Eutanasia su un bambino in Belgio, il mondo cattolico insorge. Bagnasco (Cei): "La vita è sacra e va sempre accolta": "Il mondo cattolico insorge dopo la prima eutanasia in Belgio praticata ad un bambino. La notizia "ci addolora e ci preoccupa: la vita è sacra e deve essere accolta, sempre, anche quando questo richiede un grande impegno". Lo dice il presidente della Cei, il card. Angelo Bagnasco, raggiunto telefonicamente dall'ANSA mentre è a Genova per il Congresso Eucaristico.
"Qui a Genova - dice il cardinale Angelo Bagnasco all'ANSA - stiamo celebrando il Congresso Eucaristico. Vediamo un popolo che rappresenta la vita, che desidera la vita. Vediamo qui il senso vero dell'umano. Ma purtroppo arrivano anche segnali di morte", aggiunge il presidente della Cei in riferimento al primo caso di eutanasia al mondo, registrato in Belgio. "Ci addolora come cristiani ma ci addolora anche come persone. Ci addolora e ci preoccupa".
E Bagnasco allora lancia un appello: "Tutte le persone che credono nella sacralità della vita, tutte, non solo i credenti ma anche chi dà un valore alla vita in senso laico diano testimonianza concreta di questo, di amore verso la vita".
Il presidente dei vescovi italiani ribadisce che "la vita deve essere accolta, sempre, anche quando questo richiede un grande impegno. E allora proprio dal Congresso Eucaristico - dice riferendosi all'evento della Chiesa italiana in corso a Genova - vogliamo dare questo messaggio: la vita è sacra e deve essere accolta".
"Il diritto all'eutanasia del bambino, altro non significa che attribuire ad un adulto il potere di vita e di morte su un minorenne", afferma una nota di Scienza e vita, l'associazione che collabora in modo organico con la Cei per i temi della bioetica. "E' solo la 'maschera' di una vera decisione, personale, libera e consapevole in quanto non è in alcun modo concepibile in capo ad un soggetto che, per il diritto e per il livello di maturità, è incapace di autodeterminarsi nel compimento di scelte a contenuto legale ed esistenziale così estreme", spiega il giurista Alberto Gambino, presidente nazionale di Scienza e vita e prorettore dell'Università Europea.
"Il caso belga - sottolinea il presidente di Scienza e vita - finisce coll'attuare un principio particolarmente nefasto perchè estende l'eutanasia, già di per sè inaccettabile, ad una vicenda di estreme fragilità in cui si misura la dignità di un soggetto con il metro di giudizio di chi non incarna direttamente quella dignità. Non si tratta di un caso di accanimento terapeutico, quindi di una situazione in cui già c'è una valutazione medica oggettiva circa l'inutilità della prosecuzione di una terapia, ma siamo davanti a veri propri atti di volontà eutanasici, che interrompono una vita umana che proseguirebbe naturalmente il suo corso".
"Si realizza, inoltre - prosegue Gambino - una vera e propria finzione: Si tratta di una finzione giuridica che contrasta con i principi che presidiano le normative europee a tutela del minore, che mirano piuttosto alla protezione della sua vita e integrità fisica e mai alla sua eliminazione. L'Europa - e i Paesi che come il Belgio l'hanno fondata - dovrebbero piuttosto investire risorse e proporre normative sull'accudimento e la cura delle persone più fragili come sono i bambini gravemente malati e non introdurre l'idea che ad un certo punto debbano essere soppressi".
"Il pendio scivoloso sul quale da tempo il Belgio si è incamminato sui temi del fine vita rompe oggi un altro tabù con l'applicazione per la prima volta della legge sull'eutanasia dei minori", dichiara Gian Luigi Gigli, Presidente del Movimento per la Vita italiano. "A parte chiedersi quale possa essere stato il livello di consapevolezza e la libertà del minore nell'esprimere il proprio consenso, resta il fatto che la vita umana continua ad essere valutata come un bene strettamente personale, totalmente sganciato da una visione comunitaria e relazionale. La deriva belga dovrebbe costituire un campanello d'allarme per quanti, forse troppo superficialmente, si apprestano a promuovere la legislazione eutanasica nel Parlamento italiano. Non lascia ben sperare, purtroppo, l'esito della consultazione online degli attivisti del M5S", prosegue Gigli.
"E' questo il momento in cui quanti hanno a cuore una visione solidaristica della società si mobilitino per promuovere la risposta dell'accompagnamento e della palliazione della sofferenza, molto più umana rispetto alla negazione della vita, senza la quale l'esercizio stesso della libertà non ha alcun senso. Il Movimento per la Vita italiano - conclude - si appella alla classe medica perché faccia sentire alta la sua voce in difesa del patto ippocratico su cui sono fondate tutte le professioni sanitarie"." SEGUE >>>
"Qui a Genova - dice il cardinale Angelo Bagnasco all'ANSA - stiamo celebrando il Congresso Eucaristico. Vediamo un popolo che rappresenta la vita, che desidera la vita. Vediamo qui il senso vero dell'umano. Ma purtroppo arrivano anche segnali di morte", aggiunge il presidente della Cei in riferimento al primo caso di eutanasia al mondo, registrato in Belgio. "Ci addolora come cristiani ma ci addolora anche come persone. Ci addolora e ci preoccupa".
E Bagnasco allora lancia un appello: "Tutte le persone che credono nella sacralità della vita, tutte, non solo i credenti ma anche chi dà un valore alla vita in senso laico diano testimonianza concreta di questo, di amore verso la vita".
Il presidente dei vescovi italiani ribadisce che "la vita deve essere accolta, sempre, anche quando questo richiede un grande impegno. E allora proprio dal Congresso Eucaristico - dice riferendosi all'evento della Chiesa italiana in corso a Genova - vogliamo dare questo messaggio: la vita è sacra e deve essere accolta".
"Il diritto all'eutanasia del bambino, altro non significa che attribuire ad un adulto il potere di vita e di morte su un minorenne", afferma una nota di Scienza e vita, l'associazione che collabora in modo organico con la Cei per i temi della bioetica. "E' solo la 'maschera' di una vera decisione, personale, libera e consapevole in quanto non è in alcun modo concepibile in capo ad un soggetto che, per il diritto e per il livello di maturità, è incapace di autodeterminarsi nel compimento di scelte a contenuto legale ed esistenziale così estreme", spiega il giurista Alberto Gambino, presidente nazionale di Scienza e vita e prorettore dell'Università Europea.
"Il caso belga - sottolinea il presidente di Scienza e vita - finisce coll'attuare un principio particolarmente nefasto perchè estende l'eutanasia, già di per sè inaccettabile, ad una vicenda di estreme fragilità in cui si misura la dignità di un soggetto con il metro di giudizio di chi non incarna direttamente quella dignità. Non si tratta di un caso di accanimento terapeutico, quindi di una situazione in cui già c'è una valutazione medica oggettiva circa l'inutilità della prosecuzione di una terapia, ma siamo davanti a veri propri atti di volontà eutanasici, che interrompono una vita umana che proseguirebbe naturalmente il suo corso".
"Si realizza, inoltre - prosegue Gambino - una vera e propria finzione: Si tratta di una finzione giuridica che contrasta con i principi che presidiano le normative europee a tutela del minore, che mirano piuttosto alla protezione della sua vita e integrità fisica e mai alla sua eliminazione. L'Europa - e i Paesi che come il Belgio l'hanno fondata - dovrebbero piuttosto investire risorse e proporre normative sull'accudimento e la cura delle persone più fragili come sono i bambini gravemente malati e non introdurre l'idea che ad un certo punto debbano essere soppressi".
"Il pendio scivoloso sul quale da tempo il Belgio si è incamminato sui temi del fine vita rompe oggi un altro tabù con l'applicazione per la prima volta della legge sull'eutanasia dei minori", dichiara Gian Luigi Gigli, Presidente del Movimento per la Vita italiano. "A parte chiedersi quale possa essere stato il livello di consapevolezza e la libertà del minore nell'esprimere il proprio consenso, resta il fatto che la vita umana continua ad essere valutata come un bene strettamente personale, totalmente sganciato da una visione comunitaria e relazionale. La deriva belga dovrebbe costituire un campanello d'allarme per quanti, forse troppo superficialmente, si apprestano a promuovere la legislazione eutanasica nel Parlamento italiano. Non lascia ben sperare, purtroppo, l'esito della consultazione online degli attivisti del M5S", prosegue Gigli.
"E' questo il momento in cui quanti hanno a cuore una visione solidaristica della società si mobilitino per promuovere la risposta dell'accompagnamento e della palliazione della sofferenza, molto più umana rispetto alla negazione della vita, senza la quale l'esercizio stesso della libertà non ha alcun senso. Il Movimento per la Vita italiano - conclude - si appella alla classe medica perché faccia sentire alta la sua voce in difesa del patto ippocratico su cui sono fondate tutte le professioni sanitarie"." SEGUE >>>
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