quindi l’intero fianco sud-est ha cambiato la sua posizione. In generale, i nostri risultati indicano che la pendenza sta scivolando a causa della gravità e non a causa dell’aumento del magma". Heidrun Kopp, coordinatrice del team GeoSEA, ha commentato: "L’intera pendenza è in movimento a causa della gravità, quindi è del tutto possibile che possa collassare in modo catastrofico, provocando uno tsunami in tutto il Mediterraneo. Tuttavia, i risultati dello studio non consentono di prevedere se e quando tale evento potrebbe verificarsi". (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
"IMPOSSIBILE FARE PREVISIONI"
I ricercatori Alessandro Bonforte, Giuseppe Puglisi e Francesco Guglielmino, che hanno preso parte per l’INGV, ricerca oceanica di Kiel, in Germania, sui movimenti dell'Etna, hanno spiegato la particolarità del fenomeno e i rischi. “E’ la prima volta che misuriamo deformazioni sottomarine dell’Etna“, ha illustrato all’ANSA Alessandro Bonforte. “I nuovi dati spostano adesso la causa del movimento in mare, dove si trova la scarpata ibleo-maltese. E’ come se il vulcano lì non avesse i piedi“. Secondo Francesco Guglielmino però prospettive precise non ce ne sono: “Non possiamo prevedere se e quando l’Etna provocherà uno tsunami. Quel che possiamo dire è che lo scivolamento verso il mare avviene sia in presenza che in assenza di eruzioni. Il suo motore non è quindi nel cono vulcanico, ma in mare. E’ necessario progettare una nuova rete di sensori acustici e trasponder per monitorare in dettaglio le deformazioni dell’Etna, non solo sui fianchi ma anche sott’acqua.“ (agg. di Fabio Belli)
IL NUOVO STUDIO
La forza di gravità sta spingendo l’Etna in mare. Il fianco sud-orientale del vulcano sta scivolando lentamente e pericolosamente. Un rapido e improvviso movimento potrebbe provocare uno tsnuami potente e disastroso. Lo sostengono gli scienziati del GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research di Kiel che stanno studiando i movimenti dell’Etna, e in particolare il fianco subacqueo. Gli esperti hanno registrato un abbassamento verso il mare di quattro centimetri in soli otto giorni, da qui le preoccupazioni. Il fenomeno al momento è del tutto sconosciuto, quindi le misurazioni non sono in grado di aiutare a fare delle previsioni, ma quel che è chiaro è che se il fianco dovesse scivolare in mare, potremmo trovarci di fronte ad uno tsunami. Ad oggi però non è possibile prevedere se e quando accadrà. Lo studio ha confermato però che sarebbe la gravità la forza trainante verso il mare, non solo l’ascesa del magma, come invece era stato precedentemente ipotizzato, anche se quest’ultimo aspetto è meno decisivo.
ETNA STA SCIVOLANDO NEL MAR IONIO: RISCHIO TSUNAMI
Al momento non ci sono segni di un collasso imminente dell’Etna, ma il vulcano resta un “sorvegliato speciale”, del resto è uno dei vulcani più monitorati al mondo. Lo scivolamento non è veloce, ma se la parte del vulcano a ridosso della costa diventasse instabile, precipitando verso il mare, potrebbe provocare uno tsunami in grado di devastare le coste del Mediterraneo orientale. «Un cedimento di massa, un evento franoso, sarebbe un disastro per un'area vasta e popolata», ha dichiarato Boris Behncke, vulcanologo presso l’osservatorio dell’Etna dell’Ingv che non ha preso parte al nuovo studio pubblicato ieri su Science Advances da un gruppo di ricerca guidato da Morelia Urlaub del GEOMAR Helmholtz Centre per la ricerca oceanica di Kiel, in Germania, a cui invece hanno preso parte per l’INGV i ricercatori Alessandro Bonforte, Giuseppe Puglisi e Francesco Guglielmino. Per realizzare lo studio il team ha predisposto una rete di transponder sottomarini attorno al fianco sud-orientale dell’Etna. «Grazie a questi sensori c'è ora la certezza che anche il basamento sottomarino è coinvolto in questo movimento di instabilità», ha dichiarato Bonforte a National Geographic Italia. Servirà un monitoraggio lungo decenni prima di distinguere tra uno scivolamento normale e uno accelerato per prevenire un collasso catastrofico.
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