La vera storia dei tre video anti-musulmani ritwittati da Trump - Repubblica.it: "Tre video per denunciare la violenza islamica nel mondo: sarebbe stata questa l'intenzione del presidente americano Donald Trump che ieri ha ritwittato immagini pubblicate da Jayda Fransen, numero due del gruppo nazionalista britannico Britain First. Facendo infuriare perfino quella Theresa May che pure era stata la prima leader straniera da lui invitata alla Casa Bianca, meno di una settimana dopo il suo insediamento. Il New York Times ha analizzato quei video e scoperto che le cose non stanno esattamente come sembrano.Se il primo dei video rilanciati dal Presidente Usa infatti travisa la realtà, gli altri due mostrano violenze compiute in ambiti islamici, sì, ma sono mostrati avusli da ogni contesto che invece è essenziale per comprenderli.
Il primo video, quello dove si vede un ragazzino presentato come "migrante musulmano" che attacca e picchia violentemente un coetaneo mostra in realtà una rissa fra due ragazzi olandesi. Lo ha confermato su Twitter la stessa ambasciata olandese negli Stati Uniti. La clip è stata infatti girata lo scorso maggio a Monnickendam, nel Nord del Paese: l'aggressore è un sedicenne, arrestato subito dopo e condannato. "I fatti contano" scrive l'ambasciata su Twitter. "Il ragazzo che ha compiuto quegli atti violenti è nato e cresciuto in Olanda ed è stato condannato secondo le leggi olandesi". Non è chiaro, dice il Nyt, dove la leader di Britain First si sia procurata quel video.
Il secondo video ritwittato da Trump mostra un uomo distruggere una statua della Madonna in Siria. L'uomo, definito semplicemente "musulmano" è in realtà Abo Omar Ghabra, predicatore estremista di Jabhet al-Nusra, il gruppo armato jihadista salafita legato ad al Qaeda. A riprendere quelle immagini fu un ragazzo musulmano anche lui, Nazir Abdo, che oggi vive in Turchia dove è diventato un attivista dei diritti umani. La distruzione della statua della Vergine, ha raccontato Abdo al New York Times, avvenne nell'Ottobre 2013 nel villaggio di Qunaya, nella provincia di Idlib. E in seguito quelle distruzioni vennero condannate da numerosi leader musulmani. Omar Ghabra, che all'epoca vandalizzò altre immagini sacre del villaggio, poi diventato un membro dell'Isis, è finito in un carcere di Aleppo. Quel video negli ultimi 4 anni ha girato moltissimo: condiviso sia dalla tv di stato iraniana, quanto dal sito cospirazionista di estrema destra InfoWars.
L'ultimo video descritto da Trump come "folla islamica che spinge un ragazzino giù da un tetto e lo picchia a morte" risale al 5 luglio 2013, ed è stata girata ad Alessandria d'Egitto. I ragazzi asserragliati sul tetto che poi vengono buttati giù dagli islamisti, avevano tiato sassi contro una manifestazione di sostenitori di Mohamed Morsi, il presidente appena deposto dai militari. I due gruppi avversari in quegli stessi giorni si fronteggiarono spesso e la conta finale dei morti fu di almeno 800 vittime. Il contesto non è spiegato nel tweet che rende dunque la scena mostrata incomprensibile. L'uomo con la canottiera bianca e la bandiera nera che spinge il ragazzino giù dal tetto si chiamava Mahmoud Ramadan e fu condannato a morte e impiccato nel marzo 2015 proprio per quell'atto. "
Il primo video, quello dove si vede un ragazzino presentato come "migrante musulmano" che attacca e picchia violentemente un coetaneo mostra in realtà una rissa fra due ragazzi olandesi. Lo ha confermato su Twitter la stessa ambasciata olandese negli Stati Uniti. La clip è stata infatti girata lo scorso maggio a Monnickendam, nel Nord del Paese: l'aggressore è un sedicenne, arrestato subito dopo e condannato. "I fatti contano" scrive l'ambasciata su Twitter. "Il ragazzo che ha compiuto quegli atti violenti è nato e cresciuto in Olanda ed è stato condannato secondo le leggi olandesi". Non è chiaro, dice il Nyt, dove la leader di Britain First si sia procurata quel video.
Il secondo video ritwittato da Trump mostra un uomo distruggere una statua della Madonna in Siria. L'uomo, definito semplicemente "musulmano" è in realtà Abo Omar Ghabra, predicatore estremista di Jabhet al-Nusra, il gruppo armato jihadista salafita legato ad al Qaeda. A riprendere quelle immagini fu un ragazzo musulmano anche lui, Nazir Abdo, che oggi vive in Turchia dove è diventato un attivista dei diritti umani. La distruzione della statua della Vergine, ha raccontato Abdo al New York Times, avvenne nell'Ottobre 2013 nel villaggio di Qunaya, nella provincia di Idlib. E in seguito quelle distruzioni vennero condannate da numerosi leader musulmani. Omar Ghabra, che all'epoca vandalizzò altre immagini sacre del villaggio, poi diventato un membro dell'Isis, è finito in un carcere di Aleppo. Quel video negli ultimi 4 anni ha girato moltissimo: condiviso sia dalla tv di stato iraniana, quanto dal sito cospirazionista di estrema destra InfoWars.
L'ultimo video descritto da Trump come "folla islamica che spinge un ragazzino giù da un tetto e lo picchia a morte" risale al 5 luglio 2013, ed è stata girata ad Alessandria d'Egitto. I ragazzi asserragliati sul tetto che poi vengono buttati giù dagli islamisti, avevano tiato sassi contro una manifestazione di sostenitori di Mohamed Morsi, il presidente appena deposto dai militari. I due gruppi avversari in quegli stessi giorni si fronteggiarono spesso e la conta finale dei morti fu di almeno 800 vittime. Il contesto non è spiegato nel tweet che rende dunque la scena mostrata incomprensibile. L'uomo con la canottiera bianca e la bandiera nera che spinge il ragazzino giù dal tetto si chiamava Mahmoud Ramadan e fu condannato a morte e impiccato nel marzo 2015 proprio per quell'atto. "
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