Papa Francesco: lottare contro le false cooperative che ingannano la gente - Il Sole 24 ORE: "«Contrastare e combattere le false cooperative, quelle che prostituiscono il proprio nome di cooperativa, cioé di una realtà assai buona, per ingannare la gente con scopi di lucro contrari a quelli della vera e autentica cooperazione». Papa Francesco lo ha chiesto ai 7mila soci della Confcooperative, presenti oggi in Vaticano, nell'Aula Nervi. Il Papa ha invitato le cooperatiove bianche ad opporsi ai disonesti, «perché assumere una facciata onorata e perseguire invece finalità disonorevoli e immorali, spesso rivolte allo sfruttamento del lavoro, oppure alle manipolazioni del mercato, e persino a scandalosi traffici di corruzione, è una vergognosa e gravissima menzogna che non si può assolutamente accettare».
Il denaro è lo sterco del diavolo
Il Pontefice, come sosteneva Basilio di Cesarea, ha sottolineato che «il denaro è lo sterco del diavolo». Quando «diventa un idolo, comanda le scelte dell'uomo». Alla Confcooperative il Pontefice ha detto che «il denaro al servizio della vita può essere gestito nel modo giusto dalla cooperativa, se autentica, dove non comanda il capitale sugli uomini, ma gli uomini sul capitale». Il Papa ha suggerito più collaborazione tra cooperative bancarie e imprese, di pagare «più giusti salari» e operare per «far vivere con dignità le famiglie».
Le cooperative abbiano finalità trasparenti
Secondo il Pontefice l'economia cooperativa deve perseguire «finalità trasparenti e limpide»: «Il socio della cooperativa non deve essere solo un fornitore, un lavoratore, un utente ben trattato, dev'essere sempre il protagonista, deve crescere, attraverso la cooperativa, come persona, socialmente e professionalmente, nella responsabilità, nel concretizzare la speranza, nel fare insieme». «Non dico - ha poi chiarito il Papa - che non si debba crescere nel reddito, ma ciò non basta: occorre che l'impresa gestita dalla cooperativa cresca davvero in modo cooperativo, cioé coinvolgendo tutti». Per il Papa bisogna avere «il coraggio e la fantasia di costruire la strada giusta per integrare, nel mondo, lo sviluppo, la giustizia e la pace».
Tendere la mano alle periferie e alle persone sole e svantaggiate
Tra Chiesa e mondo della cooperazione, ha spiegato Francesco, «le forme della collaborazione devono essere diverse, rispetto a quelle delle origini, ma il cammino deve essere sempre lo stesso». Ha chiesto di tendere una mano soprattutto dove ci sono le vecchie e nuove periferie, dove ci sono persone svantaggiate, dove ci sono persone sole e scartate, dove ci sono persone non rispettate.
Le tre testimonianze portate in Vaticano da Confcooperative
Dopo il saluto al Papa del presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, sono state presentate tre testimonianze. I fondatori padre Antonio Loffredo e Susy Sansone hanno parlato della cooperativa sociale La Paranza, costituita nel 2006 da giovani del Rione Sanità di Napoli. La cooperativa, hanno spiegato, nasce dalla convinzione che attraverso la promozione del Rione Sanità, della sua storia, arte, cultura, cucina e della sua fede, si può avviare un processo di recupero e di autosviluppo di uno dei quartieri più degradati della città partenopea. La presidente Paola Bernardi ha poi parlato del lavoro della cooperativa Cassiopea, cooperativa sociale piemontese che si occupa di inserimento al lavoro di persone svantaggiate in particolare nell'ambito dell'agricoltura sociale. Poi la parola è passata alla cooperativa di giovani worker buy out : a Forlì–Cesena gli operai sono diventati imprenditori di se stessi. Il presidente Roberto Morgagni ha raccontato la storia di Lincoop, cooperativa risorta dalle ceneri di un'azienda in crisi. Un gruppo di dipendenti rimasti disoccupati ha rilevato l'attività della loro ex azienda, salvando il proprio lavoro e la fetta di mercato esistente. Per farlo hanno scelto il modello cooperativo e oggi gli ex dipendenti sono soci, imprenditori di se stessi, con prospettive di lavoro e crescita. Oggi sono oltre 20 lavoratori che si occupanodi segnaletica stradale a Bertinoro (in provincia di Forlì-Cesena).
Al Papa donato il vino della Pace
Al Papa Confcooperative ha donato il vino della Pace: un vino che viene regalato ai capi di Stato nel momento della loro elezione come segno di pace e di amicizia tra i popoli. Il vino della pace viene prodotto dalla Cantina cooperativa di Cormons, in una vigna creata con le barbatelle (le piante della vite) provenienti da tutte le parti del mondo e viene vendemmiata in una unica giornata dai ragazzi del collegio del mondo unito."
Il denaro è lo sterco del diavolo
Il Pontefice, come sosteneva Basilio di Cesarea, ha sottolineato che «il denaro è lo sterco del diavolo». Quando «diventa un idolo, comanda le scelte dell'uomo». Alla Confcooperative il Pontefice ha detto che «il denaro al servizio della vita può essere gestito nel modo giusto dalla cooperativa, se autentica, dove non comanda il capitale sugli uomini, ma gli uomini sul capitale». Il Papa ha suggerito più collaborazione tra cooperative bancarie e imprese, di pagare «più giusti salari» e operare per «far vivere con dignità le famiglie».
Le cooperative abbiano finalità trasparenti
Secondo il Pontefice l'economia cooperativa deve perseguire «finalità trasparenti e limpide»: «Il socio della cooperativa non deve essere solo un fornitore, un lavoratore, un utente ben trattato, dev'essere sempre il protagonista, deve crescere, attraverso la cooperativa, come persona, socialmente e professionalmente, nella responsabilità, nel concretizzare la speranza, nel fare insieme». «Non dico - ha poi chiarito il Papa - che non si debba crescere nel reddito, ma ciò non basta: occorre che l'impresa gestita dalla cooperativa cresca davvero in modo cooperativo, cioé coinvolgendo tutti». Per il Papa bisogna avere «il coraggio e la fantasia di costruire la strada giusta per integrare, nel mondo, lo sviluppo, la giustizia e la pace».
Tendere la mano alle periferie e alle persone sole e svantaggiate
Tra Chiesa e mondo della cooperazione, ha spiegato Francesco, «le forme della collaborazione devono essere diverse, rispetto a quelle delle origini, ma il cammino deve essere sempre lo stesso». Ha chiesto di tendere una mano soprattutto dove ci sono le vecchie e nuove periferie, dove ci sono persone svantaggiate, dove ci sono persone sole e scartate, dove ci sono persone non rispettate.
Le tre testimonianze portate in Vaticano da Confcooperative
Dopo il saluto al Papa del presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, sono state presentate tre testimonianze. I fondatori padre Antonio Loffredo e Susy Sansone hanno parlato della cooperativa sociale La Paranza, costituita nel 2006 da giovani del Rione Sanità di Napoli. La cooperativa, hanno spiegato, nasce dalla convinzione che attraverso la promozione del Rione Sanità, della sua storia, arte, cultura, cucina e della sua fede, si può avviare un processo di recupero e di autosviluppo di uno dei quartieri più degradati della città partenopea. La presidente Paola Bernardi ha poi parlato del lavoro della cooperativa Cassiopea, cooperativa sociale piemontese che si occupa di inserimento al lavoro di persone svantaggiate in particolare nell'ambito dell'agricoltura sociale. Poi la parola è passata alla cooperativa di giovani worker buy out : a Forlì–Cesena gli operai sono diventati imprenditori di se stessi. Il presidente Roberto Morgagni ha raccontato la storia di Lincoop, cooperativa risorta dalle ceneri di un'azienda in crisi. Un gruppo di dipendenti rimasti disoccupati ha rilevato l'attività della loro ex azienda, salvando il proprio lavoro e la fetta di mercato esistente. Per farlo hanno scelto il modello cooperativo e oggi gli ex dipendenti sono soci, imprenditori di se stessi, con prospettive di lavoro e crescita. Oggi sono oltre 20 lavoratori che si occupanodi segnaletica stradale a Bertinoro (in provincia di Forlì-Cesena).
Al Papa donato il vino della Pace
Al Papa Confcooperative ha donato il vino della Pace: un vino che viene regalato ai capi di Stato nel momento della loro elezione come segno di pace e di amicizia tra i popoli. Il vino della pace viene prodotto dalla Cantina cooperativa di Cormons, in una vigna creata con le barbatelle (le piante della vite) provenienti da tutte le parti del mondo e viene vendemmiata in una unica giornata dai ragazzi del collegio del mondo unito."
'via Blog this'
Nessun commento:
Posta un commento