In 65mila per Papa Francesco a Sarajevo LA CRONACA DELLA VISITA - Cronaca - Il Piccolo: "SARAJEVO Un fiume di pellegrini sembra quasi biblicamente uscire dalla Miljacka mentre l'afa inizia a incombere su Sarajevo. Sono qui per lui, per Papa Francesco, il Papa del sorriso. Un esercito allegro, che canta e prega. Un fiume di magliette azzurre con su scritto il motto della visita pontificia "Mir vama" (la pace sia con voi). C'è chi prega il rosario, chi si guarda attorno curioso, odori di aglio e di profumo a buon mercato che si intersecano, si sfiorano. Nel disordine c'è un ordine serafico e le colonne che entrano allo stadio di Kosevo si infilano nei varchi quasi conoscessero la strada da sempre.
Uscito dalla presidenza della Repubblica il Papa libera alcune colombe, simbolo di pace, nel cielo di Sarajevo. Il presidente della Presidenza della Repubblica, Mladen Ivanic grida "Mir vama" e guarda il Santo Padre, il quale non si fa pregare due volte e anche lui esclama "Mir vama" e benedice la piazza. Sale sulla papamobile e inizia a salutare la folla assiepata ai lati della strada. Ha un sorriso per tutti, bambini gli vengono porti tra le braccia, lui li prende e li bacia, la folla va in visibilio. Fa anche fermare la papamobile, il Pontefice, per benedire alcuni fedeli in carrozzina. Poi la salita verso lo stadio di Kosevo e lungo la strada i cimiteri che testimoniano le ferite ancora aperte del Paese dopo la sanguinosa guerra dello scorso secolo.
Papa Francesco nella sua visita a Sarajevo
Che il Pontefice stia arrivando allo stadio lo preannuncia la colonna di auto blu e di vetture della polizia con una jeep piena di "teste di cuoio" pronte all'azione. Ma tra tanto clamore di mezzi ecco spuntare la oramai mitica Ford Focus blu targata CDV 1, con la bandierina del Vaticano a fianco del cofano. Papa Francesco la userà per i suoi spostamenti veloci. Poi il boato. Il Papa entra allo stadio. Fa un giro di pista, questo campione della fede e della simpatia, e quindi si prepara per celebrare la messa. A fianco dell'altare inizia a cantare il coro di 1.700 elementi. Ci sono 70mila persone, in 25mila sono giunti dalla Croazia, ma ci sono pellegrini dalla Serbia, dall'Ucraina e perfino dalla Cina, dall'Egitto e dal Sudamerica.
Papa Francesco, come ripete più volte, è messaggero di pace, ma «l'aspirazione alla pace - dice il Pontefice nell'omelia - e l'impegno per costruirla si scontrano col fatto che nel mondo sono in atto numerosi conflitti armati». «È una sorta di terza guerra mondiale - afferma deciso - combattuta a pezzi e, nel contesto della comunicazione globale, si percepisce un clima di guerra». E punta il dito contro chi «cerca lo scontro tra diverse culture e civiltà», contro «coloro che speculano sulle guerre per vendere armi». Ricorda il prezzo pagato da questa terra alla guerra e all'odio ed esclama con forza, come già fece Giovanni Paolo II: «Mai più guerra». E lo stadio esplode in un applauso" SEGUE >>>
Uscito dalla presidenza della Repubblica il Papa libera alcune colombe, simbolo di pace, nel cielo di Sarajevo. Il presidente della Presidenza della Repubblica, Mladen Ivanic grida "Mir vama" e guarda il Santo Padre, il quale non si fa pregare due volte e anche lui esclama "Mir vama" e benedice la piazza. Sale sulla papamobile e inizia a salutare la folla assiepata ai lati della strada. Ha un sorriso per tutti, bambini gli vengono porti tra le braccia, lui li prende e li bacia, la folla va in visibilio. Fa anche fermare la papamobile, il Pontefice, per benedire alcuni fedeli in carrozzina. Poi la salita verso lo stadio di Kosevo e lungo la strada i cimiteri che testimoniano le ferite ancora aperte del Paese dopo la sanguinosa guerra dello scorso secolo.
Papa Francesco nella sua visita a Sarajevo
Che il Pontefice stia arrivando allo stadio lo preannuncia la colonna di auto blu e di vetture della polizia con una jeep piena di "teste di cuoio" pronte all'azione. Ma tra tanto clamore di mezzi ecco spuntare la oramai mitica Ford Focus blu targata CDV 1, con la bandierina del Vaticano a fianco del cofano. Papa Francesco la userà per i suoi spostamenti veloci. Poi il boato. Il Papa entra allo stadio. Fa un giro di pista, questo campione della fede e della simpatia, e quindi si prepara per celebrare la messa. A fianco dell'altare inizia a cantare il coro di 1.700 elementi. Ci sono 70mila persone, in 25mila sono giunti dalla Croazia, ma ci sono pellegrini dalla Serbia, dall'Ucraina e perfino dalla Cina, dall'Egitto e dal Sudamerica.
Papa Francesco, come ripete più volte, è messaggero di pace, ma «l'aspirazione alla pace - dice il Pontefice nell'omelia - e l'impegno per costruirla si scontrano col fatto che nel mondo sono in atto numerosi conflitti armati». «È una sorta di terza guerra mondiale - afferma deciso - combattuta a pezzi e, nel contesto della comunicazione globale, si percepisce un clima di guerra». E punta il dito contro chi «cerca lo scontro tra diverse culture e civiltà», contro «coloro che speculano sulle guerre per vendere armi». Ricorda il prezzo pagato da questa terra alla guerra e all'odio ed esclama con forza, come già fece Giovanni Paolo II: «Mai più guerra». E lo stadio esplode in un applauso" SEGUE >>>
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