Papa Gregorio Magno: Una rivisitazione dell’idioritmia - Premesse teologico-patristiche:
Il clima ecumenico, o comunque di rivalutazione serena dell’ethos orientale (ortodosso), potrebbe costituire oggi un’occasione opportuna perché i camaldolesi contemporanei, in questi inizi del terzo millennio cristiano, riprendano in mano alcuni elementi delle loro origini, che mi sono permesso di chiamare valori dell’idioritmia.
Per capire però di cosa in realtà si tratti occorre naturalmente conoscere in modo più approfondito quell’ethos orientale, che stava diventando un’occasione straordinaria proposta alla riflessione di tutti soprattutto nella cultura russa del diciannovesimo secolo ma che fu interrotta, purtroppo sul nascere, a causa delle tragedie del secolo ventesimo che segnarono così profondamente, e in parte la segnano tuttora, la grande eredità cristiana che viene dall’Oriente.
Questa mia riflessione sarà perciò un piccolo e semplice tentativo di sollecitare il recupero di quei valori che erano ancora comuni ai tempi di Romualdo, fondatore di Camaldoli, prima che essi divenissero conflittuali tra Oriente e Occidente, ma che potrebbero diventare utili oggi per costruire insieme un’armonia possibile nel rispetto delle reciproche diversità.
Osservo anzitutto che all’orizzonte monastico richiamato da personalità antiche come quella eccezionale di Antonio il Grande di Alessandria si aggiunse ben presto in Oriente l’orizzonte nuovo dovuto al chiarimento provocato dal modello trinitario a proposito della visione di Dio che, andando oltre il pensiero più strettamente cristologico di Atanasio, si sviluppò soprattutto sull’orizzonte del pensiero trinitario che, a partire dai Padri Cappadoci, divenne determinante per tutta la riflessione teologica della Grande Chiesa d’Oriente e d’Occidente.
Dio uni-trino, contemplato nell’unità della sua essenza (ousia) e nella trinità delle sue persone (ipostaseis), divenne assai presto tessera per eccellenza della identità cristiana; per cui la realtà dell’Hagìa Triada/Sancta Trinitas fu modello determinante di riferimento per ogni modo di essere Chiesa e di vivere secondo il Vangelo.
Fu così che il mistero trinitario permeò di sé non soltanto le manifestazioni liturgiche, e le strutture giuridiche, ad ogni livello, delle rispettive comunità, ma anche l’esperienza personale della preghiera e della fede, e conseguente elaborazione dogmatica, toccando l’apice nel famoso concetto di perichoresis di San Giovanni Damasceno nel settimo secolo."
"Una rivisitazione dell’idioritmia - Premesse teologico-patristiche
Incontri celimontani
Anno 2016-2017
Una rivisitazione dell’idioritmia
(19 gennaio 2017)
G.I.Gargano
Premesse teologico-patristicheIl clima ecumenico, o comunque di rivalutazione serena dell’ethos orientale (ortodosso), potrebbe costituire oggi un’occasione opportuna perché i camaldolesi contemporanei, in questi inizi del terzo millennio cristiano, riprendano in mano alcuni elementi delle loro origini, che mi sono permesso di chiamare valori dell’idioritmia.
Per capire però di cosa in realtà si tratti occorre naturalmente conoscere in modo più approfondito quell’ethos orientale, che stava diventando un’occasione straordinaria proposta alla riflessione di tutti soprattutto nella cultura russa del diciannovesimo secolo ma che fu interrotta, purtroppo sul nascere, a causa delle tragedie del secolo ventesimo che segnarono così profondamente, e in parte la segnano tuttora, la grande eredità cristiana che viene dall’Oriente.
Questa mia riflessione sarà perciò un piccolo e semplice tentativo di sollecitare il recupero di quei valori che erano ancora comuni ai tempi di Romualdo, fondatore di Camaldoli, prima che essi divenissero conflittuali tra Oriente e Occidente, ma che potrebbero diventare utili oggi per costruire insieme un’armonia possibile nel rispetto delle reciproche diversità.
Osservo anzitutto che all’orizzonte monastico richiamato da personalità antiche come quella eccezionale di Antonio il Grande di Alessandria si aggiunse ben presto in Oriente l’orizzonte nuovo dovuto al chiarimento provocato dal modello trinitario a proposito della visione di Dio che, andando oltre il pensiero più strettamente cristologico di Atanasio, si sviluppò soprattutto sull’orizzonte del pensiero trinitario che, a partire dai Padri Cappadoci, divenne determinante per tutta la riflessione teologica della Grande Chiesa d’Oriente e d’Occidente.
Dio uni-trino, contemplato nell’unità della sua essenza (ousia) e nella trinità delle sue persone (ipostaseis), divenne assai presto tessera per eccellenza della identità cristiana; per cui la realtà dell’Hagìa Triada/Sancta Trinitas fu modello determinante di riferimento per ogni modo di essere Chiesa e di vivere secondo il Vangelo.
Fu così che il mistero trinitario permeò di sé non soltanto le manifestazioni liturgiche, e le strutture giuridiche, ad ogni livello, delle rispettive comunità, ma anche l’esperienza personale della preghiera e della fede, e conseguente elaborazione dogmatica, toccando l’apice nel famoso concetto di perichoresis di San Giovanni Damasceno nel settimo secolo."
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