Boko Haram, i “magnifici 5” si incontrano ad Abuja per la nuova strategia (09 giu 2015) - ilVelino/AGV NEWS: "I vertici militari di Nigeria, Niger, Ciad, Camerun e Benin si sono riuniti ad Abuja per pianificare la costituzione di una nuova forza regionale e la strategia da adottare contro Boko Haram. La “Multinational joint task force” (Mjtf), che dovrebbe essere pienamente operative a novembre, avrà il suo quartier generale a N’Djamena e sarà comandata – almeno all’inizio – da un alto ufficiale nigeriano. Nel frattempo, il neo presidente di Abuja Muhammadu Buhari (eletto il 29 maggio) ha già cominciato a intraprendere passi per sconfiggere i fondamentalisti, ponendo la questione al centro delle sue priorità. Il capo di stato, ex militare, ha annunciato un repentino trasferimento del comando militare dalla capitale alla città strategica di Maiduguri nel nord-est, area controllata dai miliziani, e ha intrapreso visite in Niger e Ciad per consolidare la cooperazione nella lotta ai jihadisti. Inoltre, domenica è volato al G7 in Baviera per incontrare i leader delle potenze mondiali e ottenere maggior sostegno nell’ambito sicurezza. In particolare, Buhari ha chiesto maggiori contributi in termini di intelligence, formazione delle truppe e dei vertici militari, nonché equipaggiamenti e sistemi d’arma.
Boko Haram, d’altronde, ha capito subito che si trova davanti a un nemico nuovo, più determinato e capace, e ha cominciato a lanciare una violenta campagna di attacchi per anticipare le mosse del presidente. Dal suo insediamento, infatti, ci sono stati undici raid e almeno 93 morti. Buhari, però può contare su altre armi, prima tra tutte quella della credibilità internazionale. Inoltre, è in ottimi rapporti con molti alti ufficiali occidentali, conosciuti quando frequentò i college militari in diversi paesi e fasi della sua vita: dalla Mons Officer Cadet School ad Aldershot alla Army Mechanical Transport School a Borden (entrambe in Gran Bretagna), al Defence Services Staff College a Wellington in India, allo US Army War College a Carlisle in Pennsylvania (negli Usa).
Anche in ambito civile gode di ottime relazioni e di rispetto all’estero, costruiti durante il suo precedente mandato presidenziale (dal 1983 al 1985). Appena salito al potere (dopo un colpo di stato militare) annunciò che avrebbe mantenuto e sviluppato ampie relazioni diplomatiche con tutti i paesi e con le organizzazioni internazionali come l’Onu, l’Opec e l’Ecowas, nonché rispettò tutti i trattati bilaterali e multilaterali firmati dai precedenti governi. È considerato da più parti come un uomo retto e onesto, con un rigido codice di condotta e di etica. Qualità che ha dimostrato anche quando è stato presidente del Petroleum Trust Fund (Ptf), un organismo creato per gestire le entrate derivate dall’aumento dei prezzi del petrolio e trasformarle in progetti per lo sviluppo nel paese. Alcuni media, tra cui “New African” hanno lodato la sua gestione trasparente del Fondo, definendola “una delle rare storie di successi”, pur criticando che una parte dei fondi erano stati assegnati ai militari.
Il presidente, però, spiegò quelle risorse erano state destinate per garantire la sicurezza sia nelle aree dei progetti sia della popolazione coinvolta. Buhari, comunque, può contare su una freccia speciale al suo arco: la conoscenza molto approfondita di quello che sarà il terreno di scontro con Boko Haram: la zona nord orientale della Nigeria, avendola governata per anni prima che fosse scissa negli stati di Bauchi (l’attuale Gombe), Borno e Gongola (oggi Taraba e Adamawa) e operato al suo interno in ambito militare. Quando nel 1983 le forze ciadiane invasero Borno, Buhari fu inviato nell’area per contrastarle. Il capo di stato non si limitò a cacciarle dalla Nigeria, ma le inseguì anche nel loro stesso territorio nonostante l’ordine di ritirarsi dato dall’allora presidente Shagari."
Boko Haram, d’altronde, ha capito subito che si trova davanti a un nemico nuovo, più determinato e capace, e ha cominciato a lanciare una violenta campagna di attacchi per anticipare le mosse del presidente. Dal suo insediamento, infatti, ci sono stati undici raid e almeno 93 morti. Buhari, però può contare su altre armi, prima tra tutte quella della credibilità internazionale. Inoltre, è in ottimi rapporti con molti alti ufficiali occidentali, conosciuti quando frequentò i college militari in diversi paesi e fasi della sua vita: dalla Mons Officer Cadet School ad Aldershot alla Army Mechanical Transport School a Borden (entrambe in Gran Bretagna), al Defence Services Staff College a Wellington in India, allo US Army War College a Carlisle in Pennsylvania (negli Usa).
Anche in ambito civile gode di ottime relazioni e di rispetto all’estero, costruiti durante il suo precedente mandato presidenziale (dal 1983 al 1985). Appena salito al potere (dopo un colpo di stato militare) annunciò che avrebbe mantenuto e sviluppato ampie relazioni diplomatiche con tutti i paesi e con le organizzazioni internazionali come l’Onu, l’Opec e l’Ecowas, nonché rispettò tutti i trattati bilaterali e multilaterali firmati dai precedenti governi. È considerato da più parti come un uomo retto e onesto, con un rigido codice di condotta e di etica. Qualità che ha dimostrato anche quando è stato presidente del Petroleum Trust Fund (Ptf), un organismo creato per gestire le entrate derivate dall’aumento dei prezzi del petrolio e trasformarle in progetti per lo sviluppo nel paese. Alcuni media, tra cui “New African” hanno lodato la sua gestione trasparente del Fondo, definendola “una delle rare storie di successi”, pur criticando che una parte dei fondi erano stati assegnati ai militari.
Il presidente, però, spiegò quelle risorse erano state destinate per garantire la sicurezza sia nelle aree dei progetti sia della popolazione coinvolta. Buhari, comunque, può contare su una freccia speciale al suo arco: la conoscenza molto approfondita di quello che sarà il terreno di scontro con Boko Haram: la zona nord orientale della Nigeria, avendola governata per anni prima che fosse scissa negli stati di Bauchi (l’attuale Gombe), Borno e Gongola (oggi Taraba e Adamawa) e operato al suo interno in ambito militare. Quando nel 1983 le forze ciadiane invasero Borno, Buhari fu inviato nell’area per contrastarle. Il capo di stato non si limitò a cacciarle dalla Nigeria, ma le inseguì anche nel loro stesso territorio nonostante l’ordine di ritirarsi dato dall’allora presidente Shagari."
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