L’imam Choudary : «L’Italia non si immischi negli affari dei musulmani» - Corriere.it: "Per molti musulmani è solo un mistificatore cui non dare credito. Ma per la maggior parte degli osservatori è un imam radicale, tra i più attivi della scena jihadista europea. Anjem Choudary, nasce nel 1967 in Gran Bretagna. Il suo mentore è Omar Bakri altra figura di spicco dell’estremismo islamico, che nel 1983 ha fondato alla Mecca l’organizzazione al-Muhajiroun, che verrà successivamente considerata molto vicina ad Al Qaeda. Quando Bakri lascia la Gran Bretagna alla volta del Libano dove verrà arrestato, nel 2009 Choudary diventa portavoce di Sharia4Uk, altro network affiliato, molto seguito. La sua propaganda è particolarmente estesa: dvd, messaggi internet, incontri e conferenze. Per l’ICSR del King’s College di Londra, Sharia4Uk si pone “come obiettivo la costituzione di un Califfato senza usare- almeno non ufficialmente - la lotta armata”. In pratica, si tratta di circoli che costituiscono in molti casi la prima linea di radicalizzazione e di reclutamento per la jihad. E che in questo momento sono particolarmente interessanti alla luce dell’aumento dei foreign fighters, i combattenti che partendo da tutto il resto del mondo si unisco a Isis in Siria, in Iraq e in Libia. Se infatti il ruolo della propaganda in rete è importante per accrescere le fila dei gruppi jihadisti, fondamentale è anche l’opera di proselitismo portata avanti da questi predicatori. Choudary si dà come obiettivo l’organizzazione di manifestazioni. Una su tutte quella in cui 500 membri del suo gruppo avrebbero dovuto portare delle bare vuote per rappresentare i musulmani morti nel mondo. Come sede della protesta viene scelta Wootton Bassett, cittadina inglese, dove si svolge la maggior parte dei funerali dei militari britannici caduti al fronte in Iraq e in Afghanistan. Risultato, il governo inglese dichiara Sharia4Uk fuori legge. Nei suoi sermoni, Choudary si distingue per gli attacchi al Vaticano e per i torni radicali. Al centro dei suoi discorsi ci sono la sharia (la legge di Dio), che deve essere portata e fatta rispettare ovunque, e il tafkir (emanare una fatwa che dichiara l’infedeltà di un individuo). Dopo l’attacco a Charlie Hebdo, il predicatore scrive su Twitter: “La libertà di espressione non comprende l’insulto al Profeta, qualunque sia il vostro punto di vista sui fatti di Parigi”. E ancora: “I musulmani amano il Profeta più dei loro genitori, figli e più di loro stessi. Perché la gente non capisce? ” Le sue posizioni sono talmente radicali, come dimostra anche questa intervista, che Choudary si attira la condanna della comunità musulmana inglese ed è sempre stato guardato con sospetto dalle autorità di tutta Europa.
Come vede la Siria da qui a cinque anni?
«Come molti altri Paesi, la Siria è stata a lungo governata da un regime oppressivo ma molto fragile. Quando in altri Stati la fragilità si è resa evidente, la popolazione si è rivoltata (così è successo con Ben Ali, Gheddafi, Mubarak) e tutti i musulmani ora vogliono fare lo stesso. Non appena la Siria e l’Iraq cadranno del tutto, cosa che ritengo molto probabile a breve, credo che anche gli altri Paesi nella regione verranno annessi allo Stato Islamico. È normale che i musulmani si stiano ribellando: più regimi abbattono, più risorse guadagnano e più velocemente si espanderà il Califfato dello Stato Islamico».
Anche all’interno della galassia estremista però sembrano esserci contrasti. In testa quelli tra Al Qaeda e Isis. Cosa può dirci di questa lotta intestina?
«Al Qaeda è un movimento di resistenza, è operativo da circa 20 anni e nutro un grande rispetto per i suoi leader. Ma è chiaro che le opinioni delle persone differiscano, per questo motivo al momento Al Qaeda si sta domandando se il Califfato di IS sia legittimo o no (se la struttura è consona, se eroga abbastanza servizi..). Questi però sono solo dubbi, non attacchi. Guardi le dichiarazioni del Mullah Omar o di al-Zawahiri: nessuna accusa è rivolta contro di Isis, anzi ci sono dei consigli per il futuro. Recentemente lo Shaikh Mullah Krekar, (ex leader del gruppo islamista Ansar al-Islam, ndr) da poco uscito dal carcere in Norvegia, ha detto di non sapere nulla su Abu Bakr al-Baghdadi e vuole attendere un anno per raccogliere informazioni prima di esprimere una valutazione. Non c’è animosità a priori quindi, ma un sano confronto di idee. Il Profeta ha detto che tutta la umma deve rimanere unita tenendo stretta la “corda di Allah”, in modo tale che non si disperda: se paragoniamo la corda alla rivelazione, vediamo che alcuni di noi la tengono solo per il 10%, altri per il 90%»"
Come vede la Siria da qui a cinque anni?
«Come molti altri Paesi, la Siria è stata a lungo governata da un regime oppressivo ma molto fragile. Quando in altri Stati la fragilità si è resa evidente, la popolazione si è rivoltata (così è successo con Ben Ali, Gheddafi, Mubarak) e tutti i musulmani ora vogliono fare lo stesso. Non appena la Siria e l’Iraq cadranno del tutto, cosa che ritengo molto probabile a breve, credo che anche gli altri Paesi nella regione verranno annessi allo Stato Islamico. È normale che i musulmani si stiano ribellando: più regimi abbattono, più risorse guadagnano e più velocemente si espanderà il Califfato dello Stato Islamico».
Anche all’interno della galassia estremista però sembrano esserci contrasti. In testa quelli tra Al Qaeda e Isis. Cosa può dirci di questa lotta intestina?
«Al Qaeda è un movimento di resistenza, è operativo da circa 20 anni e nutro un grande rispetto per i suoi leader. Ma è chiaro che le opinioni delle persone differiscano, per questo motivo al momento Al Qaeda si sta domandando se il Califfato di IS sia legittimo o no (se la struttura è consona, se eroga abbastanza servizi..). Questi però sono solo dubbi, non attacchi. Guardi le dichiarazioni del Mullah Omar o di al-Zawahiri: nessuna accusa è rivolta contro di Isis, anzi ci sono dei consigli per il futuro. Recentemente lo Shaikh Mullah Krekar, (ex leader del gruppo islamista Ansar al-Islam, ndr) da poco uscito dal carcere in Norvegia, ha detto di non sapere nulla su Abu Bakr al-Baghdadi e vuole attendere un anno per raccogliere informazioni prima di esprimere una valutazione. Non c’è animosità a priori quindi, ma un sano confronto di idee. Il Profeta ha detto che tutta la umma deve rimanere unita tenendo stretta la “corda di Allah”, in modo tale che non si disperda: se paragoniamo la corda alla rivelazione, vediamo che alcuni di noi la tengono solo per il 10%, altri per il 90%»"
'via Blog this'
Nessun commento:
Posta un commento