domenica 25 giugno 2017

Bassetti: sostenere la legge della nuova cittadinanza

Bassetti: sostenere la legge della nuova cittadinanza: "È un «provvedimento da sostenere e favorire». Ciò di cui parla con pacatezza e decisione il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, è il disegno di legge sulla nuova cittadinanza che con lo Ius soli temperato e lo Ius culturae sta infiammando la politica. In mezzo a prese di posizione più o meno arroventate e a tratti demagogiche, «l’unico vero sommo bene da difendere è la persona umana», sottolinea Bassetti alla vigilia della Festa di Avvenire che si apre lunedì a Matera e che lo vedrà ospite giovedì.



La nuova legge sulla cittadinanza e lo Ius soli temperato

Nel dialogo con il presidente della Cei che viene pubblico in forma integrale su Avvenire di domenica 25 giugno il porporato affronta la questione della nuova legge sulla cittadinanza in discussione in Parlamento che non può finire in un binario morto. «Perché la Chiesa è in prima linea da molto tempo, non certo da oggi, senza bisogno di riflettori e di prime pagine, per favorire una politica di integrazione che vada nell’interesse di tutti: dei migranti e di chi accoglie. Nell’interesse di tutti, lo voglio sottolineare con forza», afferma il cardinale. Ciò che sta a cuore alla comunità ecclesiale e deve essere riferimento per l’intera società è l’«uomo integrale che si manifesta in ogni istante della vita: nel concepimento e nella nascita, nella scuola e nel lavoro, nelle migrazioni e nella morte», osserva il presidente della Cei. «E potremmo andare avanti facendo mille esempi – aggiunge – per dire solo un’affermazione banale che oggi, però, merita di essere urlata a squarciagola: la cultura della vita va difesa sempre».

Cultura della vita che va declinata anche guardando ai migranti. «Un ospite ha bisogno di essere accolto e di essere curato. Al centro di tutto si colloca la carità, che può essere sviluppata in due modi. Una carità cristiana che ha come unica destinazione la persona umana sofferente. E una carità politica, come diceva Paolo VI, che è sinonimo di sviluppo, di integrazione e di accrescimento del Paese che accoglie». Verrebbe da dire: a ciascuno il suo. Alla Chiesa la carità cristiana e alla politica il compito di legiferare. «La Chiesa – sostiene l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve – si impegna da sempre a sostenere uno sviluppo sinfonico della società. Uno sviluppo che adesso passa anche da una legge sullo Ius soli che possa favorire integrazione e partecipazione, ospitalità e promozione della persona umana. Ovviamente le leggi sono il frutto dell’incontro tra gli uomini e quindi possono essere migliorate. Alla “Politica” con la P maiuscola, che guarda veramente al bene comune, il compito di trovare la soluzione migliore che riesca a coniugare responsabilità e accoglienza, e a salvaguardare tradizioni culturali e nuove sensibilità».



L'emergenza Mezzogiorno

La Festa del quotidiano dei cattolici nella città dei sassi avrà uno sguardo particolare sul Mezzogiorno. «Ritengo – spiega il presidente della Cei – che esista una questione determinante e non più rinviabile per l’Italia: occorre riportare la questione meridionale al centro del discorso pubblico nazionale. Non è evangelicamente accettabile l’idea che si possa convivere con la mafia o la camorra, così come non è minimamente accettabile che il futuro dei giovani del Sud sia nel segno della rassegnazione o dell’emigrazione. A mio avviso è decisivo partire da due temi: il lavoro e i giovani. Due pilastri che sono un punto di partenza per riconquistare il territorio e combattere le pratiche criminali della malavita».



La povertà in Italia fra famiglia e lavoro

E poi c’è il dramma della povertà che nella Penisola si allarga e che vede la Chiesa italiana in prima linea. «I poveri sono parecchi milioni di italiani – riflette il cardinale –: l’Istat li quantifica in 8 milioni e più della metà di questi non ha il minimo indispensabile per vivere. I poveri sono essenzialmente i giovani, le donne e le famiglie. Oggi mettere su famiglia in una grande città italiana, senza avere l’aiuto dei nonni e con un lavoro precario, è un atto di eroismo paragonabile alla scalata in solitaria del Monte Bianco». E Bassetti si accalora. «La questione principale – insiste – è sempre il lavoro e poi l’assoluta necessità di autentiche politiche per la famiglia. Le famiglie non possono più essere lasciate sole. Sono decenni che lo ribadiamo con forza: le famiglie vanno sostenute e aiutate con convinzione, e non solo a parole, perché rappresentano il futuro della dell’Italia. Sia da un punto di vista sociale che anche da un’ottica economica. Bisogna credere e investire di più sulla famiglia». "


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