giovedì 29 giugno 2017

Migranti. Italia all'Europa: «Pronti a chiudere i porti alle navi straniere» - Pagina Nazionale - Il Tirreno

Migranti. Italia all'Europa: «Pronti a chiudere i porti alle navi straniere» - Pagina Nazionale - Il Tirreno: "ROMA. L’Italia è pronta a chiudere i porti alle navi straniere che effettuano salvataggi dei migranti, se l’Europa non capirà una volta per tutte che «un paese da solo non può farcela. Anche un paese grande e aperto come il nostro». Le parole sono del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che in visita ufficiale in Canada, di fronte all’immagine delle 12mila persone salvate in meno di 48 ore nel canale di Sicilia e portate da 22 navi diverse nei porti italiani, ha lanciato il suo monito alla Ue. «Se si va avanti con questi ritmi, la situazione diventa ingestibile. Serve la collaborazione internazionale, ma alcuni paesi dell’Europa restano insensibili».
Decisione senza precedenti. Il livello della tensione tra Roma e Bruxelles è arrivato ai massimi livelli sul tema dei migranti e il governo italiano ha preso una decisione senza precedenti. Martedì sera, su input del ministro dell’Interno Minniti e del premier Gentiloni, l’ambasciatore presso l’Unione europea Maurizio Massari ha posto formalmente la questione sbarchi al commissario per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos. Il senso del messaggio consegnato alla commissione è semplice e ricalca quanto detto dal presidente Mattarella: la situazione è ai limiti della sostenibilità e l’Italia potrebbe non garantire sbarchi alle navi non italiane. Tradotto: Roma è pronta a chiudere i propri porti e dunque i migranti salvati nel Mediterraneo dovranno essere condotti altrove.

Il “blocco”. Riguarderebbe le navi delle Ong straniere (schierano 10 navi davanti la Libia), quelle di Frontex (l’agenzia europea a cui spetta il controllo delle frontiere esterne nel Mediterraneo ha 11 navi) e quelle dei Paesi che partecipano all’operazione Eunavformed- Sophia (missione europea con 7 navi tra cui l’italiana San Giusto). «Un Paese intero si sta mobilitando per governare i flussi e contrastare i trafficanti - ha detto Gentiloni - non per soffiare sul fuoco, ma per chiedere all’Europa, ad alcuni Paesi di smetterla di girare la faccia dall’altra parte perché questo non è più sostenibile». Naturalmente, l’Italia ha garantito che continuerà a salvare vite in mare, ma non è più sostenibile che il peso dell’accoglienza gravi solo sul nostro Paese.
Commissione: regole missioni Ue non in discussione. La questione non è semplice perché le regole operative delle missioni Triton e Sophia prevedono che i migranti salvati da navi di altri Stati membri siano sbarcati in Italia. Non solo. Le modalità operative possono essere modificate solo all’unanimità dagli Stati membri partecipanti.
Una prima risposta di Bruxelles arriva da Natasha Bertaud, portavoce della commissione: «Al di là delle operazioni Ue, che non sono in discussione, la questione degli sbarchi è regolata dalla legge internazionale. La commissione ritiene che qualsiasi cambiamento nelle politiche venga discusso e comunicato nel modo giusto».
«Siamo pronti ad aumentare il sostegno finanziario», ha detto Avramopoulos. «L’Italia ha ragione a dire che la situazione sulla rotta del Mediterraneo è insostenibile. Abbiamo bisogno di salvare vite, ma non possiamo lasciare un pugno di paesi ad affrontare questo». Ma né Bertaud né Avamopoulos hanno fatto accenno alla redistribuzione dei 40mila migranti tra i paesi Ue in base all’intesa del giugno 2015 mai rispettata.
Il primo confronto tra l’Italia e la Ue sarà la prossima settimana a Tallin per la riunione dei ministri degli Interni. Il governo italiano si dice intenzionato a non arretrare di un millimetro. Anche a costo di aprire uno scontro senza precedenti.
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