Compromesso sui migranti, 40mila redistribuiti in due anni, poi altri 20mila - Il Sole 24 ORE: "BRUXELLES – Il lungo iter politico di cui è oggetto il pacchetto di misure per meglio gestire l'immigrazione in Europa ha superato questa notte un passaggio significativo. I Ventotto hanno dato il loro appoggio alle misure proposte dalla Commissione europea, dando mandato ai ministri degli Interni di chiudere il negoziato entro luglio. Il negoziato politico, tuttavia, non è terminato e potrebbe riservare sorprese, soprattutto sull'obbligatorietà o meno di una redistribuzione dei profughi.
La decisione è giunta questa notte dopo una lunghissima e tesissima trattativa tra i capi di stato e di governo dell'Unione. I leader hanno litigato per circa sei ore su un canovaccio di conclusioni che secondo alcuni paesi lasciava aperta la possibilità a una qualche forma di obbligatorietà del meccanismo di redistribuzione di 40mila migranti arrivati in Italia e in Grecia. “E' stato uno dei vertici più difficili che io abbia mai visto”, ha detto un diplomatico abituato ai summit europei. il reinsediamento di 20mila persone, tuttora fuori dal territorio europeo e “in chiaro bisogno di protezione internazionale”; e nuove “politiche più efficaci di rimpatrio” degli immigrati giunti nell'Unione senza motivi legali per restarvi. Il pacchetto prevede anche la nascita di centri di identificazione, così come la cooperazione con i paesi terzi.
La Commissione ha proposto che la ricollocazione sia obbligatoria, mentre in aprile i leader avevano previsto che fosse volontaria. Il canovaccio di conclusioni non precisava la natura della redistribuzione, tanto da innervosire la Repubblica Ceca e la Slovacchia, contrarie all'obbligatorietà. Il risultato è un compromesso. La bozza di comunicato è rimasta inalterata, ma è stato aggiunto un riferimento alle conclusioni del vertice del 23 aprile (in cui si specificava la volontarietà del meccanismo).
La parola passa ora ai diplomatici che dovranno negoziare nelle prossime settimane il testo definitivo. Non sarà facile, tenuto conto dell'animosità di questa notte tra i capi di stato e di governo. Riusciranno i Ventotto a trovare un consenso su una qualche forma di obbligatorietà oppure verrà scelta la volontarietà, vanificando per molti aspetti l'obiettivo stesso del ricollocamento dei profughi? Molto dipenderà dai diplomatici e dalla loro capacità a scalfire l'emotività che circonda il tema.
Peraltro, mancava ieri un testo definitivo delle conclusioni, ma secondo le prime informazioni raccolte qui a Bruxelles i Ventotto sono d'accordo per partecipare tutti alla redistribuzione dei profughi, esclusi i paesi esentati. In fin dei conti, il meccanismo una volta approvato potrebbe rivelarsi vincolante perché fatto proprio dai paesi. Nei fatti, se verrà approvato, il provvedimento rimetterebbe in discussione il Principio di Dublino, vale a dire la responsabilità di accoglienza del paese di primo arrivo.
I commenti questa notte sono stati in chiaroscuro. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker si è lamentato per un compromesso “modesto”. Dal canto suo, il premier italiano Matteo Renzi ha spiegato: “Per noi non è la soluzione del problema, ma la discussione non era sui numeri, ma sul principio di volontarietà e sono molto felice che questa espressione non sia nel testo. Nei prossimi mesi decidereno la redistribuzione. Questo è un primo passo”.
Nel contempo, è stato deciso che altri due paesi saranno trattati in modo particolare nella redistribuzione dei profughi. Oltre alla Grecia e all'Italia, anche la Bulgaria e l'Ungheria. Questi due paesi dell'Est Europa hanno subito un forte aumento dei flussi migratori in questi ultimi mesi, in particolare provenienti dalla Siria e dal Kosovo. “Il nostro approccio deve essere geograficamente comprensivo”, ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk in una conferenza stampa alle 3 di notte."
La decisione è giunta questa notte dopo una lunghissima e tesissima trattativa tra i capi di stato e di governo dell'Unione. I leader hanno litigato per circa sei ore su un canovaccio di conclusioni che secondo alcuni paesi lasciava aperta la possibilità a una qualche forma di obbligatorietà del meccanismo di redistribuzione di 40mila migranti arrivati in Italia e in Grecia. “E' stato uno dei vertici più difficili che io abbia mai visto”, ha detto un diplomatico abituato ai summit europei. il reinsediamento di 20mila persone, tuttora fuori dal territorio europeo e “in chiaro bisogno di protezione internazionale”; e nuove “politiche più efficaci di rimpatrio” degli immigrati giunti nell'Unione senza motivi legali per restarvi. Il pacchetto prevede anche la nascita di centri di identificazione, così come la cooperazione con i paesi terzi.
La Commissione ha proposto che la ricollocazione sia obbligatoria, mentre in aprile i leader avevano previsto che fosse volontaria. Il canovaccio di conclusioni non precisava la natura della redistribuzione, tanto da innervosire la Repubblica Ceca e la Slovacchia, contrarie all'obbligatorietà. Il risultato è un compromesso. La bozza di comunicato è rimasta inalterata, ma è stato aggiunto un riferimento alle conclusioni del vertice del 23 aprile (in cui si specificava la volontarietà del meccanismo).
La parola passa ora ai diplomatici che dovranno negoziare nelle prossime settimane il testo definitivo. Non sarà facile, tenuto conto dell'animosità di questa notte tra i capi di stato e di governo. Riusciranno i Ventotto a trovare un consenso su una qualche forma di obbligatorietà oppure verrà scelta la volontarietà, vanificando per molti aspetti l'obiettivo stesso del ricollocamento dei profughi? Molto dipenderà dai diplomatici e dalla loro capacità a scalfire l'emotività che circonda il tema.
Peraltro, mancava ieri un testo definitivo delle conclusioni, ma secondo le prime informazioni raccolte qui a Bruxelles i Ventotto sono d'accordo per partecipare tutti alla redistribuzione dei profughi, esclusi i paesi esentati. In fin dei conti, il meccanismo una volta approvato potrebbe rivelarsi vincolante perché fatto proprio dai paesi. Nei fatti, se verrà approvato, il provvedimento rimetterebbe in discussione il Principio di Dublino, vale a dire la responsabilità di accoglienza del paese di primo arrivo.
I commenti questa notte sono stati in chiaroscuro. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker si è lamentato per un compromesso “modesto”. Dal canto suo, il premier italiano Matteo Renzi ha spiegato: “Per noi non è la soluzione del problema, ma la discussione non era sui numeri, ma sul principio di volontarietà e sono molto felice che questa espressione non sia nel testo. Nei prossimi mesi decidereno la redistribuzione. Questo è un primo passo”.
Nel contempo, è stato deciso che altri due paesi saranno trattati in modo particolare nella redistribuzione dei profughi. Oltre alla Grecia e all'Italia, anche la Bulgaria e l'Ungheria. Questi due paesi dell'Est Europa hanno subito un forte aumento dei flussi migratori in questi ultimi mesi, in particolare provenienti dalla Siria e dal Kosovo. “Il nostro approccio deve essere geograficamente comprensivo”, ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk in una conferenza stampa alle 3 di notte."
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