sabato 2 dicembre 2017

Hiv, 800 nuovi casi all’anno Al Sacco un aiuto per le coppie - Corriere.it

Hiv, 800 nuovi casi all’anno Al Sacco un aiuto per le coppie - Corriere.it: "
Quasi 800 nuovi casi di hiv in Lombardia nel 2016. Età media: 25 anni. Nella giornata mondiale di lotta all’Aids l’assessore regionale alla Sanità Giulio Gallera snocciola i numeri di un’epidemia che continua. «I giovani sottovalutano o non percepiscono i rischi». Più colpita la comunità omosessuale (60 per cento dei casi) e gli uomini (620 su 793 contagiati). Al tema della malattia si lega la difficoltà, per le donne, di avere un bambino nonostante il virus. Qui entra in gioco il Centro di riproduzione assistita del Sacco, un’eccellenza a livello nazionale. Altri numeri, che danno speranza. Diecimila coppie da tutta Italia accompagnate in quindici anni. Mille bambini nati sani.Tanti aspiranti genitori che hanno realizzato un sogno.
Il percorso di assistenza
«Ogni anno riceviamo circa cento richieste — spiega Valeria Savasi, responsabile del centro — ma accogliamo solo chi ha concrete possibilità, ovvero quelle persone in cui la viremia è zero. Nell’uomo si interviene per eliminare il virus dallo sperma, nella donna si mette in atto la terapia e poi si procede con l’inseminazione artificiale o la fecondazione in vitro». Nel 2017 sono 300 le coppie seguite dagli specialisti, di cui il 30 per cento con problemi legati all’hiv, il 10 per cento all’epatite.
La storia di una coppia
Tra loro anche Teresa e Giacomo (nomi di fantasia), liguri. «Vogliamo un bambino — racconta la 38enne — è un desiderio che nasce naturalmente in ogni donna». Lei ha contratto l’hiv quando era 15enne e del virus sapeva poco o nulla nonostante la forte campagna informativa di quegli anni. «È bastata una volta — dice —, sembrava un ragazzo perbene e normalissimo». Poi la scoperta della malattia per caso, durante un ricovero in ospedale. «L’ha saputo prima mia mamma, io ero ancora minorenne. Come l’abbiamo affrontato? Un misto di paura e preoccupazione». Da lì è iniziata la terapia che la porta oggi a vivere «una vita normale, sono gli altri che mi fanno ricordare di questo male». Perché se le cure sono molto progredite, lo stigma sociale e la diffidenza altrui, data dall’ignoranza, non sono stati sconfitti. «Non dico a nessuno che ho l’hiv, nemmeno al mio medico di base». Lo ha confessato però a Giacomo, che con le desidera creare una famiglia. «Lui ha l’epatite C, ci siamo regalati un segreto a vicenda». E al piccolo, una volta che sarà cresciuto, racconterà la storia? «Non credo, non voglio caricarlo dei miei pensieri. Ma alle ragazze vorrei ripetere di stare attente, di usare le precauzioni perché l’hiv è un male subdolo e trasparente. Non si vede ma ti rimane addosso». E lui, il ragazzo che l’ha contagiata, sapeva di essere malato? «Giurava di no, ma ancora oggi non so se credergli»."


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