Siria, al Nusra rompe con al Qaida: obiettivo sopravvivenza | Tendenze online: "Roma, 28 lug. (askanews) - Era già chiaro "da tempo" che la filiale siriana di al Qaida, il Fronte al Nusra "per la sua stessa sopravvivenza" avrebbe rotto i legami con l'organizzazione madre fondata dallo sceicco Osama Bin Laden. Di questo sono convinti alcuni analisti arabi interpellati dalla tv satellitare al Jazeera subito dopo l'annuncio del gruppo jihadista di avere rotto con l'organizzazione guidata oggi dal medico egiziano Ayman al Zawahiri, il quale del resto, poco prima aveva dato luce verde al "divorzio". Non solo, ma non è da escludere, che la mossa sia in realtà solo di facciata per mettersi nelle condizioni di prendere il posto alla guida della Jihad del suo "concorrente", lo Stato islamico (Isis), dato da molti sulla via del tramonto.
"La fratellanza dell'Islam che ci unisce è più forte di tutti i legami organizzativi evanescenti e transitori. La vostra unità e armonia è più importante e cara per noi da qualsiasi legame organizzativo", aveva affermato in una registrazione audio postata oggi in rete una voce attribuita allo sceicco Ahmed Hassan Abi al Kheir presentato come "vice generale dello sceicco Aymen la Zawahiri".
Poce ore dopo ed ecco il leader di al Nusra, Abu Mohammed al Golani ufficializzare l'ormai inevitabile divorzio anticipando il nuovo nome del suo gruppo che da oggi sarà chiamato "Jabhar Fath al Sham" ("Fronte per la Conquista della Grande Siria"). Nel suo discorso, al Golani ha anche espresso la sua gratitudine ai "comandanti di al Qaida per aver compreso la necessità di rompere i legami".
I motivi delle rottura cerca di spiegarli all'emittente qatariota un analista militare come l'ex colonnello Faez al Assamar: "La separazione di al Nusra da al Qaida è da tempo una richiesta popolare", afferma il colonnello spiegando che la mossa serve "per togliere di mezzo il pretesto dei russi e di altri per bombardare le fazioni ribelli" dell'opposizione cosiddetta moderata e sostenuta da Washington al regime del presidente Bashar al Assad.
La presenza tra i ribelli siriani del gruppo di al Golani, inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche, costituisce un elemento di forte contrasto tra le due ex superpotenze: alle critiche di Washington alla Russia di bombardare le postazioni dei ribelli, Mosca ha sempre risposto che i raid dei suoi aerei prendono di mira unicamente le zone controllate dallo Stato Islamico (Isis) e del Fronte al Nusra, in quanto tutte due sono gruppi terroristici. Il Cremlino ha sempre fatto presente che molti gruppi ribelli hanno stretto alleanze con al Nusra, in molte zone della Siria in particolare in Aleppo. E questo fatto, secondo i russi, espone i ribelli al fuoco della sua aviazione.
E' infatti noto che almeno due dei principali gruppi islamici che combattono il regime del presidente siriano Bashar al Assad, finanziati e sostenuti da Turchia, Qatar e Arabia saudita, "Jeish al Islam" ("Esercito dell'Islam") e "Ahrar al Shaam" ("Liberi della Grande Siria"), hanno effettivamente stretto un'alleanza con i jihadisti di al Nusra.
Le forti pressioni esercitate dai Paesi del Golfo e da Ankara, a loro volta pressati dagli Usa, per staccare le altre fazioni ribelli dai jihadisti di provenienza qaidista ha dato i suoi frutti. Non solo, ma all'interno dello stesso al Nusra si sono levate voci di comandanti militari a favore del distacco da al Qaida per evitare una scissione. Non a caso è al Qaida stessa a spiegare che il "sacrificio" della rottura serve per salvaguardare l'unità del gruppo: insomma, una scelta obbligata per mantenersi in vita.
Non è da escludere tuttavia che la scelta della separazione consensuale sia solo di facciata alla luce dell'opinione sempre più diffusa che l'Isis sia ormai al tramonto, almeno nella sua forma attuale di Stato islamico. E' noto infatti che l'Isis è una costola di al Qaida che ha preso una strada diversa dal vertice ponendosi in concorrenza con il vertice della formazione originaria. Una volta sconfitto il Califfato, il nuovo gruppo di al Golani potrebbe trovarsi nella condizione di allargare le sue fila con i "fratelli" dell'altra sponda, ovvero gli uomini di al Baghdadi: una occasione unica per riproporsi più forti, tale da giustificare qualsiasi "sacrificio" tattico."
"La fratellanza dell'Islam che ci unisce è più forte di tutti i legami organizzativi evanescenti e transitori. La vostra unità e armonia è più importante e cara per noi da qualsiasi legame organizzativo", aveva affermato in una registrazione audio postata oggi in rete una voce attribuita allo sceicco Ahmed Hassan Abi al Kheir presentato come "vice generale dello sceicco Aymen la Zawahiri".
Poce ore dopo ed ecco il leader di al Nusra, Abu Mohammed al Golani ufficializzare l'ormai inevitabile divorzio anticipando il nuovo nome del suo gruppo che da oggi sarà chiamato "Jabhar Fath al Sham" ("Fronte per la Conquista della Grande Siria"). Nel suo discorso, al Golani ha anche espresso la sua gratitudine ai "comandanti di al Qaida per aver compreso la necessità di rompere i legami".
I motivi delle rottura cerca di spiegarli all'emittente qatariota un analista militare come l'ex colonnello Faez al Assamar: "La separazione di al Nusra da al Qaida è da tempo una richiesta popolare", afferma il colonnello spiegando che la mossa serve "per togliere di mezzo il pretesto dei russi e di altri per bombardare le fazioni ribelli" dell'opposizione cosiddetta moderata e sostenuta da Washington al regime del presidente Bashar al Assad.
La presenza tra i ribelli siriani del gruppo di al Golani, inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche, costituisce un elemento di forte contrasto tra le due ex superpotenze: alle critiche di Washington alla Russia di bombardare le postazioni dei ribelli, Mosca ha sempre risposto che i raid dei suoi aerei prendono di mira unicamente le zone controllate dallo Stato Islamico (Isis) e del Fronte al Nusra, in quanto tutte due sono gruppi terroristici. Il Cremlino ha sempre fatto presente che molti gruppi ribelli hanno stretto alleanze con al Nusra, in molte zone della Siria in particolare in Aleppo. E questo fatto, secondo i russi, espone i ribelli al fuoco della sua aviazione.
E' infatti noto che almeno due dei principali gruppi islamici che combattono il regime del presidente siriano Bashar al Assad, finanziati e sostenuti da Turchia, Qatar e Arabia saudita, "Jeish al Islam" ("Esercito dell'Islam") e "Ahrar al Shaam" ("Liberi della Grande Siria"), hanno effettivamente stretto un'alleanza con i jihadisti di al Nusra.
Le forti pressioni esercitate dai Paesi del Golfo e da Ankara, a loro volta pressati dagli Usa, per staccare le altre fazioni ribelli dai jihadisti di provenienza qaidista ha dato i suoi frutti. Non solo, ma all'interno dello stesso al Nusra si sono levate voci di comandanti militari a favore del distacco da al Qaida per evitare una scissione. Non a caso è al Qaida stessa a spiegare che il "sacrificio" della rottura serve per salvaguardare l'unità del gruppo: insomma, una scelta obbligata per mantenersi in vita.
Non è da escludere tuttavia che la scelta della separazione consensuale sia solo di facciata alla luce dell'opinione sempre più diffusa che l'Isis sia ormai al tramonto, almeno nella sua forma attuale di Stato islamico. E' noto infatti che l'Isis è una costola di al Qaida che ha preso una strada diversa dal vertice ponendosi in concorrenza con il vertice della formazione originaria. Una volta sconfitto il Califfato, il nuovo gruppo di al Golani potrebbe trovarsi nella condizione di allargare le sue fila con i "fratelli" dell'altra sponda, ovvero gli uomini di al Baghdadi: una occasione unica per riproporsi più forti, tale da giustificare qualsiasi "sacrificio" tattico."
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