martedì 7 novembre 2017

Il 'lato buono' di Trump: apre uno spiraglio ai negoziati con Pyongyang - Repubblica.it

Il 'lato buono' di Trump: apre uno spiraglio ai negoziati con Pyongyang - Repubblica.it: "SEUL - "Do the right thing!". Fai la cosa giusta: il titolo del classico film di Spike Lee diventa il nuovo slogan che Donald Trump propone a Kim Jong-un, noto appassionato di cinema americano (davvero). È il 'lato buono' di Trump che oggi decide di andare in scena a Seul.

Un po' è merito del padrone di casa, il presidente sudcoreano Moon Jae-in, che non ha interesse a veder salire ulteriormente la tensione con il vicino settentrionale. Sta di fatto che Trump, pur lasciando sul tavolo l'opzione militare per affrontare il pericolo nucleare, oggi apre uno spiraglio ai negoziati. Con una disinvoltura che per lui è normale, il presidente americano sembra convertirsi di colpo alla soluzione diplomatica: proprio lui che poche settimane fa aveva liquidato gli sforzi di negoziato del suo segretario di Stato Rex Tillerson come una "perdita di tempo".  

A Seul il presidente americano ha ripetuto l'avvertimento a Kim Jong-un sulla propria determinazione a usare tutto il formidabile potenziale bellico americano per impedire un'aggressione nordcoreana (contro gli Stati Uniti o contro gli alleati Giappone e Corea del Sud). Però ha subito aggiunto l'opzione alternativa, esortando Pyongyang a 'raggiungere un accordo' per uscire dallo stallo provocato dai test nucleari e missilistici. Ha quindi invitato Kim a 'fare la cosa giusta'. Si è spinto fino a esprimere un insolito, sorprendente, e forse azzardato ottimismo, quando ha aggiunto di 'vedere qualche movimento'.

Qualcosa davvero si sta muovendo dietro le quinte, lungo qualche binario parallelo dove le diplomazie continuano a parlarsi? L'allusione di Trump può essere letta in tanti modi. Washington e Pyongyang non hanno rapporti diplomatici diretti e tuttavia ancora di recente Tillerson ha ricordato che i contatti esistono sempre (c'è ad esempio il terreno neutro di Palazzo di Vetro, la sede Onu a New York dove entrambe le nazioni sono rappresentate). C'è anche la possibilità che qualcuno degli alleati-protettori di Kim (Cina, Russia) stia riuscendo a estrarre delle promesse di moderazione da Pyongyang.

Forse va letto in questo senso il lungo intervallo di pausa nei test nucleari e missilistici, l'ultimo dei quali risale ormai al 15 settembre. Alcuni esperti dell'area notano anche un cambiamento nei toni della stampa ufficiale di Pyongyang: di recente le foto del dittatore in prima pagina non lo ritraggono in visita a basi militari, bensì a fabbriche di beni di consumo, luoghi certamente meno inquietanti. (Tutta questa dietrologia va presa con cautela e potrebbe essere smentita da un momento all'altro con l'annuncio di nuovi test).

"È davvero sensato - ha insistito Trump - che la Corea del Nord venga al tavolo del negoziato e raggiunga un accordo". Interessante anche la scelta di questo aggettivo. Sensato? Contraddice con lo stereotipo del tiranno pazzo. Forse Trump comincia ad ascoltare quegli esperti che individuano una perversa razionalità nel comportamento di Kim, per esempio alla luce dei precedenti di Saddam Hussein e Gheddafi che avrebbero convinto la dittatura nordcoreana a procurarsi una 'polizza vita' con l'arma nucleare. Ma proprio per questo le concessioni che Kim sarebbe disposto a fare rischiano di essere minimaliste. O addirittura ingannevoli.

Lo stesso Trump ha più volte sottolineato - non a torto - che da 25 anni la Corea del Nord ha preso in giro i suoi predecessori Clinton Bush Obama. Quando ci furono negoziati, parvenze di accordi, il Nord poi non mantenne gli impegni. A meno che stavolta ci sia una garanzia cinese, o cino-russa, più solida che in passato. Ma anche l'esegesi delle parole di Trump è un esercizio ad alto rischio.

Potrebbe cambiare tono domani o dopodomani. Intanto ha comunque ricordato che l'America ha "una forza militare senza eguali al mondo". E mentre lui prosegue questa lunga missione in Estremo Oriente, tre formazioni navali guidate da altrettante portaerei Usa e scortate da un sottomarino nucleare stanno convergendo in quest'area del Pacifico."

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