La salma di Vittorio Emanuele III è in Italia, al santuario di Vicoforte: riposerà accanto alla moglie - Repubblica.it: "È ARRIVATA al santuario di Vicoforte di Mondovì la salma di Vittorio Emanuele III. Partita da Alessandria d'Egitto - dove era sepolta nella cattedrale di Santa Caterina - è rientrata in Italia a bordo di un volo militare che è atterrato alle 11 all'aeroporto di Cuneo. Alla partenza ad Alessandria erano presenti i familiari e l'ambasciatore italiano al Cairo, Giampaolo Cantini.
Le spoglie di Vittorio Emanuele III sono state portate da Alessandria in un aeroporto militare nelle vicinanze del Cairo dal quale sono partite a bordo di un aereo militare non appena espletate le formalità burocratiche di rito. L'aereo è arrivato allo scalo militare di Cuneo in mattinata e la bara è stata traslata al Santuario di Vicoforte, accanto a quella della regina Elena. Sono molti i visitatori e i turisti che oggi sono saliti a Vicoforte. La cappella di San Bernardo, dove è già stata collocata la regina, è però, almeno per il momento, chiusa al pubblico.
Sulla vicenda interviene la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni: "In un'epoca segnata dal progressivo smarrimento di Memoria e valori fondamentali il rientro della salma del re Vittorio Emanuele III in Italia non può che generare profonda inquietudine, anche perché giunge alla vigilia di un anno segnato da molti anniversari", tra cui "gli 80 anni dalla firma delle Leggi Razziste". "Bisogna che lo si dica chiaramente, in ogni sede - scrive Di Segni in una riflessione pubblicata sul portale di informazione Ucei www.moked.it - Vittorio Emanuele III fu complice di quel regime fascista di cui non ostacolò mai l'ascesa e la violenza apertamente manifestatasi sin dai primi mesi del Ventennio. Nessun tribunale ebbe mai modo di processarlo, per quelle gravi colpe. Cercheremo di colmare questo vuoto con una specifica iniziativa, nel prossimo mese di gennaio. Per chi oggi vuole farne un eroe o un martire della Storia, per chi ancora chiede una sua solenne traslazione al Pantheon, non può che esserci una risposta: nessun onore pubblico per chi porta il peso di decisioni che hanno gettato discredito e vergogna su tutto il paese. L'Italia non può e non deve dimenticare".
SCHEDA Il fascismo, le leggi razziali, la fuga: le colpe di Vittorio Emanuele III
La regina Elena e re Vittorio Emanuele III di Savoia riposeranno l'uno accanto all'altra nel Santuario. Ma una parte della famiglia Savoia non è d'accordo e, a quanto sembra, è intenzionata a dare battaglia. Gian Nicolino Narducci, segretario di Serge di Jugoslavia, ha incontrato il rettore della basilica, don Meo Bessone, e nel corso di un colloquio che alcune fonti hanno definito "concitato" ha fatto presente che "tutto si può ancora bloccare".
"Mio nonno - osserva Emanuele Filiberto ai microfoni di Tgcom24 riferendosi a Umberto II, ultimo re d'Italia - diceva che le salme resteranno in esilio finché non torneranno al Pantheon a Roma. Dal 2002, quando è stata abrogata la norma transitoria della Costituzione sull'esilio, non c'erano più problemi nel riportarle in Italia. Ma abbiamo sempre aspettato. Ed è da sempre che vogliamo siano collocate al Pantheon".
Savoia, la salma di re Vittorio Emanuele III a Vicoforte
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Emanuele Filiberto si è detto "felice" per il rientro della bisnonna in Italia - ringraziando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per averlo reso possibile - ma anche "sorpreso" per la segretezza dell'operazione: "Io l'ho appreso dalla stampa e dalle agenzie. Non capisco questa specie di 'vergogna' di riportare in Italia questa amata regina. Lo trovo strano".
Al termine della tumulazione della salma di Vittorio Emanuele III al Santuario di Vicoforte, la famiglia Savoia ha incaricato Federico Radicati di Primeglio di fare una dichiarazione alla stampa. Il rappresentante ha ricevuto delega per rappresentare la famiglia in "tutti i passi necessari per la estumulazione delle salme del re d'Italia Vittorio Emanuele III e di Elena di Savoia affinché vengano traslati e ricongiunti in Italia nel centenario della Grande Guerra, come da noi auspicato nella lettera del 10 maggio al presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella". La delega è firmata di Vittorio Emanuele e da Maria Gabriella. "Si è parlato molto di segretezza negli ultimi tempi - ha dichiarato Radicati di Primeglio fuori dal Santuario - ma non c'è stato niente di segreto, c'è stata semplicemente riservatezza come è normale che sia nelle questioni di famiglia". "La speranza - ha aggiunto - è che questo ritorno in Italia possa portare alla condivisione della visione storica, della memoria storica, in Italia". Sulle polemiche in merito al trasferimento, a chi gli chiedeva se tutta la famiglia fosse d'accordo, il conte ha risposto: "Questa è una questione familiare che non mi riguarda, non posso dire di più"." SEGUE >>>
Le spoglie di Vittorio Emanuele III sono state portate da Alessandria in un aeroporto militare nelle vicinanze del Cairo dal quale sono partite a bordo di un aereo militare non appena espletate le formalità burocratiche di rito. L'aereo è arrivato allo scalo militare di Cuneo in mattinata e la bara è stata traslata al Santuario di Vicoforte, accanto a quella della regina Elena. Sono molti i visitatori e i turisti che oggi sono saliti a Vicoforte. La cappella di San Bernardo, dove è già stata collocata la regina, è però, almeno per il momento, chiusa al pubblico.
Sulla vicenda interviene la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni: "In un'epoca segnata dal progressivo smarrimento di Memoria e valori fondamentali il rientro della salma del re Vittorio Emanuele III in Italia non può che generare profonda inquietudine, anche perché giunge alla vigilia di un anno segnato da molti anniversari", tra cui "gli 80 anni dalla firma delle Leggi Razziste". "Bisogna che lo si dica chiaramente, in ogni sede - scrive Di Segni in una riflessione pubblicata sul portale di informazione Ucei www.moked.it - Vittorio Emanuele III fu complice di quel regime fascista di cui non ostacolò mai l'ascesa e la violenza apertamente manifestatasi sin dai primi mesi del Ventennio. Nessun tribunale ebbe mai modo di processarlo, per quelle gravi colpe. Cercheremo di colmare questo vuoto con una specifica iniziativa, nel prossimo mese di gennaio. Per chi oggi vuole farne un eroe o un martire della Storia, per chi ancora chiede una sua solenne traslazione al Pantheon, non può che esserci una risposta: nessun onore pubblico per chi porta il peso di decisioni che hanno gettato discredito e vergogna su tutto il paese. L'Italia non può e non deve dimenticare".
SCHEDA Il fascismo, le leggi razziali, la fuga: le colpe di Vittorio Emanuele III
La regina Elena e re Vittorio Emanuele III di Savoia riposeranno l'uno accanto all'altra nel Santuario. Ma una parte della famiglia Savoia non è d'accordo e, a quanto sembra, è intenzionata a dare battaglia. Gian Nicolino Narducci, segretario di Serge di Jugoslavia, ha incontrato il rettore della basilica, don Meo Bessone, e nel corso di un colloquio che alcune fonti hanno definito "concitato" ha fatto presente che "tutto si può ancora bloccare".
"Mio nonno - osserva Emanuele Filiberto ai microfoni di Tgcom24 riferendosi a Umberto II, ultimo re d'Italia - diceva che le salme resteranno in esilio finché non torneranno al Pantheon a Roma. Dal 2002, quando è stata abrogata la norma transitoria della Costituzione sull'esilio, non c'erano più problemi nel riportarle in Italia. Ma abbiamo sempre aspettato. Ed è da sempre che vogliamo siano collocate al Pantheon".
Savoia, la salma di re Vittorio Emanuele III a Vicoforte
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Emanuele Filiberto si è detto "felice" per il rientro della bisnonna in Italia - ringraziando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per averlo reso possibile - ma anche "sorpreso" per la segretezza dell'operazione: "Io l'ho appreso dalla stampa e dalle agenzie. Non capisco questa specie di 'vergogna' di riportare in Italia questa amata regina. Lo trovo strano".
Al termine della tumulazione della salma di Vittorio Emanuele III al Santuario di Vicoforte, la famiglia Savoia ha incaricato Federico Radicati di Primeglio di fare una dichiarazione alla stampa. Il rappresentante ha ricevuto delega per rappresentare la famiglia in "tutti i passi necessari per la estumulazione delle salme del re d'Italia Vittorio Emanuele III e di Elena di Savoia affinché vengano traslati e ricongiunti in Italia nel centenario della Grande Guerra, come da noi auspicato nella lettera del 10 maggio al presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella". La delega è firmata di Vittorio Emanuele e da Maria Gabriella. "Si è parlato molto di segretezza negli ultimi tempi - ha dichiarato Radicati di Primeglio fuori dal Santuario - ma non c'è stato niente di segreto, c'è stata semplicemente riservatezza come è normale che sia nelle questioni di famiglia". "La speranza - ha aggiunto - è che questo ritorno in Italia possa portare alla condivisione della visione storica, della memoria storica, in Italia". Sulle polemiche in merito al trasferimento, a chi gli chiedeva se tutta la famiglia fosse d'accordo, il conte ha risposto: "Questa è una questione familiare che non mi riguarda, non posso dire di più"." SEGUE >>>
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