sabato 1 ottobre 2016

Siria, Kerry: "Stop ai contatti con Mosca senza fine raid su Aleppo"

Siria, Kerry: "Stop ai contatti con Mosca senza fine raid su Aleppo": "Zakharova risponde alle accuse di Johnson Sputnik. Anton Denisov
Il primo "ha espresso grave preoccupazione" per gli "attacchi contro gli ospedali, la rete di approvvigionamento idrico e altre infrastrutture civili di Aleppo" da parte delle forze russe e siriane. Per questa ragione il vice ministro degli Esteri di Mosca, Serghiei Riabkov, citato dalla Tass, rivela di aver ripetutamente suggerito delle pause di 48 ore, "ma gli Usa, per ragioni che sanno solo loro, sono rimasti attaccati alla richiesta di tregue di sette giorni". "Siamo in procinto di sospendere la discussione" con la Russia, ha detto, sul tentativo di applicare un accordo di cessate il fuoco su Aleppo - che a est è controllata da insorti delle opposizioni, sostenuti in maniera discontinua dai Paesi arabi del Golfo e che Mosca vuole sconfiggere - per mettere fine alla violenza in Siria. Il segretario di Stato americano John Kerry aveva già avvertito Mosca e oggi lo ribadisce. L'offensiva militare è stata annunciata dal governo di Assad per riconquistare la parte orientale di Aleppo, che dal 2012 è sotto il controllo di diversi gruppi ribelli. Questa opzione è oltremodo pericolosa, in quanto potremmo assistere a missioni contemporanee di caccia Siriani-Russi, e della Coalizione a guida americana, sui medesimi obiettivi, con piloti non in grado di comunicare tra loro e che si spostano con velocità relative che possono superare i 1000 Km/H. Informazioni impossibili da verificare in modo indipendente, il che aumenta ulteriormente il rischio per la popolazione civile intrappolata in città. "Aleppo come Grozny" titolava qualche giorno fa il quotidiano libanese francofono L'Orient-Le Jour.



La campagna russa in Siria ha inoltre mietuto in un anno più vittime di quelle causate dallo Stato islamico in tre anni. A denunciarlo alcune Ong internazionali che operano nel campo medico, mentre l'Osservatorio siriano per i diritti umani non conferma.

Valgono a questo proposito le dichiarazioni del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che lunedì da Bratislava ha rivolto alla Russia un nuovo appello per ripristinare la tregua in Siria e "creare le condizioni necessarie per la transazione". Sembrano numeri risibili ma in un luogo dove manca tutto, dove ogni famiglia ha almeno un morto da piangere e un parente da rincorrere, fuggito dall'orrore della guerra civile e diventato forse profugo in Europa o forse cadavere nel Mediterraneo, 30 medici in meno significano meno speranza. Tutti qui stiamo facendo la stessa cosa."


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