@ - Si parte subito forte, con l’economia. E il mantra è, da parte di Donald Trump, “con me l’economia andava alla grande, con loro si è fermata ed è aumentata l’inflazione, se vince Kamala Harris diventeremo come il Venezuela”; mentre da parte della sua avversaria, la vicepresidente in carica che per la verità prende la parola per prima e si trova alla destra del teleschermo come Joe Biden nel corso del primo dibattito tv, “io sono l’unica qui dentro che è cresciuta in una famiglia di classe media, quindi so come restituire potere d’acquisto alla classe media”.
Dibattito Harris - Trump © Abc News copertina
L’economia è un tema sul quale Harris insegue, perché effettivamente l’inflazione sotto l’amministrazione Biden ha colpito duro, mentre i suoi cavalli di battaglia sono la difesa della democrazia e l’aborto, del quale si parla poco dopo. I primi 16 minuti del secondo confronto televisivo tra i candidati presidente, il primo tra Trump e Harris dopo la rinuncia di Biden, ospitato dall’emittente privata Abc, sono tutti dedicati alle ricette economiche. E segnalano sin da subito un gioco di sguardi e di posture: all’inizio del confronto, Harris si dirige decisa verso la postazione dell’avversario per stringergli la mano, dopodiché nel corso dell’intera diretta, durata in tutto un’ora e mezza, rivolge spesso lo sguardo verso Trump, il quale invece o fissa la telecamera o guarda verso i conduttori.
Economia, inflazione, potere d’acquisto
Stili comunicativi a parte, Trump rispetto ad altre volte evita volgarità e insulti gratuiti ma insiste sin da subito sul concetto di una Harris “marxista”, “radicale di sinistra”, dando seguito alle provocazioni delle ultime settimane anche da parte dell’ormai braccio destro Elon Musk, con immagini create dall’Intelligenza artificiale per screditare la rivale. Il tema della “venezuelizzazione” degli Stati Uniti del resto è ricorrente: la parola “Venezuela” viene citata da Trump diverse volte, almeno 6-7 nella prima parte del dibattito, e non solo riferendosi al possibile disastro economico di stampo chavista proposto da Harris, ma anche e soprattutto sull’immigrazione, come si vedrà più avanti. “Taglierò le tasse in modo importante”, promette il tycoon. “Non ha un piano”, ribatte Kamala, “la sua politica sui dazi farebbe aumentare l’inflazione, secondo quanto sostengono diversi centri studi e 16 economisti premi Nobel”. “I dazi non ricadrebbero sui consumatori – garantisce Trump -: li paga la Cina, come li pagava quando c’ero io e come ha continuato a fare, visto che l’amministrazione Trump ha confermato le misure. Con me l’inflazione non c’era, con Biden è una delle più alte di sempre”. Harris controbatte ricordando che “Trump ci ha lasciato la disoccupazione più altra dalla Grande Depressione. Quello che abbiamo fatto è stato mettere a posto il pasticcio che lui ha creato”. E’ evidente che la partita si giocherà molto su queste schermaglie, difficile dire chi abbia avuto la meglio in una battaglia incrociata di accuse e promesse.
Aborto e immigrazione
Dopodiché si passa all’aborto e lì l’ex presidente affonda il colpo: “I dem voglio uccidere il bambino al nono mese di gravidanza, quando è praticamente nato”. Harris non ha bisogno di negare visto che si tratta di una fake news bella e buona, che costringe la presentatrice a intervenire per correggere il candidato repubblicano. “Il governo e soprattutto Donald Trump non dovrebbero dire ad una donna cosa fare con il suo corpo”, attacca Kamala Harris. “Sono convinta che gli americani ritengono che certe decisioni sulle nostre libertà non devono essere prese dal governo”. La vicepresidente è ben consapevole che sull’argomento gioca in casa, visto che secondo i sondaggi è proprio sui diritti civili che la vicepresidente convince maggiormente gli elettori statunitensi. E infatti su questo passaggio del confronto porta sicuramente a casa il punto. Anche sull’immigrazione Trump non va benissimo. Parte subito col Venezuela, di nuovo: “Harris è pronta a seguire le politiche di Maduro. Come farò ad espellere 11 milioni di clandestini? Intanto il numero è molto più alto. Fateci caso: in Venezuela e nel resto del mondo la criminalità è diminuita, da noi invece è aumentata proprio perché i criminali di quei Paesi sono venuti qui e l’amministrazione di Kamala Harris li ha fatti entrare”. Donald esagera, rilanciando un’altra fake news su un presunto caso di immigrati haitiani che avrebbero mangiato cani e gatti rubati ai cittadini di Springfield, in Ohio. Per la seconda volta i moderatori hanno usato il fact checking e lo hanno smentito.
Energia e Capitol Hill
In seguito, poco prima del primo break pubblicitario, si passa ad un tema strategico come l’energia, con Harris che viene accusata di ostacolare il fracking, cioè una nuova tecnica di estrazione di combustibili liquidi dal sottosuolo. “Non sono contraria al fracking, ritengo anzi necessario aprire a nuove fonti di energia per essere meno dipendenti dal petrolio comprato all’estero”, spiega la candidata democratica. Poi si passa di nuovo ad episodi di cronaca: a Trump viene chiesto di chiarire la sua posizione sui fatti del 6 gennaio 2001, per i quali è stato accusato di aver organizzato l’insurrezione. Lui non risponde e ribalta: “E quando è che invece i criminali stranieri verranno consegnati alla giustizia? Su Capitol Hill non ho nessuna responsabilità. I rivoltosi non hanno ucciso nessuno, l’assalto era pacifico e patriottico”. Kamala: “Io invece il 6 gennaio 2021 c’ero, in quanto senatrice, e il presidente Trump incitava la folla. E non è stato nemmeno l’unico caso: è successo anche a Charlottesville”. Brutte pagine della storia recente americana, sulle quali Trump ancora una volta non è stato convincente.
Politica estera e ambiente
Mentre Trump ribadisce più volte che con lui l’economia andava alla grande e tornerà a farlo, ancora di più, rilanciando il vecchio slogan “Make America Great Again”, si passa alla reputazione all’estero. Kamala affonda il colpo: “Sei una vergogna, ovunque sono andata da vicepresidente i leader mondiali ridono di te”. Il tycoon ha sostenuto ancora una vota di poter fermare il conflitto tra Russia e Ucraina e anche in Medio Oriente molto velocemente, “in 24 ore”. “Lei odia Israele, e vi dico che se diventa presidente nel giro di due anni Israele sparirà”, è arrivato a sparare Trump, attaccando la sua avversaria. Harris ha ribadito il suo sostegno a Israele ma ha sottolineato l’eccesso di vittime palestinesi, esprimendosi a favore di una soluzione a due Stati. Ma sottolinea: “Trump è manipolato dai dittatori come Vladimir Putin e Kim Jong Un che fanno il tifo per lui. Vladimir Putin è un dittatore che ti mangerebbe a pranzo”, ha detto duramente, rivolgendosi al candidato dei repubblicani. Sulla politica estera tuttavia, in particolare sull’Ucraina, nessuno dei due candidati è sembrato particolarmente convincente.
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