Pedofilia e abusi sessuali: novità dalla Curia romana - AgoraVox Italia: "E’ chiamato sinteticamente C9 il Consiglio di nove cardinali creato da Papa Francesco per la riforma della Curia romana. Nel suo recente incontro si è occupato di un argomento spinoso: denunce di abusi sessuali su minori e adulti vulnerabili commessi da esponenti del clero.
In particolare ha adottato una proposta del cardinale statunitense Patrick O’Malley sui processi per l’abuso d’ufficio episcopale. Questo tipo di abuso, secondo il diritto canonico, è quello messo in atto dai vescovi che impropriamente tutelano i propri chierici colpevoli di abusi sessuali. Alcuni elementi di questa fattispecie dovranno essere meglio precisati. Inoltre sino ad ora non vi era alcuna procedura vaticana per perseguirlo. Così è stata creata nella Chiesa di Roma una sorta di Procura Generale Anti-pedofilia.
Le Congregazioni sono, semplificando, i Ministeri della Curia romana. Con la nuova proposta del C9 adottata da Papa Francesco, saranno tre di loro, secondo la propria competenza, a riceversi le denuncie per gli abusi dei vescovi, e precisamente: la Congregazione Congregazioni per i Vescovi, quella per l’Evangelizzazione dei Popoli e quella per le Chiese Orientali.
Sarà poi una quarta Congregazione, quella per la Dottrina della Fede, ossia quella che un tempo veniva chiamata Santa Inquisizione, ad accogliere al suo interno la Corte che le esaminerà. Papa Francesco ha autorizzata l'istituzione di una nuova Sezione Giudiziaria all’interno della Congregazione per la Dottrina della Fede, la nomina di personale stabile e quella di un segretario per assistere il prefetto riguardo al Tribunale.
Se si pensa al potere di fatto assoluto dei vescovi cattolici all’interno della loro diocesi siamo davanti ad una rivoluzione copernicana.
Basterà questa iniziativa per porre rimedio al triste fenomeno dei preti pedofili? Lo stesso C9 ha proposto a Papa Francesco un periodo di prova di cinque anni per la nuova procedura in modo da poterne testare l’efficacia.
L’augurio è che essa vada ben oltre. Forse una nuova procedura di tipo giudiziario, pur necessaria, da sola non è in grado di affrontare e di risolvere questo problema. Forse la Chiesa deve ripensare l’intera propria Organizzazione, terrena e carente come tutte le cose terrene. E’ palese nel clero cattolico la tendenza all’autoreferenzialità, la difficoltà nel dialogo sia con i fedeli sia con chi non è cattolico, l’attitudine al clericalismo ed al paternalismo, il rifiuto di forme di trasparenza. Ovviamente tutto ciò è contrario ai Vangeli, ma di cose contrarie ai Vangeli, nei suoi venti secoli di storia, la chiesa di Roma ne ha poste in atto tante, forse troppe. Basti pensare agli eretici messi al rogo, ai libri messi all’indice, alle conversioni sul filo di spada e così via.
Davanti a questioni di fede la libertà ogni cittadino è tutelato dalla Costituzione, che nel primo comma dell’articolo 8 recita “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”. E’, però, innegabile che, di fatto, quella cattolica ha, rispetto alle altre, ben maggiore impatto sulla società del nostro Paese. Essa esercita in maniera quasi monopolista la beneficienza, che, invece, nei Paesi anglosassoni è esercitata da privati dediti alla filantropia come Bill Gates.
Monasteri, chiese e luoghi di culto in genere contengono forse la maggior parte del nostro immenso patrimonio di beni artistici e culturali e lo Stato interviene costantemente e decisivamente per il loro mantenimento e per la loro tutela. Cattolici sono ospedali ed università. Insomma, il Palazzo Vescovile è uno dei più importanti Palazzi del Potere e la Curia è una delle più importanti Istituzioni. Se tutto questo venisse finalmente gestito con trasparenza anche per chi cattolico non è, non sarebbe male.
Oggi un Papa nuovo e coraggioso sta affrontando lo spinoso problema dei comportamenti sessuali deviati dei chierici. Speriamo che continui ad allargare il Suo campo di intervento e buona fortuna, Papa Francesco!"
In particolare ha adottato una proposta del cardinale statunitense Patrick O’Malley sui processi per l’abuso d’ufficio episcopale. Questo tipo di abuso, secondo il diritto canonico, è quello messo in atto dai vescovi che impropriamente tutelano i propri chierici colpevoli di abusi sessuali. Alcuni elementi di questa fattispecie dovranno essere meglio precisati. Inoltre sino ad ora non vi era alcuna procedura vaticana per perseguirlo. Così è stata creata nella Chiesa di Roma una sorta di Procura Generale Anti-pedofilia.
Le Congregazioni sono, semplificando, i Ministeri della Curia romana. Con la nuova proposta del C9 adottata da Papa Francesco, saranno tre di loro, secondo la propria competenza, a riceversi le denuncie per gli abusi dei vescovi, e precisamente: la Congregazione Congregazioni per i Vescovi, quella per l’Evangelizzazione dei Popoli e quella per le Chiese Orientali.
Sarà poi una quarta Congregazione, quella per la Dottrina della Fede, ossia quella che un tempo veniva chiamata Santa Inquisizione, ad accogliere al suo interno la Corte che le esaminerà. Papa Francesco ha autorizzata l'istituzione di una nuova Sezione Giudiziaria all’interno della Congregazione per la Dottrina della Fede, la nomina di personale stabile e quella di un segretario per assistere il prefetto riguardo al Tribunale.
Se si pensa al potere di fatto assoluto dei vescovi cattolici all’interno della loro diocesi siamo davanti ad una rivoluzione copernicana.
Basterà questa iniziativa per porre rimedio al triste fenomeno dei preti pedofili? Lo stesso C9 ha proposto a Papa Francesco un periodo di prova di cinque anni per la nuova procedura in modo da poterne testare l’efficacia.
L’augurio è che essa vada ben oltre. Forse una nuova procedura di tipo giudiziario, pur necessaria, da sola non è in grado di affrontare e di risolvere questo problema. Forse la Chiesa deve ripensare l’intera propria Organizzazione, terrena e carente come tutte le cose terrene. E’ palese nel clero cattolico la tendenza all’autoreferenzialità, la difficoltà nel dialogo sia con i fedeli sia con chi non è cattolico, l’attitudine al clericalismo ed al paternalismo, il rifiuto di forme di trasparenza. Ovviamente tutto ciò è contrario ai Vangeli, ma di cose contrarie ai Vangeli, nei suoi venti secoli di storia, la chiesa di Roma ne ha poste in atto tante, forse troppe. Basti pensare agli eretici messi al rogo, ai libri messi all’indice, alle conversioni sul filo di spada e così via.
Davanti a questioni di fede la libertà ogni cittadino è tutelato dalla Costituzione, che nel primo comma dell’articolo 8 recita “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”. E’, però, innegabile che, di fatto, quella cattolica ha, rispetto alle altre, ben maggiore impatto sulla società del nostro Paese. Essa esercita in maniera quasi monopolista la beneficienza, che, invece, nei Paesi anglosassoni è esercitata da privati dediti alla filantropia come Bill Gates.
Monasteri, chiese e luoghi di culto in genere contengono forse la maggior parte del nostro immenso patrimonio di beni artistici e culturali e lo Stato interviene costantemente e decisivamente per il loro mantenimento e per la loro tutela. Cattolici sono ospedali ed università. Insomma, il Palazzo Vescovile è uno dei più importanti Palazzi del Potere e la Curia è una delle più importanti Istituzioni. Se tutto questo venisse finalmente gestito con trasparenza anche per chi cattolico non è, non sarebbe male.
Oggi un Papa nuovo e coraggioso sta affrontando lo spinoso problema dei comportamenti sessuali deviati dei chierici. Speriamo che continui ad allargare il Suo campo di intervento e buona fortuna, Papa Francesco!"
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