La guerra di Cameron ai clandestini - giornaleditalia: "Altro che quote immigrati: David Cameron, forte dell’affermazione alle ultime elezioni, non ne vuol sentir parlare. Anzi, al Summit del partenariato orientale in Lettonia per avviare il processo di rinegoziazione dei legami della Gran Bretagna con l'Ue porterà la proposta di una riduzione dell'accesso al sistema del welfare britannico per gli immigrati. Ciò che ha definito sarà una "esigenza assoluta" quando rinegozierà i rapporti di Londra con il blocco. "Io e molti altri riteniamo che sia giusto ridurre gli incentivi per la gente che vuole venire qui ".
D’altronde il saldo migratorio nel Regno unito ha fatto registrare nel 2014 un aumento significativo, secondo le stime ufficiali comunicate dal governo: con 641.000 ingressi legali contro le 323.000 uscite dal territorio britannico, il saldo è stato stabilito in 318.000 persone, con un aumento del 50% in rapporto all'anno precedente. Il risultato è stato descritto come "deludente" dal primo ministro britannico che già nel 2010 si era impegnato a ridurre il numero netto di immigrati a "qualche decina di migliaia".
Il dito di Cameron è puntato soprattutto sui clandestini. "È troppo facile lavorare illegalmente e impiegare clandestini in questo Paese: per questa ragione, compiremo un passo radicale e faremo del lavoro illegale un reato a pieno titolo". Non si tratta di una deriva razzistica o xenofoba, ma di un ragionamento basato sulla necessità di tenere equilibrata la bilancia interna. Il capo del governo di Londra non ha mancato di spiegare che "un Paese forte controlla l'immigrazione, perché un'immigrazione senza controllo incide pesantemente sui servizi pubblici e può danneggiare il mercato del lavoro, con una forte riduzione dei salari".
Di qui l’esigenza di varare al più presto un disegno di legge che consenta di ridurre il numero degli immigrati illegali nel Paese e di aumentare le competenze dei cittadini britannici che necessitano di un lavoro. "Daremo ai britannici il modo di occupare i posti di lavoro di cui hanno bisogno. Siamo con le persone che lavorano. Per loro, controlleremo e ridurremo l'immigrazione", ha insistito Cameron.
Il ministro dell'Interno, Theresa May, ha accusato il partito liberal-democratico, partner del governo Tory dal 2010 al 2015, di essere il principale responsabile di questo incremento. "Adesso che abbiamo un governo conservatore, possiamo ridurre l'immigrazione", ha commentato. E David Cameron ha spiegato come. La stretta sull'immigrazione, nei programmi del premier, deve prevedere anche il sequestro dei salari e l'espulsione senza appello di tutti gli immigrati entrati illegalmente nel Regno Unito. E per scoraggiarne l'arrivo e fare del Regno Unito un Paese meno attraente per i migranti, riferisce il Telegraph, il primo ministro conservatore intende rendere reato penale per le aziende britanniche il reclutamento di lavoratori all'estero senza che vi sia stata prima un'offerta di lavoro a dipendenti del Regno unito. Tra le misure annunciate da Cameron, infine, c'è anche quella di costringere le banche a controllare i conti correnti di persone che potrebbero essere entrate illegalmente nel Paese.
Tutto questo, sullo sfondo di quel referendum sul "Brexit" che allarma non poco gli eurocrati di Bruxelles. Gli artigli della perfida Albione, evidentemente, sanno come tenersi stretta la sovranità nazionale. A Palazzo Chigi, forse, servirebbe qualche lezione d’inglese…"
D’altronde il saldo migratorio nel Regno unito ha fatto registrare nel 2014 un aumento significativo, secondo le stime ufficiali comunicate dal governo: con 641.000 ingressi legali contro le 323.000 uscite dal territorio britannico, il saldo è stato stabilito in 318.000 persone, con un aumento del 50% in rapporto all'anno precedente. Il risultato è stato descritto come "deludente" dal primo ministro britannico che già nel 2010 si era impegnato a ridurre il numero netto di immigrati a "qualche decina di migliaia".
Il dito di Cameron è puntato soprattutto sui clandestini. "È troppo facile lavorare illegalmente e impiegare clandestini in questo Paese: per questa ragione, compiremo un passo radicale e faremo del lavoro illegale un reato a pieno titolo". Non si tratta di una deriva razzistica o xenofoba, ma di un ragionamento basato sulla necessità di tenere equilibrata la bilancia interna. Il capo del governo di Londra non ha mancato di spiegare che "un Paese forte controlla l'immigrazione, perché un'immigrazione senza controllo incide pesantemente sui servizi pubblici e può danneggiare il mercato del lavoro, con una forte riduzione dei salari".
Di qui l’esigenza di varare al più presto un disegno di legge che consenta di ridurre il numero degli immigrati illegali nel Paese e di aumentare le competenze dei cittadini britannici che necessitano di un lavoro. "Daremo ai britannici il modo di occupare i posti di lavoro di cui hanno bisogno. Siamo con le persone che lavorano. Per loro, controlleremo e ridurremo l'immigrazione", ha insistito Cameron.
Il ministro dell'Interno, Theresa May, ha accusato il partito liberal-democratico, partner del governo Tory dal 2010 al 2015, di essere il principale responsabile di questo incremento. "Adesso che abbiamo un governo conservatore, possiamo ridurre l'immigrazione", ha commentato. E David Cameron ha spiegato come. La stretta sull'immigrazione, nei programmi del premier, deve prevedere anche il sequestro dei salari e l'espulsione senza appello di tutti gli immigrati entrati illegalmente nel Regno Unito. E per scoraggiarne l'arrivo e fare del Regno Unito un Paese meno attraente per i migranti, riferisce il Telegraph, il primo ministro conservatore intende rendere reato penale per le aziende britanniche il reclutamento di lavoratori all'estero senza che vi sia stata prima un'offerta di lavoro a dipendenti del Regno unito. Tra le misure annunciate da Cameron, infine, c'è anche quella di costringere le banche a controllare i conti correnti di persone che potrebbero essere entrate illegalmente nel Paese.
Tutto questo, sullo sfondo di quel referendum sul "Brexit" che allarma non poco gli eurocrati di Bruxelles. Gli artigli della perfida Albione, evidentemente, sanno come tenersi stretta la sovranità nazionale. A Palazzo Chigi, forse, servirebbe qualche lezione d’inglese…"
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