martedì 2 settembre 2014

Meeting. Cristiani perseguitati: «Gesù è fiero di noi» | Tempi.it

Meeting. Cristiani perseguitati: «Gesù è fiero di noi» | Tempi.it:  PERCHE' LA FEDE ..."«Gesù è fiero di noi perché dovendo scegliere tra le nostre proprietà e Lui, abbiamo scelto Lui. I nostri cristiani hanno confessato la loro fede in Dio, senza paura, con fermezza, meglio morire con dignità per Cristo che vivere con umiliazione». Il meglio del Meeting viene alla fine, a giudicare dalla potentissima testimonianza del vescovo iracheno Shlemon Warduni (appena intervistato da tempi.it). Oltre a lui, l’ultimo incontro della XXXV edizione ha visto parlare l’arcivescovo nigeriano Ignatius Kaigama, il pakistano Paul Bhatti e l’inviato della Stampa Domenico Quirico.
«LA TESTIMONIANZA DI BHATTI». “Testimoni di libertà”, li definisce il titolo dell’incontro. È libero Paul Bhatti, che dopo aver cercato di convincere suo fratello Shahbaz a lasciare il Pakistan, temendo per la sua vita dopo che aveva preso le difese di Asia Bibi, cristiana condannata ingiustamente a morte per blasfemia, ha finito per seguirne la strada dopo il suo assassinio: «Shahbaz non ha mai negoziato il suo amore per i poveri e i deboli, il suo amore per Gesù, la sua fede e la difesa delle minoranze. Per lui la morte era interrompere la sua missione in favore di tutti i cristiani: pensavamo fosse una battaglia politica, invece era la sua testimonianza». Quando sono andato al suo funerale in Pakistan, continua, «ho deciso di portare avanti la sua missione. E dopo quattro anni, se potessi scegliere, tornando indietro rifarei lo stesso perché ho avuto successo come medico, la mia vita sociale è stata decorosa, ma non sono mai stato così felice come ora».
«MEETING, PERSONIFICAZIONE DELLA FEDE». È libero Kaigama, che nonostante le persecuzioni e le discriminazioni che subiscono i cristiani in Nigeria, sottoposti alle violenze di Boko Haram, ha «ancora speranza. Cristiani e musulmani moderati cercano di incontrarsi e di parlare per evitare che Boko Haram distrugga il paese. A Jos abbiamo costruito una cattedrale e due emiri ci hanno donato dei soldi per aprirla. Boko Haram ha creato paura e sospetto tra cristiani e musulmani. Quando dicono di uccidere noi cristiani, noi abbiamo paura. Ma la nostra fede è irremovibile e guardando a Cristo abbiamo la speranza di vincere il male. Voi, che siete uomini di grande fede, aiutateci, fate pressioni sui vostri governi perché pongano fine al terrorismo. Io dico sempre a tutti che per vedere la personificazione della fede e dell’amicizia bisogna andare al Meeting di Rimini»."


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