Medicina e Olocausto, uno scandalo ancora tutto da scrivere - Repubblica.it: "Per loro non erano uomini o donne o bambini. Non erano esseri umani, non erano nulla, o nel migliore dei casi erano poco meno di nulla. Un cane lupo contava e valeva molto di più, infinitamente di più, come racconta in maniera incredibilmente lucida una poesia di Wislawa Szymborska. Contavano talmente poco che a centinaia, a migliaia furono usati per gli esperimenti più crudeli, violenti, atroci e terribili che si possa immaginare. Lasciando che l'immaginazione (scientifica, of course) si lanciasse in esperimenti altrimenti impossibili o che il sadismo (anche questo mascherato da ricerca scientifica) avesse briglia sciolta, che più sciolta non si può.
Sono i famosi medici nazisti, Josef Mengele tra tutti se non altro per i film, la musica, i libri, persino i manga che gli sono stati dedicati, per la crudeltà estrema di quello che riuscì a esercitare nel campo di Auschwitz soprattutto, ma non solo, sui gemelli, sia ebrei che zingari. Un convegno che si tiene oggi, lunedì 8 giugno, dalle 9.30 alle 17, nell'aula di Storia degli Organi collegiali dell'università La Sapienza, organizzato da Cesare Efrati, maskil (Sapiente in ebraico) e gastroenterologo, dalla comunità ebraica di Roma e dall'ospedale israelitico, dal titolo “Medici nazisti e malattie eponimiche: una storia da riscrivere” svela o meglio punta il dito su uno scandalo che ancora oggi è sotto gli occhi di tutti: nonostante le condanne inflitte ai medici che praticarono le sperimentazioni e gli orrori che la storia ci ha consegnato, ancora oggi molte patologie sono note nella pratica medica con eponimi derivati dal nome dei responsabili di queste atrocità.
A confronto medici, addetti ai lavori e ricercatori, coordinati da Franco Piperno, delegato del rettore alle iniziative culturali dell’ateneo. Denunciano gli organizzatori: “Queste procedure venivano eseguite non solo senza il consenso della “cavia” ma anzi contro il suo volere. Tra queste, molte portavano a morte sicura o provocavano terribili e atroci dolori che duravano per giorni e lasciavano menomazioni perenni nei pochi sopravvissuti. Molti degli autori erano medici e scienziati di chiara fama ed elevata professionalità. Malgrado i crimini di cui si macchiarono e le condanne che subirono, ancora oggi alcune delle loro ‘ricerche’ e dei loro ‘dati’ vengono impiegati nella pratica medica”.
Vasto e articolato il contributo dei relatori. I lavori si apriranno alle 10, nell’aula degli organi collegiali, con i saluti di Eugenio Gaudio, rettore della Sapienza; Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica romana; Laurence Kay, presidente dell’Israelitico. I temi di giornata saranno poi introdotti dai docenti Gilberto Corbellini e Maria Conforti, mentre il panel “Medici nazisti e malattie eponimiche: un problema ancora aperto” vedrà a confronto Franco Piperno con il rav Riccardo Di Segni, lo storico Marcello Pezzetti e gli studiosi Rael Strous e Roberto Cubelli. Dopo la pausa pranzo il tema verrà declinato “tra storia e memoria”. Coordinati da Marina Caffiero, interverranno Cesare Efrati e gli studiosi Mario Toscano, Francesco Cassata e Iael Orvieto. Le conclusioni saranno affidate a Efrati insieme a Umberto Gentiloni de La Sapienza.
Tra le malattie che ancora portano il nome dei nazisti, la sindrome di Hallervorden-Spatz, la reazione Spatz-Stiefler, la sindrome di Cauchois-Eppinger-Frugoni e tante altre, per le quali sono raccomandati nomi alternativi. Impossibile, invece, dare un nome alternativo all'Atlante Pernkopf di Anatomia Umana, anche se, viene raccomandato, si dovrebbe includere in ogni edizione un commento che spieghi l'origine del suo contenuto: una superba mappatura del corpo umano eseguita su centinaia di ebrei."
Sono i famosi medici nazisti, Josef Mengele tra tutti se non altro per i film, la musica, i libri, persino i manga che gli sono stati dedicati, per la crudeltà estrema di quello che riuscì a esercitare nel campo di Auschwitz soprattutto, ma non solo, sui gemelli, sia ebrei che zingari. Un convegno che si tiene oggi, lunedì 8 giugno, dalle 9.30 alle 17, nell'aula di Storia degli Organi collegiali dell'università La Sapienza, organizzato da Cesare Efrati, maskil (Sapiente in ebraico) e gastroenterologo, dalla comunità ebraica di Roma e dall'ospedale israelitico, dal titolo “Medici nazisti e malattie eponimiche: una storia da riscrivere” svela o meglio punta il dito su uno scandalo che ancora oggi è sotto gli occhi di tutti: nonostante le condanne inflitte ai medici che praticarono le sperimentazioni e gli orrori che la storia ci ha consegnato, ancora oggi molte patologie sono note nella pratica medica con eponimi derivati dal nome dei responsabili di queste atrocità.
A confronto medici, addetti ai lavori e ricercatori, coordinati da Franco Piperno, delegato del rettore alle iniziative culturali dell’ateneo. Denunciano gli organizzatori: “Queste procedure venivano eseguite non solo senza il consenso della “cavia” ma anzi contro il suo volere. Tra queste, molte portavano a morte sicura o provocavano terribili e atroci dolori che duravano per giorni e lasciavano menomazioni perenni nei pochi sopravvissuti. Molti degli autori erano medici e scienziati di chiara fama ed elevata professionalità. Malgrado i crimini di cui si macchiarono e le condanne che subirono, ancora oggi alcune delle loro ‘ricerche’ e dei loro ‘dati’ vengono impiegati nella pratica medica”.
Vasto e articolato il contributo dei relatori. I lavori si apriranno alle 10, nell’aula degli organi collegiali, con i saluti di Eugenio Gaudio, rettore della Sapienza; Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica romana; Laurence Kay, presidente dell’Israelitico. I temi di giornata saranno poi introdotti dai docenti Gilberto Corbellini e Maria Conforti, mentre il panel “Medici nazisti e malattie eponimiche: un problema ancora aperto” vedrà a confronto Franco Piperno con il rav Riccardo Di Segni, lo storico Marcello Pezzetti e gli studiosi Rael Strous e Roberto Cubelli. Dopo la pausa pranzo il tema verrà declinato “tra storia e memoria”. Coordinati da Marina Caffiero, interverranno Cesare Efrati e gli studiosi Mario Toscano, Francesco Cassata e Iael Orvieto. Le conclusioni saranno affidate a Efrati insieme a Umberto Gentiloni de La Sapienza.
Tra le malattie che ancora portano il nome dei nazisti, la sindrome di Hallervorden-Spatz, la reazione Spatz-Stiefler, la sindrome di Cauchois-Eppinger-Frugoni e tante altre, per le quali sono raccomandati nomi alternativi. Impossibile, invece, dare un nome alternativo all'Atlante Pernkopf di Anatomia Umana, anche se, viene raccomandato, si dovrebbe includere in ogni edizione un commento che spieghi l'origine del suo contenuto: una superba mappatura del corpo umano eseguita su centinaia di ebrei."
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