domenica 30 settembre 2018

Manovra, Tria: puntiamo a una crescita dellʼ1,6% nel 2019 e al calo debito

Lʼobiettivo è una riduzione di un punto lʼanno nel triennio. Intanto il premier Conte annuncia un piano di rilancio degli investimenti pubblici da 38 miliardi nei prossimi 15 anni e 15 miliardi nel triennio.
La nota d'aggiornamento al Def punta a una crescita dell'1,6% nel 2019 e dell'1,7% nel 2020. A spiegarlo è il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, il quale assicura che la manovra garantirà anche un calo del debito di un punto l'anno per i prossimi tre anni. Il premier, Giuseppe Conte, intanto, annuncia che nel documento è previsto "un piano per gli investimenti pubblici per 38 miliardi nei prossimi 15 anni e 15 nel triennio".
In una lunga intervista al Sole 24 Ore, Tria assicura di non aver mai minacciato le dimissioni e spiega che il calo del debito di un punto l'anno "non è forte ma è maggiore di quello realizzato negli ultimi anni. E sarà garantito anche da una clausola di salvaguardia sulla spesa che sostituisce le clausole sulle entrate fiscali utilizzate finora in ogni manovra per scrivere obiettivi di deficit e debito poi sempre rivisti".

Per quanto riguarda invece i livelli di deficit previsti dal Def, il ministro spiega di rendersi "perfettamente conto" delle preoccupazioni europee, ma "non si tratta assolutamente di una sfida all'Europa. E' essenziale dare una prospettiva chiara a famiglie e investitori", e "se questo viene compreso, si può aprire una discussione e il giudizio sul 2,4% può cambiare".

Tria garantisce quindi che con gli altri ministri "la mediazione c'è stata, e non da poco", anche considerato che "le previsioni di crescita su cui era stato costruito il quadro tendenziale di finanza pubblica dal precedente governo sono cambiate in modo sostanziale", e "già per il 2019 l'eredità effettiva lasciata, nelle nuove condizioni economiche, era di un deficit già sostanzialmente vicino al 2 per cento".

Il ministro spiega quindi che "non avviare le riforme avrebbe finito per creare una prospettiva disastrosa: ancora bassa crescita, alta disoccupazione e difficoltà crescente a conciliare la discesa del debito con la stabilità sociale". Mentre "il livello di deficit deciso dà spazio a un piano straordinario di investimenti pubblici" (qui 38 miliardi fino al 2033) che è "fondamentale per recuperare il gap di crescita che ormai da dieci anni ci vede un punto sotto dalla media dell'Eurozona".

Infine, sul reddito di cittadinanza Tria chiarisce che "dovrà essere un intervento duplice: di sostegno al reddito nei periodi di transizione, in cui si cerca il lavoro, e nello stesso tempo di aiuto all'uscita da sacche di povertà che sono indegne per un Paese come l'Italia, la settima potenza industriale del mondo". E per evitare abusi rivela che "su mio mandato la guardia di finanza sta mettendo a punto un piano specifico di controllo": chi cercherà "di accedere ai benefici avendo redditi nascosti andrà incontro ad un alto rischio".

Il premier Conte annuncia un piano di investimenti. Intanto Conte dalle pagine del Corriera della Sera tranquillizza l'Europa: "Questo governo non ha alcuna tentazione di creare vertenze o contrapposizioni con le istituzioni europee . Sappiamo che il dialogo con l'Europa e' importante e ci predisponiamo ad esso con la massima serenità". E assicura: "Abbiamo previsto un piano per gli investimenti pubblici per un importo pari a 38 miliardi nei prossimi quindici anni e altri 15 nel prossimo triennio. Accompagneremo questo piano con la semplificazione burocratica, la riforma del codice dei contratti pubblici, la digitalizzazione dei servizi pubblici, l’accelerazione dei processi civili. Avremo una cabina di regia e gruppi di esperti che ci consentiranno di realizzare il più grande piano di investimenti mai progettato in Italia e il più grande rafforzamento mai pensato del nostro sistema di infrastrutture materiali e immateriali".

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