Papa Francesco: eletto per fare la riforma della curia, passerà alla storia per la rivoluzione sessuale nella Chiesa: "C’è un solo uomo al mondo, l’unico, che non può chiedere, e chiedersi, “chi sono io per giudicare?”. Sulla sua schedina è assente la x. Non c’è il pareggio. Sulla sua roulette manca lo zero, la zona verde della neutralità. Da quando il Signore consegnò a Pietro le chiavi del Regno, i suoi successori abitano il campo magnetico dell’aut aut. Del sì e del no. Ogni loro parola, ogni loro gesto apre o chiude. Conferma o nega.
E’ il loro dilemma e il loro dramma. Il loro ministero e il loro mistero. La loro cattedra e la loro croce. Da sempre e specialmente nell’era dei media, dato che questi ultimi, a dispetto del proprio nome, non “mediano” ma polarizzano ancora di più.
Sicché la frase fatidica pronunciata da Bergoglio sull’aereo che lo riportava dal Brasile, il 29 luglio 2013, in risposta a una domanda sui gay, ha sortito l’effetto di uno sportello spalancato ad alta quota. Sconvolgendo e destabilizzando, come in un film, la cabina pressurizzata della morale della Chiesa. Svuotando le cappelliere e scaraventando nel vortice un bagaglio di norme e consuetudini, che fino ad allora sembravano fissate in maniera inamovibile. Il “sinodo” nella testa del Papa deve essere decollato in quel momento. Più che un “cammino”, estendendo la etimologia, un volo turbolento verso le terre calde, allontanandosi da un clima etico di freddezza e rigore glaciali. Senza toccare le fondamenta della costruzione, ma immaginando un’architettura più aperta: “per far si che la Chiesa sia la casa paterna dove c'è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”, come ha chiosato il cardinale Raymundo Damasceno Assis, presidente dell’episcopato brasiliano, riferendosi alle unioni tra persone omosessuali.
La tempesta perfetta concentra tutte le “anomalie” che i vescovi dal finestrino hanno finto per anni di non vedere, mentre in basso, sotto i loro occhi, cambiavano i paesaggi sociali e normativi, erodendo le basi del consenso al cattolicesimo. Il turbine solleva le richieste e proteste dei tanti credenti irregolari e in lista d’attesa, conviventi e divorziati, coppie di fatto e dello stesso sesso, che non vogliono perdere l’aereo di Bergoglio e aspirano a vedere riconosciuta la propria rotta, e scelta, di vita, incrociando il percorso della Chiesa senza collidere. Non pretendendo un upgrade in first class, solo comfort e niente penitenze, ma nemmeno accettando di rimanere appiedati a terra, tra gli ausiliari, senza montare sulla scaletta dei sacramenti. Per concludere infine con i passeggeri regolari, che rifiutano di adeguarsi alla dieta e al menù ipocalorico di bordo, basato sul distinguo tra metodi naturali e artificiali di contraccezione. Artificioso a sua volta e comunque insipido."
E’ il loro dilemma e il loro dramma. Il loro ministero e il loro mistero. La loro cattedra e la loro croce. Da sempre e specialmente nell’era dei media, dato che questi ultimi, a dispetto del proprio nome, non “mediano” ma polarizzano ancora di più.
Sicché la frase fatidica pronunciata da Bergoglio sull’aereo che lo riportava dal Brasile, il 29 luglio 2013, in risposta a una domanda sui gay, ha sortito l’effetto di uno sportello spalancato ad alta quota. Sconvolgendo e destabilizzando, come in un film, la cabina pressurizzata della morale della Chiesa. Svuotando le cappelliere e scaraventando nel vortice un bagaglio di norme e consuetudini, che fino ad allora sembravano fissate in maniera inamovibile. Il “sinodo” nella testa del Papa deve essere decollato in quel momento. Più che un “cammino”, estendendo la etimologia, un volo turbolento verso le terre calde, allontanandosi da un clima etico di freddezza e rigore glaciali. Senza toccare le fondamenta della costruzione, ma immaginando un’architettura più aperta: “per far si che la Chiesa sia la casa paterna dove c'è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”, come ha chiosato il cardinale Raymundo Damasceno Assis, presidente dell’episcopato brasiliano, riferendosi alle unioni tra persone omosessuali.
La tempesta perfetta concentra tutte le “anomalie” che i vescovi dal finestrino hanno finto per anni di non vedere, mentre in basso, sotto i loro occhi, cambiavano i paesaggi sociali e normativi, erodendo le basi del consenso al cattolicesimo. Il turbine solleva le richieste e proteste dei tanti credenti irregolari e in lista d’attesa, conviventi e divorziati, coppie di fatto e dello stesso sesso, che non vogliono perdere l’aereo di Bergoglio e aspirano a vedere riconosciuta la propria rotta, e scelta, di vita, incrociando il percorso della Chiesa senza collidere. Non pretendendo un upgrade in first class, solo comfort e niente penitenze, ma nemmeno accettando di rimanere appiedati a terra, tra gli ausiliari, senza montare sulla scaletta dei sacramenti. Per concludere infine con i passeggeri regolari, che rifiutano di adeguarsi alla dieta e al menù ipocalorico di bordo, basato sul distinguo tra metodi naturali e artificiali di contraccezione. Artificioso a sua volta e comunque insipido."
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