mercoledì 22 novembre 2017

Vaccini obbligatori, la Consulta respinge i ricorsi del Veneto - Corriere.it

Vaccini obbligatori, la Consulta respinge i ricorsi del Veneto - Corriere.it: "L’introduzione dei vaccini obbligatori per l’accesso a scuola è legittima. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale, bocciando due ricorsi della Regione Veneto in quanto le questioni sollevate «non sono fondate». La disciplina sugli obblighi vaccinali è sancita dalla legge 119/2017, in vigore dal 6 agosto. Secondo i giudici costituzionali, le misure in questione rappresentano una scelta spettante al legislatore nazionale. E la scelta non è stata irragionevole, precisano, poiché volta a tutelare la salute individuale e collettiva e fondata sul dovere di solidarietà nel prevenire e limitare la diffusione di alcune malattie. Le questioni sottoposte alla Corte costituzionale non mettevano in discussione l’efficacia delle vaccinazioni ma la loro obbligatorietà, sospesa dalla Regione Veneto con una legge del 2007 che aveva introdotto un sistema di prevenzione delle malattie infettive basato solo sulla persuasione. Questo il commento su Twitter il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: «Grande soddisfazione per la conferma di costituzionalità del #decretovaccini da parte della Consulta. I vaccini sono una conquista della scienza e una delle più importanti misure di prevenzione esistenti. Il decreto protegge la salute dei nostri bambini e di tutta la comunità».
Zaia: «Si passa alla coercizione»
«Prendiamo atto di questa sentenza della Consulta, che rispettiamo. Come governatore io ho fatto solo il mio dovere, perché ho difeso un modello che esisteva da dieci anni, fondato sulla libertà di scelta e sul dialogo con le famiglie. Ora si passa alla coercizione - ha detto il presidente veneto Luca Zaia -. Non abbiamo mai avuto posizioni contro le vaccinazioni, anzi, mi spiace che la difesa di questo modello, che condividiamo con 15 Paesi europei, come la Gran Bretagna, e che è stato concordato e monitorato col Ministero della Salute, sia stata presa come una posizione no vax. Con la sentenza di oggi si scrive la parola fine su un modello su cui ci siamo spesi, anche culturalmente, con un dialogo con le famiglie, e si passa alla coercizione».
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I dieci vaccini obbligatori
Scelta giustificata da calo vaccinale
La Corte ha considerato che tutte le vaccinazioni obbligatorie erano già previste e raccomandate nei Piani di vaccinazione e finanziate dallo Stato tramite i Livelli essenziali di assistenza. Inoltre, il passaggio da una strategia basata sulla persuasione a un sistema di obbligatorietà si giustifica, secondo la Consulta, alla luce del contesto attuale caratterizzato da progressivo calo delle coperture, con il rischio che malattie considerate scomparse tornino a circolare o che si scatenino epidemie (come succede con il morbillo). La mancata vaccinazione, precisa la Corte, non comporta l’esclusione dalla scuola dell’obbligo dei minori, che vengono di norma inseriti in classi in cui gli altri alunni sono vaccinati. Inoltre - considerano i giudici - la legge ha modificato il testo del decreto riducendo sensibilmente le sanzioni amministrative (la cifra massima è passata da 7.500 a 500 euro) e prevedendo che, in ogni caso, debbano essere precedute dall’incontro tra le famiglie e le autorità sanitarie per favorire un’adesione consapevole e informata al programma vaccinale.
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Dal nido alle superiori
I due ricorsi del Veneto
I giudici della Consulta hanno messo così un punto fermo sul tema dei vaccini obbligatori, che ha innescato aspre discussioni nell’opinione pubblica. La Regione guidata da Luca Zaia è stata però l’unica ad aver impugnato la legge. Una prima risposta al Veneto era arrivata a fine settembre dal Consiglio di Stato, che indicava come la copertura vaccinale sia «un interesse primario della collettività» e «la sua obbligatorietà può essere imposta ai cittadini dalla legge, con sanzioni proporzionate e forme di coazione indiretta». Due i ricorsi in cui si lamenta una lesione del diritto individuale alla salute: il Veneto ha impugnato sia il decreto legge 73/2017, sia la norma di conversione in vigore dal 6 agosto. Disposizioni che introducono quale condizione per l’iscrizione scolastica tra 0 e 16 anni l’obbligo di vaccino gratuito contro polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Haemophilus influenzae tipo b, morbillo, rosolia, parotite e varicella (solo per i nati dal 2017 in avanti). Offerti gratuitamente (con un’offerta «attiva», vale a dire con chiamata dalle Asl) anche i vaccini contro meningococco B, meningococco C, pneumococco e rotavirus (i primi due in origine erano previsti nel decreto come obbligatori). Per nidi e materne il rispetto del calendario vaccinale in vigore nell’anno di nascita del bambino è necessario per l’ammissione; per le scuole dell’obbligo il mancato rispetto della norma fa scattare un richiamo e colloqui con le famiglie, con il rischio di multe da 100 a 500 euro.
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