La Stampa - Siria, jihadisti ai cristiani: “Rimuovete la croce dal campanile o facciamo saltare la chiesa”: "Due pick-up con un totale di venti jihadisti dello Stato Islamico (Isis) hanno fatto irruzione sabato nella città assira di Tel Hormizd, in Siria. Si tratta di un centro abitato in prevalenza da cristiani ed i jihadisti hanno obbligato i residenti a rimuovere la croce dal campanile della chiesa. La città si trova sul fiume Khabur, nella regione dell’Hassaka abitata in prevalenza da assiri. Fonti locali di Tel Hormizd, citate dall’agenzia di stampa “Aina” della comunità assira, affermano che i jihadisti hanno ordinato di rimuovere la croce e, davanti alle resistenze della popolazione, hanno minacciato di far saltare in aria l’intera chiesa.
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Al fine di difendere il luogo di culto, i residenti hanno così accettato di rimuovere la croce dal campanile della chiesa. Si tratta del quarto attacco dei jihadisti dello Stato Islamico contro le comunità assire-cristiane di Hassaka, che si articolano in 35 piccoli centri: vi sono stati rapimenti, uccisioni e attacchi di artiglieria ma questa è la prima volta che c’è un intervento diretto per far venir meno i segni esteriori della presenza dei cristiani. E’ un provvedimento che il Califfo, Abu Bakr al-Baghdadi, ha già fatto applicare in altre località abitate da cristiani, come Raqqa in Siria e Ninive in Iraq, nel momento in cui sono diventate parte integrante dei territori dello Stato Islamico.
Le disposizioni inerenti ai «dhimmi» - ovvero «protetti» come vengono definiti i cristiani che risiedono nei territori del Califfo - prevedono infatti la possibilità di restare ma sottomettendosi ad alcune condizioni inclusa la non esposizione di simboli della propria fede, la non costruzione di nuovi luoghi di culto e il pagamento di una «tassa di protezione» che, a Raqqa, è di circa 720 dollari annui per ogni uomo. "
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Al fine di difendere il luogo di culto, i residenti hanno così accettato di rimuovere la croce dal campanile della chiesa. Si tratta del quarto attacco dei jihadisti dello Stato Islamico contro le comunità assire-cristiane di Hassaka, che si articolano in 35 piccoli centri: vi sono stati rapimenti, uccisioni e attacchi di artiglieria ma questa è la prima volta che c’è un intervento diretto per far venir meno i segni esteriori della presenza dei cristiani. E’ un provvedimento che il Califfo, Abu Bakr al-Baghdadi, ha già fatto applicare in altre località abitate da cristiani, come Raqqa in Siria e Ninive in Iraq, nel momento in cui sono diventate parte integrante dei territori dello Stato Islamico.
Le disposizioni inerenti ai «dhimmi» - ovvero «protetti» come vengono definiti i cristiani che risiedono nei territori del Califfo - prevedono infatti la possibilità di restare ma sottomettendosi ad alcune condizioni inclusa la non esposizione di simboli della propria fede, la non costruzione di nuovi luoghi di culto e il pagamento di una «tassa di protezione» che, a Raqqa, è di circa 720 dollari annui per ogni uomo. "
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