venerdì 28 settembre 2018

Mirino dei pm sui sensori salva-vita mai installati

Genova - Inizio 2017: il Politecnico di Milano consegna ad Autostrade per l’Italia una relazione di consulenza in cui segnala forti criticità sul Ponte Morandi. I tecnici indicano un indebolimento fino al 20% degli stralli, i tiranti diagonali probabilmente responsabili del cedimento dello scorso 14 agosto. 

La possibile cura per monitorare la tenuta strutturale, in attesa di avviare il progetto di ristrutturazione, erano sensori ad alta tecnologia. Un dispositivo dal costo di un milione di euro che Autostrade non adottò.

Ed è proprio da qui che parte una delle più recenti ipotesi investigative al vaglio dei pubblici ministeri Paolo D’Ovidio, Massimo Terrile e Walter Cotugno, i magistrati che coordinano l’inchiesta condotta dai militari del Primo Gruppo della Guardia di Finanza di Genova: è possibile che la mancata adozione dei sensori - la loro installazione era stata prevista, ma solo dopo l’apertura dei cantieri di retrofitting - sia legata all’obiettivo di scaricarne i costi sui contribuenti, attraverso i pedaggi?

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