giovedì 20 settembre 2018

Brexit vista dagli italiani: i più dispiaciuti sono i giovani, ma non smetteranno di partire

Brexit vista dagli italiani: i più dispiaciuti sono i giovani, ma non smetteranno di partire.
Un sondaggio dell’Swg misura come la nostra opinione pubblica si sta preparando all’uscita del Regno Unito dall’Ue.
Il negoziato su Brexit si avvicina, e come ha ricordato ieri il capo negoziatore dell’Unione Europea “Il vertice di ottobre sarà il momento della verità”. Slittamenti e rinvii, per dare il tempo alla premier britannica Theresa May di convincere governo e parlamentari, sono da mettere in conto. E malgrado le questioni da risolvere siano ancora molte - più di carattere politico che tecnico, per la verità - non mancano i segnali di ottimismo. Alla vigilia del Convegno di Pontignano, importante appuntamento dell’agenda anglo-italiana, dal 20 al 22 settembre, l’ambasciatrice britannica in Italia Jill Morris, durante un incontro con la stampa ieri a Roma, ha trasmesso un certo ottimismo del Foreign Office, dicendosi convinta “che sia possibile raggiungere un accordo con Bruxelles, perché quello che ci unisce è maggiore di quello che ci divide”. Morris non nasconde l’importanza del momento, “l’urgenza” con cui le parti si devono confrontare - urgenza resa tanto più acuta dalla situazione di complessiva fragilità attraversata dall’Unione - così come non nasconde che il Foreign Office sta lavorando anche in previsione degli scenari peggiori, ma - ripete più volte - “non mancano i segnali positivi”. Ed è in questo senso che va letta l’indagine della Swg commissionata dal governo britannico su cosa pensano gli italiani del Regno Unito (che ricordiamolo ospita oltre 600.000 connazionali): un modo per far parlare anche le opinioni pubbliche, per capire cosa pensano, cosa si aspettano e come vivono una fase così delicata nelle relazioni europee. 

GLI ITALIANI E BREXIT 
Qual è dunque la percezione che gli italiani hanno del Regno Unito? Tra le cose che emergono con più chiarezza è che la maggior parte di loro (69%) vede con favore la creazione di un’area di libero scambio tra UK e UE dopo la Brexit, anche perché 3 italiani su 4 non si sono sentiti frenati dal voto sull’uscita dall’Ue dall’andare in GB per turismo, lavoro o studio. Questo non significa che Brexit piaccia agli italiani: il 47% pensa che i cittadini britannici abbiano fatto una scelta sbagliata, motivata più dalla “pancia” (59%) che dalla “testa” (30%) e solo il 37% ritiene invece giusta la scelta di Brexit. Tra le conseguenze dell’uscita più positive per il Regno Unito ci sarebbero, nell’ordine, il controllo dei flussi migratori (55%) e la gestione delle tasse a livello nazionale (54%), seguiti dal rilancio dell’occupazione (45%), mentre la principale conseguenza negativa prevista è una perdita di peso politico del Paese su scala europea(49%). 

GUARDANDO AL FUTURO 
Oltre un italiano su due (58%) ritiene auspicabile il mantenimento di un legame stretto tra il Regno Unito e l’UE dopo la Brexit, ma questa proporzione aumenta, in alcuni casi considerevolmente, quando si parla di aspetti specifici della partnership. Il 73% degli intervistati è favorevole al mantenimento di una stretta collaborazione UK-UE in materia di difesa e sicurezza, mentre il 69% si dice d’accordo con l’idea di un’area di libero scambio dopo l’uscita del Regno Unito dal Mercato Unico. Il 62% degli italiani concorda inoltre con il principio di una gestione controllata dei flussi migratori dei cittadini comunitari tra UE e Regno Unito. E se l’accordo saltasse? 4 Italiani su 5 ritengono che un mancato accordo tra Regno Unito e UE alla fine dei negoziati sulla Brexit sarebbe dannoso. Meno di un italiano su dieci (7%) ritiene il contrario. Oltre un italiano su tre (37%) ritiene che i danni di un no-deal sarebbero equamente ripartiti tra Regno Unito e UE, mentre il 27% ritiene che le conseguenze negative sarebbero maggiori per il Regno Unito rispetto all’UE e il 16% immagina peggiori conseguenze di questo scenario soprattutto per l’UE. 

IL FOCUS SUI GIOVANI 
I giovani tra i 18 e i 24 anni mostrano una predisposizione particolarmente positiva nei confronti del Regno Unito. Se oltre la metà di loro è già stato in UK, 9 su 10 hanno apprezzato la loro esperienza oltremanica. I giovani sono dispiaciuti più degli adulti per la Brexit, e più di loro vogliono che UK e UE mantengano una collaborazione stretta a tutti i livelli dopo la Brexit, a partire da sicurezza e da commercio. Tra gli intervistati nella fascia di età 18-24, il 93% (vs media nazione del 77%) che hanno visitato il Regno Unito considera la propria esperienza positiva. Il 96% (vs 86%) dichiara che tornerebbe nuovamente in UK. Circa 6 giovani su 10 (59% vs 54%) sostengono di avere un amico o un parente attualmente nel Regno Unito, e riferiscono che praticamente la loro totalità (98% vs 79%) parla positivamente della propria esperienza in UK. Tra i giovani italiani, grande successo rispetto alla media nazionale riscuote la musica britannica (89% vs 80%), la cultura (80% vs 77), la storia (86% vs 80%), le opportunità professionali (83% - 75%) e l’innovazione made in Britain (80% vs 72%) . Anche la proporzione di giovani che è favorevole a un’area di libero scambio tra UK e UE dopo la Brexit è considerevolmente maggiore rispetto alla media nazionale (83% vs 69%). [F.S.] 

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